Mondo

Storace a Prodi: perché hai tolto i fondi all’ospedale di Baghdad?

Storace indirizza un'interpellanza al premier e ai ministri di Difesa, Esteri e Salute, per avere chiarimenti sul disimpegno dal Medical city hospital

di Paolo Manzo

Potenziare le missioni civili dell’Italia? Bene, ma allora perche’ avete tolto i finanziamenti all’ospedale di Bagdad? Francesco Storace indirizza una interpellanza fortemente polemica al premier Romano Prodi, ai ministri della Difesa, degli Esteri e della Salute, per avere chiarimenti sul disimpegno del nostro Paese dal Medical city hospital della capitale irachena. “La missione di pace in Iraq decisa dal Governo Berlusconi e’ iniziata il 9 maggio 2003 con l’arrivo a Baghdad di un ospedale da campo della Croce rossa italiana con 21 operatori e 15 carabinieri”, ricostruisce Storace all’agenzia Dire. “Il governo italiano, proprio per mantenere ancora una posizione di non adesione alla guerra, decise di finanziare la Croce rossa, ente neutrale ed indipendente a cui venne chiesto di impiantare un ospedale da campo prima e, successivamente, provvedere alla gestione di alcuni reparti del Medical city hospital”. Ma la conclusione della missione Antica Babilonia “decisa dal governo Prodi, oltre a privare della sicurezza ancora indispensabile la popolazione della provincia di Dihar, si e’ provveduto alla chiusura del Medical city hospital a Baghdad, al quale contrariamente a quanto deciso dal governo precedente sono stati negati i fondi assegnati”. Con la conseguenza, sottolinea l’ex ministro della Salute, “privando di cure migliaia di persone e del posto di lavoro oltre cento famiglie di medici, infermieri e tecnici iracheni, oltre a quelle che ne beneficiavano per l’indotto (acquisti, viveri e medicinali in primis)”. Dunque, se “il presidente Prodi ed il ministro D’Alema ritengono che le missioni civili debbano essere aumentate e rinforzate rispetto a quelle militari”, sarebbe allora “interessante sapere perche’ hanno chiuso l’ospedale a Baghdad”. Storace prosegue: “Probabilmente perche’ non vi e’ la possibilita’ di operare con personale italiano per carenza di sicurezza. Ma allora- incalza- senza una presenza militare che la garantisca non e’ neppure pensabile al mantenimento di alcuna missione civile in nessuna parte dei paesi in cui vi sono conflitti in corso. Tanto vale essere coerenti e ritirare tutte le missioni italiane ovunque siano dislocate”.


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