Social innovation

Coprogettazione con le famiglie, la nostra nuova forma di impresa

di Lorenzo Maria Alvaro

La Cooperativa Forme di Sondrio, nata dalla fusione tra due storiche realtà del territorio di Sondrio, che erano la Cooperativa Ardesia e Cooperativa Ippogrifo, ha dato vita al progetto Sbrighes!, un Local Lab territoriale in cui convivono opportunità e servizi per il territorio

Un cambiamento di paradigma. È così che nasce la Cooperativa Forme di Sondrio. «Siamo nati da una fusione avvenuta nel 2018 tra due storiche realtà del territorio di Sondrio, che erano la Cooperativa Ardesia e Cooperativa Ippogrifo», racconta la direttrice Elisa D’Anza.

Si trattava di due realtà che si sono sempre occupate nella progettazione realizzazione di servizi residenziali e domiciliari sociosanitari e socioassistenziali per anziani e interventi educativi rivolti a minori anche disabili. «Ippogrifo in particolare aveva intrapreso un percorso orientato al tema dell’innovazione sociale cercando di ridefinirsi e reinventarsi. Questo impegno ha portato alla fusione», continua la direttrice. Oggi naturalmente rimangono salvi i servizi essenziali originari delle due realtà.

«Ma si è aggiunto il tema dell’innovazione sociale. In sostanza un cambiamento di metodo. Abbiamo cambiato il mondo di interagire con la comunità», sottolinea D’Anza, «Un esempio può essere il progetto Sbrighes, in cui si è lavorato con le famiglie per trovare soluzioni alla conciliazione scuola-famiglia. In questo caso abbiamo superato come cooperativa il semplice ruolo di erogatore di un servizio ma, nel co-progettare gli strumenti, abbiamo attivato le risorse del territorio, favorendo dinamiche di scambio tra persone. Ogni nostro servizio o progetto oggi riflette questa impostazione».

Ma cos’è Sbrighes! nel concreto? È l’idea di costruire dei Local Hub comunitari. Spazi utili a tutti. Nel caso di Tirano è uno spazio di co-working dedicato a giovani studenti, professionisti e startupper. «Si trova al primo piano dello storico Palazzo Foppoli. Lo spazio, totalmente rinnovato, è l’ideale per chi vuole vivere una prima “esperienza lavorativa” in un luogo adatto alle proprie esigenze. Grazie a questo spazio di oltre 400 mq, giovani e imprese possono incontrarsi, condividere idee e risorse, dare vita a nuovi progetti di sviluppo locale a favore del territorio. È inoltre possibile utilizzarlo per creare eventi, percorsi formativi, iniziative e laboratori finalizzati a valorizzare le esperienze di imprenditorialità giovanile, orientate al territorio e alla comunità. Lo spazio è aperto a tutta la comunità sia per l’utilizzo degli spazi che per la promozione di nuove opportunità», sottolinea D’Anza.

Local Hub è adatto a studenti, professionisti, giovani startupper e alle associazioni del territorio. «Lavoratori che appartengono a soggetti imprenditoriali diversi e che non si conoscono possono incontrarsi in un luogo comune e condividere le prime esperienze. In questo modo sarà possibile un continuo scambio di relazioni e perché no, di contatti lavorativi proficui. Le associazioni che non dispongono di uno spazio adatto e spazioso nella loro sede potranno usufruire del Local Hub per fare assemblee, convegni o corsi», chiarisce ancora D’Anza.

Dotato di uffici privato, meeting room, conference Room e otto Postazioni Co-Working e una sala relax è uno spazio polifunzionale molto elastico. Ma cosa lo distingue dai tanti esempi come questo che ci sono in giro per l’Italia?



«All’interno del Local Hub è possibile costruire percorsi di alternanza per i ragazzi che frequentano la Scuola Superiore per avvicinarli al mondo del lavoro», spiega la direttrice, «i percorsi verranno concordati con l’Istituto ed il ragazzo in base alle sue necessità e alle soft skill». Per questo l’hub ha anche un’aula di storia «nata da un microprogetto, si tratta di un percorso di alternanza scuola lavoro innovativa tra Sbrighes! e l’Istituto B.Pinchetti di Tirano. Un’aula in disuso della scuola è stata trasformata da una classe in un’aula dedicata alla storia con la riproduzione di attrezzature e attività dell’epoca.

All’interno del Local Hub c’è poi lo school baby parking anch’esso figlio di un’alternanza «dove i ragazzi accudiscono i figli piccoli (fino a 6 anni) dei docenti, del personale ATA e dei genitori durante i colloqui scolastici o le riunioni. I ragazzi a turni, in gruppi di 5 sono così diventati operatori per la conciliazione dei bisogni dei loro insegnanti», aggiunge D’anza.

Il Co-Factoring invece è un’altra proposta nata in itinere, da un’idea di rigenerazione di un luogo non utilizzato nel Comune di Mazzo di Valtellina (SO) (una ex Scuola Media) che permette ai giovani del territorio di condividere idee e sviluppare progetti innovativi dell’artigianato 4.0 . «Vuole proporsi anche come Hub di opportunità, in cui le persone che lo frequentano trovano nuove competenze per concretizzare i loro progetti ed avere così nuove prospettive di lavoro in Valtellina. Il giovane team di tecnici altamente specializzato nel settore della domotica, della grafica 3D e dell’automazione è a disposizione per aiutare le persone a sviluppare queste nuove competenze», spiega D’Anza. «Per i giovani che non studiano e non lavorano che hanno voglia di mettersi in gioco per davvero e per chi sta cercando una specializzazione nel campo della stampa 3D e della domotica, il Co-factoring offre un servizio dedicato per aiutarli nella fase delicata di avvicinamento al lavoro. Attraverso l’attivazione di un percorso di accompagnamento ed orientamento alla crescita, proponiamo diversi laboratori attivi-formativi con lo scopo di approfondire le competenze tecniche e personali. A loro disposizione un tutor educativo e un tutor tecnico con l’obiettivo di affiancare e guidare i ragazzi nel loro percorso».

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