Filantropia

Coprogettazione & Bonus sociale: a Firenze, Fondazione Bocelli canta la modernità

di Giampaolo Cerri

Inaugurata ieri una nuova ala del complesso di San Firenze, dove l'ente filantropico voluto dal grande tenore ha trovato casa da qualche anno. Nuove attrezzatissime aule per i giovani del Global lab. E il restauro diventa una case history di amministrazione condivisa

Donatori, volontari, autorità: tutti su per lo scalone seicentesco. È stata innanzitutto una festa, ieri a Firenze, l’inaugurazione di una nuova ala della sede di Abf Foundation, la fondazione filantropica voluta, 14 anni fa, da Andrea Bocelli.

Il tutto si è svolto nel cuore della città, fra Palazzo Vecchio, Palazzo del Bargello e la bellissima Badia fiorentina, una dei tanti gioielli del capoluogo toscano che l’overtourism più zuccone ignora, perché ha da spender tempo in coda alla gelateria o alla focacceria di moda, come TripAdvisor comanda.

Nell’oratorio dei religiosi di san Filippo

La fondazione ha trovato casa pochi anni fa nel complesso di San Firenze, a lungo un convento e un oratorio dei padri Filippini, che lo fecero costruire proprio in onore di san Filippo Neri, religioso fiorentino, fondatore dell’ordine, ricordato come il “secondo apostolo di Roma”, per il gran lavoro educativo che fece coi giovani di strada dell’Urbe. “State buoni se potete”, gli si faceva dire in un bel musical degli anni ’80.

Per uno strano gioco del destino, in quel luogo che poi sarebbe passato, nel secolo scorso, a una funzione forse ugualmente educativa ma degli adulti, diventando sede del Tribunale, per uno strano gioco del destino, dicevo, in quelle stanze rivive, a distanza di secoli, una forte passione all’educazione e ai giovani, quella della Fondazione Bocelli. Quell’empowering people che sta scritto nel suo motto (insieme a community) è infatti riferito soprattutto ai giovani: ne ha coinvolti oltre 4mila lo scorso anno, con un lavoro a tappeto anche nelle scuole.

Da sinistra, Eugenio Giani, Veronica Berti, Andrea Bocelli, Maria Teresa Bellucci, Sara Funaro, Laura Biancalani, Silvia Gualdani e Marco Casamonti

Al quarto piano, proprio sopra la bellissima Fondazione Zeffirelli, questa dinamica realtà filantropica ha ristrutturato nuovi spazi, realizzando aule modernissime per il suo programma Global Lab: musicali, digitalizzate, per realizzare e fruire video, per scrivere progetti. Un intervento da 1,2 milioni, solo per la ristrutturazione.

Nella luce di quel restauro pregevole, curato (e completamente donato) dall’archistar Marco Casamonti, si muovevano ieri molti dei giovani che intorno alla fondazione orbitano: in tanti fra coloro che partecipano ai programmi decidono infatti di diventare volontari attraverso il Comitato delle ragazze e dei ragazzi per San Firenze, che fondazione coinvolge nella co-progettazione delle attività, alla luce del “fare con”.

La best practice filantropica

Sì perché, da best practice filantropica qual è, la fondazione presieduta da Stefano Aversa – assente per impegni professionali ieri, si immagina con rammarico essendo fiorentinissimo – con Veronica Berti Bocelli vice, da best practice filantropica, dicevamo, Abf Foundation è una realtà più avanzate dal punto di vista della gestione: sia nei comuni del post terremoto marchigiano, come Muggia e Sarnano, tanto per citare quelli raccontati da VITA di recente, sia qui, nel cuore rinascimentale d’Italia, gli interventi sono stati realizzato usando le possibilità, offerte e poco praticate, dell’amministrazione condivisa.

Lo ha ricordato Laura Biancalani, la direttrice generale, tra i primi masterizzati oltre venti anni fa in Management del non profit in Bocconi, e che s’era fatta le ossa filantropiche in una fondazione bancaria toscana prima di approdare, nel 2011, alla start-up della fondazione Bocelli.

La direttrice ha ringraziato la sindaca Sara Funaro e ricordato per nome i dirigenti che si sono resi disponibili ad affrontare questa ristrutturazione, secondo le possibilità di copregettazione introdotte dalla Riforma del Terzo settore. E co-programmazione, che si realizza anche in questo caso, perché l’edificio è stato affidato per 30 anni alla fondazione, per gli scopi sociali che sono riconosciuti di interesse pubblico.

Aula del Global Lab di Firenze – foto Pomilia per Abf Foundation

«Finalmente si dà attuazione a all’articolo 118 della Costituzione», ha detto Biancalani, intendendo soprattutto quel comma che ricorda come «Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà».

