Sostenibilità

Stop alla censura preventiva per giornalisti e ONG

Appello su www.ostinatiperlapace.org contro la riforma dei codici penali militari di pace e di guerra

di Giulio Leben

Un appello, che vede Alex Zanotelli tra i primi firmatari, per fermare la revisione delle leggi penali militari di pace e di guerra. E’ possibile sottoscriverlo sul sito www.ostinatiperlapace.org. La riforma già passata al Senato e in procinto di essere approvata anche alla Camera prevede, tra l’altro, che in paesi con una presenza di militari italiani (come ad esempio l’Iraq), il Codice Penale Militare di Guerra possa essere applicato anche per i civili. Ciò vuol dire che giornalisti, membri di ONG e chiunque decida di diffondere “verità scomode” si troverebbe, a meno di una scelta rivolta alla disobbedienza civile, nella condizione di dover non vedere, non sentire e non parlare.

La riforma dei codici penali di guerra si prefigura così come un vero attacco alla democrazia. In deroga ai principi sanciti dalla Costituzione la riforma rende legittima l’adozione della legge penale di guerra e allo stesso tempo sottopone alla legge penale militare alcuni reati comuni commessi da militari. Il testo della riforma limita inoltre fortemente l’agibilità dei diritti democratici nelle caserme prevedendo la trasformazione delle trasgressioni disciplinari in reati militari.

È necessaria pertanto aprire una discussione ampia che coinvolga la magistratura, i cittadini in divisa, i giornalisti, la società civile e le istituzioni per approfondire ed eliminare i molti aspetti inquietanti di questa proposta di legge. L’obiettivo di questa revisione dei codici penali militari è, di fatto, quello di offrire un contributo normativo alla costruzione del nuovo ordine (o disordine) globale e alle teorie della guerra permanente. Normare l’emergenza bellica per normalizzare la guerra. Inoltre è alto il rischio di una definitiva decostituzionalizzione del concetto di “tempo di pace” e “tempo di guerra”, sino a una integrale perdita di senso di quanto stabilito dall’art. 11, il cui valore quale principio fondamentale della nostra Costituzione è stato già pesantemente messo in discussione da altri atti posti in essere da questo e da altri governi e precedenti assemblee parlamentari del nostro Paese.

E’ necessario allora tentare di invertire la rotta e tentare di recuperare un’altra idea di codice militare, incardinato sui principi costituzionali, che riconosca la centralità del parlamento (e non di un governo delegato) e che soprattutto sia in grado di fare i conti con quel ripudio della guerra che è parte integrante della Costituzione repubblicana e oggi anche della coscienza politica di tanta parte dell’opinione pubblica (italiana e internazionale).
Risulta, quindi, urgente reagire alla sistematica compressione delle garanzie costituzionali (basti pensare alla violazione dell’art. 11 della Costituzione), affermando e salvaguardando con forza la libertà di informazione ed il diritto ad informare ed essere informati, soprattutto riguardo a fatti di forte drammaticità e peso civile, nei quali una corretta informazione è principio della capacità di controllo e valutazione dell’operato delle istituzioni a governo del Paese.

Il Gruppo Nonviolenza di Rete di Lilliput e Articolo11 (Presidio permanente davanti a Palazzo Chigi per il ritiro delle truppe dall’Iraq) propone così di aderire all’appello e ad attivarsi per fermare l’approvazione alla Camera della delega per la revisione delle leggi penali militari (di pace e di guerra).
Per dare la propria disponibilità ad attivarsi è possibile mandare una email direttamente all’indirizzo artundici@libero.it o chiamare telefonicamente Manuele Messineo del Nodo Lilliput di Roma al 349/5705059.

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