Antonio Bronzino

Coraggio, passione e impegno fondamentali nel lavoro di rete

di Gilda Sciortino

Una vita divisa tra innumerevoli impegni, quella di Antonio Bronzino, presidente del Csv Basilicata, un bagaglio di esperienze che lo hanno sempre visto attivo nel volontariato, in particolar mondo nel mondo della donazione del sangue. Grazie a Fqts, la Formazione Quadri del Terzo Settore, ha rafforzato il lavoro sulle reti e le partnership

«L’impegno mio più grande è stato proprio la Fidas che ho fondato qui in Basilicata, esattamente a Grassano, in provincia di Matera. Mi è sempre piaciuta la vita associativa, infatti collaboro da sempre con numerose realtà del terzo settore e cooperative sociali della mia regione, per esempio l’Unicef o l’Auser da quando sono in pensione».

Poi a un certo punto l’incontro con Fqts. Che tipo di esperienza è stata?

«Scontato dire bellissima. Sono stato il coordinatore per la Basilicata durante il primo corso al quale ho partecipato tra il 2008 e il 2009. Grazie a Fqts ho capito l'importanza di lavorare in rete e, da quel momento, mi sono molto impegnato e promuovere le reti associative, a lavorare sulla progettazione. Allora ero vicepresidente nazionale della Fidas e ho sollecitato numerose collaborazioni, dando una nuova impronta al lavoro associativo che svolgevo, cercando di costruire partnership con cooperative sociali e altre associazioni. Fondamentale é stato il percorso sulla co-progettazione e co-programmazione che stiamo cercando di promuovere in Basilicata in collaborazione, per esempio, anche con l’Anci».

Da quanto sembra emergere dalle numerose testimonianze di chi ha incontrato sulla propria strada Fqts, si tratta di un percorso che incide fortemente anche sulla vita personale di chi partecipa

«Senza ombra di dubbio. Io sono tornato con un bagaglio di conoscenze e di stimoli che mi hanno consentito di interagire diversamente con chi mi stava accanto. Rispetto, poi, all’impegno associativo, ho cominciato a lavorare con una visione non solo più competente ma ancora più ricca di coraggio e passione e impegno. Abbiamo cominciato a ragionare sul senso di comunità, realizzando percorsi di animazione territoriale. È stata una svolta importante che ha prodotto i suoi frutti anche nell'organizzazione di eventi».

La Basilicata ha accolto favorevolmente questo nuovo tipo di approccio?

«Vivo in una regione che subisce drammaticamente il tema del calo demografico. I più giovani vanno sempre più via, quindi difficile il ricambio generazionale. Il tema dell'animazione territoriale, dell'impegno di comunità è importante per evitare che i comuni si impoveriscano senza il capitale sociale che l’associazionismo può assicurare. Noi fortunatamente non abbiamo vissuto il dramma della mafia, della ‘ndrangheta, della camorra che hanno colpito duramente le altre regioni, ma da un po’ di tempo anche la Direzione Investigativa Antimafia segnala infiltrazioni nell’economia locale che preoccupano parecchio. Su queste tematiche anche noi dobbiamo accendere i riflettori per non consentire che il fenomeno dilaghi e diventi ancora più drammatico».

Quale tipo di lavoro specifico state facendo sulle reti associative?

«Come “Centro Servizi per il Volontariato” stiamo lavorando anche sulle reti tematiche con le associazioni di Protezione Civile e con tutte quelle che operano nel campo del dono. Questo proprio per scongiurare quell'individualismo associativo preoccupante tanto quanto l'individualismo personale. A volte ci si innamora del proprio operato, del propri agire, senza riuscire a comunicarlo agli altri. Stiamo cercando, io e una consigliera del Csv con la quale partecipo ai percorsi di Fqts, di insistere su questo argomento, sperimentando anche progetti ne che si svolgeranno nei prossimi mesi. Avvertiamo un bisogno di formazione che guardi anche alla governance e che riguarda la dirigenza, i presidenti delle associazioni per una ricaduta positiva sulla base. Un percorso che può aiutare tante persone».

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