Il debutto del Social bonus

Ma questi spazi “a nuova vita restituiti”, si potrebbe dire parafrasando una celebre iscrizione che campeggia, da un secolo e mezzo, a cento metri da quel luogo, in Piazza Repubblica, cuore della ristrutturazione targata Savoia, hanno anche altro di significativo: la loro ristrutturazione ha beneficiato, tra le primissime in Italia del Social bonus, previsto anch’esso dalla Riforma e attivato dal ministero delle Lavoro e delle Politiche sociali con decreto del settembre scorso: un milione di credito di imposta di cui hanno beneficiato e beneficieranno i donatori della Fondazione per quest’opera, ognuno fino al 65% delle loro donazioni.

A fine anno si saprà quanti hanno donato, utilizzando questa nuova leva sociale: la vice-direttrice e chief financial officer, Silvia Gualdani, la donna degli ottimi numeri di Fondazione, gestirà certamente più risorsegrazie a questo meccanismo virtuoso.

Sala musica nella sede di Abf Foundation a Firenze

E la viceministra chiese aiuto al maestro

Per questo, Maria Teresa Bellucci, viceministra con delega al Terzo settore, non dissimulava certo la propria soddisfazione, dicendosi felice «perché questo bellissimo posto venga rianimato, rigenerato, messo a disposizione della cosa più preziosa che abbiamo, che è la vita e il valore di essa, e poter promuovere il diritto di ciascuno di potersi esprimere con le proprie potenzialità i propri talenti».

Anzi, Bellucci aveva preso al balzo l’appello del maestro a che in Italia, su questi temi, la politica lavori di comune accordo. Aveva detto Bocelli: «Questo luogo rappresentanza l’Italia che fa», e rivelato d’avere un sogno: «Vedere maggioranza e opposizione lavorare assieme su queste iniziative: rimarrà una chimera, forse, ma io ci spero».

La viceministra gli aveva rivolto allora una preghiera: aiutare a diffondere lo strumento del Social Bonus: «Promuoverlo e farlo arrivare a tutti a quelle 400mila realtà del Terzo settore che animano l’Italia quell’oltre milione di operatori sociali, quel 5 milioni di volontari. Dirgli che c’è questa opportunità: lo Stato c’è, le Regioni ci sono, i Comuni ci sono. Venite e cogliete questa occasione e tanti posti come questo del complesso monumentale di San Firenze diventeranno belli, così belli come i giovani che oggi ho visto».

Miracoli di San Firenze

In effetti Azzurra, Dafne, Martina, Tania e Silva, cinque “sanfiorentine” che accolgono i visitatori e spiegano le aule e le attività che ci si svolgono, anche in inglese a qualche donors nordamericana, sono belle di giovinezza e di ideali: tutte sono state con la Fondazione a Mostar, Sarajevo e Sebrenica, hanno visto i segni della guerra, ancora ben visibili dopo più di 30 anni, e ne parlano con sentimento, come di un’esperienza che si fa lezione per una vita. Studentesse all’ultimo anno in un istituto di tecniche sanitarie e in un liceo psicopedagogico, continuano a frequentare la sede e si ritrovano almeno una volta al mese col Comitato (e arrivano da Pisa, salvo una fiorentina!).

Giovani del Global Lab in posa per VITA (foto di Giampaolo Cerri)

Non sanno ancora cosa faranno da grandi: qualcuna parla di chimica, altre di professione di scienze infermieristiche. Sicuramente non saranno ciniche o svogliate mai: hanno fatto un’esperienza con la realtà, che le ha costruite come persone.  Miracoli di San Firenze o di san Filippo, per chi crede, come Bocelli.

Se proprio non si vuol risalire agli anni dei padri Filippini, quando questi spazi e o quelli vicina risuonavo delle grida, dei giochi, degli inni sacri dei bambini, inevitabile ripensare a quando, nel 900 e fino ai primi anni 2000, in questi lungo corridoio giravano i faldoni dei processi. A volte, in quelli civili, anche gli incartamenti dei falliti. Ora ci studiano, si appassionano, discutono, si confrontano alcuni ragazzi e le ragazze della Generazione Z, empowered da Fondazione Bocelli. E forse nella vita, sbaglieranno forse qualche volta, ma non falliranno mai.

Meglio gli studenti dei piccioni, sotto le volte barocche

La chiusa sentimentale di questo racconto, tuttavia, non renderebbe completamente giustizia al lavoro di Abf Foundation e allora è meglio scriverne un’altra: nel 2017, quando Biancalani accompagnò l’allora sindaco Dario Nardella in un sopralluogo in quegli spazi abbandonati da qualche anno, si trovò di fronte a un gran deposito di guano di piccione: i volatili, non avendo infatti pietà per l’inconcludenza umana che lasciava immensi spazi abbandonati a sé, ci si erano accomodati. E dunque che la politica si sia fatta volentieri tirare per la giacca dal Terzo settore, scrivendo in questo caso pagine di “buona politica”, è propriamente una gran bella notizia.

Meglio gli studenti che i piccioni, sotto le volte barocche: facciano pure oh!, come cantava Povia, mai sui tetti di Firenze, come cantava De Gregori.

Le foto sono di Morresi per Abf Foundation tranne le due, all’interno del pezzo, di Pomilia e dell’autore come indicato nelle didascalie.

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