5 per mille

Al Monzino la ricerca fa battere il cuore

di Nicla Panciera

Il Centro Cardiologico Monzino è un'eccellenza europea nella ricerca e nella cura delle malattie cardiovascolari. Il 5 per mille finanzia la ricerca anche nelle sue fasi più embrionali: «Alla ricerca biomedica per ottenere risultati serve la libertà di esplorare nuove idee e intraprendere strade originali. Il 5 per mille ci dà la libertà di fare una ricerca non profit, indipendente e innovativa», dice il professor Giulio Pompilio

Destinare il 5 per mille «è un fattore di libertà. Proprio quella che serve alla ricerca biomedica per ottenere risultati importanti: la libertà di esplorare nuove idee e intraprendere strade originali, seguendo associazioni e ragionamenti inediti. Serve un terreno fertile allo sviluppo del pensiero, che non va costretto in percorsi e vincoli imposti»: parla così Giulio Pompilio, professore di cardiochirurgia della Statale di Milano e direttore scientifico del Centro Cardiologico Monzino Irccs, primo ospedale esclusivamente cardiologico in Europa e dal 1992 primo Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico in Italia ad esclusiva vocazione cardiovascolare.

Il Centro Monzino è sempre in cima alle classifiche delle eccellenze nella ricerca e nella cura delle malattie cardiovascolari. Ogni paziente qui ha accesso a quanto la ricerca ha di meglio da offrire proprio per la costante e strutturata collaborazione e integrazione tra attività di ricerca e attività clinica. Lo ricorda il professor Pompilio, che è anche responsabile dell’Unità di biologia vascolare e medicina rigenerativa: «Io stesso, da medico, ho svolto attività di ricerca in laboratorio». E aggiunge: «Proprio questo dialogo tra specialisti favorisce e promuove avanzamenti della conoscenza, a cui gli oltre 80mila pazienti che vediamo ogni anno possono avere accesso in tempo reale e immediatamente trarne beneficio». I progetti di ricerca attivi al Monzino sono 123 e un centinaio sono le sperimentazioni cliniche attivate ogni anno: «Non dimentichiamo che oggi la possibilità di essere reclutati in studi clinici sperimentali è considerata una importante opportunità in più per i pazienti di avere accesso alle più avanzate soluzioni terapeutiche».

Il dialogo tra specialisti favorisce e promuove avanzamenti della conoscenza, a cui i nostri pazienti hanno accesso in tempo reale. La possibilità di essere reclutati in studi clinici sperimentali è un'importante opportunità in più per avere accesso alle più avanzate soluzioni terapeutiche

Giulio Pompilio, direttore scientifico Irccs Monzino

L’interdisciplinarietà e la traslazionalità contraddistinguono l’organizzazione del Monzino. «L’avanzamento della conoscenza funziona per tentativi ed errori, il punto d’arrivo di un lavoro non è mai stabilito a priori e per quanto si parta da evidenze certe e ci si sforzi di fare ipotesi plausibili, non è pensabile di ottenere sempre risultati decisivi senza sbagliare e dover ricominciare daccapo. Questo riguarda tutti i livelli della sperimentazione, incluse le strutture e il personale sanitario e tecnico, oltre che di ricerca», prosegue Pompilio. Il Monzino riceve fondi ministeriali, dalle varie agenzie sanitarie e di ricerca nazionali e internazionali e da alcune fondazioni. «Con il 5 per mille, senza cui saremmo “zoppi”, anche i singoli cittadini sostengono la ricerca anche nelle sue fasi più embrionali e incerte. Siamo grati a ciascuno di loro perché ci danno la libertà di fare una ricerca non profit, indipendente e innovativa e sempre fin da subito traslazionale, cioè orientata al paziente, come è nella nostra vocazione».

Alcuni esempi di scoperte rese possibili dai finanziamenti del 5 per mille? È al via uno studio clinico su una patologia con una forte base genetica, la cardiomiopatia aritmogena, caratterizzata da una graduale sostituzione del muscolo cardiaco con del tessuto fibroso e adiposo. «Lo studio è basato su una scoperta che abbiamo fatto analizzando i dati di laboratorio, interpretandoli in chiave meccanicistica. Sulla base dell’accurata conoscenza della genetica della patologia, abbiamo quindi individuato un potenziale fattore di rischio e determinate prognostico negativo, alla base di forme più gravi di disfunzione ventricolare e di eventi aritmici tipici di questa cardiomiopatia. Si tratta di una frazione del colesterolo cattivo, il colesterolo LDL ossidato. Ora stiamo testando l’efficacia di una procedura relativamente molto semplice e diffusa, come il controllo dei livelli di colesterolo. Ci sono voluti tempo e risorse, ma ora potremmo avere la soluzione in mano: ci aspettiamo infatti di poter riposizionare altri farmaci comuni, come ad esempio le statine, per la cura di questa malattia».

Un altro esempio di ricerca indipendente finanziata in parte con i fondi del 5 per mille a cui Pompilio tiene molto è forse più lontana da un’applicazione clinica, ma è cruciale per molte malattie non solo cardiologiche. «Si tratta di un programma di cardio-oncologia che vuole indagare la ragione per cui il cuore non si ammala di cancro ed è meno sensibile alle metastasi. Quali meccanismi protettivi mette in atto? Qual è il ruolo della sua “pigrizia” nel ricambio cellulare? Saperlo potrebbe aiutare tutta la ricerca oncologica». Il progetto sta coinvolgendo cardiologi e oncologi, esperti di medicina rigenerativa e computazionale, questi ultimi impegnati nella creazione di modelli accurati di contrazione cardiaca. «Dove ci porterà questa via non lo sappiamo ancora, ma abbiamo bisogno di fondi per scoprirlo».

Infine, c’è tutto il nuovo filone della cardiogenetica clinica e sperimentale, che sta assumendo un ruolo sempre più importante non solo in fase di diagnosi ma anche di stratificazione prognostica e di guida al trattamento, nonché di suggerimento per i familiari dei pazienti. Il Monzino è uno dei pochi centri in Italia dedicati al trattamento di alcune malattie cardiache ereditarie rare che spesso colpiscono i giovani e l’inquadramento genetico è parte della routine clinica. Ma, anche qui, la ricerca riveste un ruolo cardine, così come il dialogo tra l’ambulatorio e il laboratorio: «Esistono molte alterazioni geniche identificate, le cosiddette varianti di significato incerto, di cui ancora non conosciamo la reale rilevanza clinica. È questa un’altra direzione di ricerca molto promettente», conclude Pompilio.

Per destinare il 5 per mille al Centro Cardiologico Monzino metti la tua firma nella casella "finanziamento della ricerca sanitare" e inserisci il codice fiscale 13055640158.

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