Economia

Storie di artigianato a trazione turistica

Donne che a Verona ripartono creando collezioni esclusive, il Museo della Mandorla di Avola, percorsi comunitari per le persone disabili a Grottaglie. E ancora: la bottega che a Como rimette in gioco ragazzi fragili e una mostra itinerante in Piemonte realizzata da detenuti. Sono solo alcuni esempi di attività realizzate da associazioni ed enti non profit che ci fanno scoprire il volto solidale dell’Italia. Da conoscere e… visitare

di Nicola Varcasia

Con i maestri artigiani 4.0 per un viaggio nel turismo sociale.

Su VITA di giugno, in edicola o acquistabile qui dedicato alle 70 mete cambiate dall'azione del non profit – c'è un intero capitolo dedicato all’artigianato sociale.

Il nostro itinerario parte da Contrada degli Artigiani, a Como, una bottega che rifà belle tutte le cose dando lavoro a ragazzi in difficoltà. In giro per le province piemontesi, grazie al coordinamento delle Pro Loco regionali, troveremo la mostra itinerante Liberi di imparare, mentre a Savona il nuovo Giardino delle Ceramiche, che sorge nel Fossato della Fortezza Priamar, simbolo della città. Ad Avesa, vicino Verona, l’impresa tessile Quid recupera tessuti donati dalle case di moda e li trasforma in collezioni limitate. A crearle, in maggioranza donne che hanno avuto bisogno di ripartire con un nuovo lavoro o una nuova vita. Ancora più a est, la Sartoria Sociale Lister di Trieste ha una storia tutta da “indossare”. Verso sud, ad Avola, con un buon bicchiere di Nero ci attende l’attrazione che non ti aspetti: il Museo della Mandorla. Vicino Palermo apprezzeremo i risultati del progetto Foresteria Archeologica, tornata attiva, come il museo di Avola, grazie a Confartigianato ANCos. E se a Matera l’artigianato sociale si è dotato dell’Hub Matera Viva, a Grottaglie (Taranto), la Pro Loco ha creato dei percorsi tattili e sensoriali affinché anche i ragazzi con disabilità potranno imparare a suonare le trombe di argilla note per le loro “pernacchie”. Risalendo verso nord, a San Patrignano ci faranno compagnia le decorazioni artistiche esposte anche alla recente mostra Homo Faber a Venezia.

Il professor Stefano Micelli, docente di Economia e Gestione delle Imprese all’Università Ca’ Foscari chiarisce il valore tutt’altro che simbolico di queste (e mille altre) iniziative di artigianato sociale: «L’idea di un’artigianalità che recupera il sociale e dà spazio alla soggettività è chiamata a diventare, almeno in parte, la matrice generativa di un nuovo modo di fare impresa». Buon viaggio.

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