Giorgio Marcello

Budget di salute: sistema di cura e di comunità

di Maria Pia Tucci

«In Calabria il ritardo accumulato rispetto al budget di salute è notevole » - ci dice il professore Giorgio Marcello - «E nel corso degli anni ha determinato la perdita di risorse e di opportunità di sviluppo locale. Ma ora qualcosa finalmente si muove, e in molti ambiti gli attori pubblici e le organizzazioni di Terzo settore più consapevoli stanno ponendo le condizioni per innovare la rete dei servizi alla persona ».

Parte alle 15 di oggi il ciclo di webinar dedicati al budget di salute in Calabria, focus organizzati dal coordinamento regionale del CNCA in collaborazione con il movimento Comunità Competente.

Il panel di questo primo incontro “Il Budget di salute: modello innovativo tra il sistema di cura e il sistema di comunità” potrà essere seguito sulla pagina facebook della Comunità Progetto Sud

A relazionare saranno l’onorevole Celeste D’Arrando, prima firmataria della proposta di legge e Angelo Moretti, Presidente RES – INT Rete Economia Sociale Internazionale nonché Presidente Rete Economia Civile “Sale della Terra”, tra i primi a sperimentare lo strumento del budget di salute.

A coordinare l’ incontro sarà il prof. Giorgio Marcello Docente del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali della Università della Calabria e proprio a lui abbiamo posto alcune domande per entrare meglio in quello che è lo stato dell’arte in Calabria rispetto al recepimento della proposta di Legge “Introduzione sperimentale del metodo del budget di salute per la realizzazione di progetti terapeutici riabilitativi individualizzati” depositata il 9 aprile 2019 presso la Camera dei Deputati della Repubblica.

Professore Giorgio Marcello, il budget di salute. Uno strumento per innovare la sanità e coniugare il sociale. in Calabria a che punto siamo?

Entro subito nel merito, dicendo innanzitutto che lo strumento (organizzativo-gestionale) dei Budget di salute (BdS) rappresenta una delle elaborazioni e applicazioni più interessanti in tema di integrazione sociosanitaria in Italia. Tale strumento comporta una ricollocazione della spesa (che per questa via viene convertita da costo ad investimento sociale): dall’ospedale o dalla struttura contenitiva (residenziale o semi residenziale) in servizi alla persona finalizzati all’empowerment, al trasferimento di potere dall’istituzione e dai suoi operatori alla persona.

Il sistema del BdS rappresenta un esempio di integrazione socio-sanitaria realizzata, in quanto è espressione della consapevolezza per cui la piena realizzazione dell’universalismo dei diritti passa attraverso la personalizzazione degli interventi. Si tratta proprio di un nuovo frame, che permette il transito da un approccio centrato sulla categorizzazione degli interventi (che portava come conseguenza l’istituzionalizzazione della vita fragile), ad uno centrato sulla persona.

La proposta di legge in materia di BdS rappresenta un fatto importantissimo, in quanto tale legge potrà permettere la sperimentazione di questo dispositivo su tutto il territorio nazionale. V’è tuttavia da sottolineare che, pur in assenza di una norma puntuale, già da anni,il sistema del BdS viene applicato con successo in diverse regioni d’Italia, utilizzando le norme che già c’erano.

Quali professionalità sono necessarie. Ne disponiamo o dobbiamo preoccuparci anche della formazione?

Il cuore del dispositivo è rappresentato dall’unità di valutazione integrata, un organo in cui convergono professionisti/e dei servizi sociali del territorio, dei servizi sanitari, del terzo settore. Si tratta di una equipe di lavoro multiprofessionale, in cui è possibile attivare tutte le competenze che sono necessarie per la predisposizione dei piani terapeutico riabilitativi individuali. Alla Uvi è affidato anche il monitoraggio e la valutazione di esito dei ptri. Questo vuol dire che per avviare la sperimentazione del BdS è necessaria come precondizione l’esistenza di forme, anche embrionali di integrazione tra servizi sociali e sanitari. La conseguenza prevedibile per la Calabria, in cui solo pochi ambiti territoriali sociali dispongono di servizi sociali efficienti, e la sanità territoriale è stata desertificata da più di dieci anni di commissariamento, è che il coefficiente di complessità di questa pratica sarà più elevato che altrove.

A quali risorse economiche possiamo fare riferimento?

Un dato oggettivo è il seguente: la legge di conversione 17 luglio 2020, n. 77 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (c.d. Decreto Rilancio) Comma 4-bis, afferma che “ (…) per la presa in carico e la riabilitazione delle categorie di persone più fragili, è necessario attivare la sperimentazione (…) di strutture di prossimità per la promozione della salute e per la prevenzione, nonché per la presa in carico e la riabilitazione delle categorie di persone più fragili, ispirate al principio della piena integrazione socio-sanitaria, con il coinvolgimento delle istituzioni presenti nel territorio, del volontariato locale e degli enti del Terzo settore senza scopo di lucro. I progetti proposti devono prevedere modalità di intervento che riducano le scelte di istituzionalizzazione, favoriscano la domiciliarità e consentano la valutazione dei risultati ottenuti, anche attraverso il ricorso a strumenti innovativi quale il budget di salute individuale e di comunità”. Questo vuol dire che gli spazi per allargare la sperimentazione del bds certamente si amplieranno. Resta il problema di individuare le risorse necessarie, che potrebbero anche essere recuperate attraverso il PNRR. Detto questo, rimango convinto tuttavia che le possibilità reali di recepire lo strumento del BdS sono legate più a processi di maturazione politico culturale (sia degli attori pubblici che del privato sociale) che alla quantità di risorse finanziarie disponibili.

Il legame tra Amministrazioni pubbliche e Terzo settore. Una risorsa di rete per raggiungere i territori. quale la strada in Calabria?

Il percorso è aspro, ma non impossibile. Gli ambiti territoriali sociali stanno predisponendo per la prima volta i piani di zona, a più di venti anni di distanza dalla approvazione della L.n. 328/2000. Il ritardo accumulato è notevole, e nel corso degli anni ha determinato la perdita di risorse e di opportunità di sviluppo locale. Ma ora qualcosa finalmente si muove, e in molti ambiti gli attori pubblici e le organizzazioni di Terzo settore più consapevoli stanno ponendo le condizioni per innovare la rete dei servizi alla persona.

I prossimi incontri in calendario:

giovedì 8 luglio dalle 15 alle 17 con il webinar: Budget di salute: pratiche condivise dell’integrazione socio-sanitaria nei progetti terapeutici riabilitativi individualizzati e sarà coordinato dal dott. Rubens Curia con la presenza della dott.ssa Rossella Manfredi, Direttrice Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze ASP di CZ, e dell’avv. Luciano Squillaci portavoce del Forum del Terzo Settore Calabria.

Il ciclo informativo sul budget di salute si concluderà giovedì 15 luglio sempre dalle 15 alle 17 con l’incontro dal tema Budget di salute: la coproduzione per una trasformazione culturale dei servizi sociali e sanitari. Quest’ ultimo webinar sarà coordinato da Marina Galati e vedrà la partecipazione del dott. Giampiero Griffo, presidente di DPI e membro del Board Disability European Forum, Davide Motto, Responsabile area salute mentale coop. Lotta contro l’ emarginazione e membro del direttivo della WAPR Italia.

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