Parte oggi la campagna ZEROXCENTO promossa dall’Assif dopo la sollecitazione di più blogger e professionisti attivi nella raccolta fondi.
Quella dell’associazione dei fundraiser italiani è finalmente una posizione chiara sul perché del rifiuto al guadagno percentuale sui risultati nella promozione della buona causa. La strada percorsa è quella del manifesto, indicando le ragioni e facendolo con l’eleganza che ha contraddistinto negli anni i diversi direttivi, incluso quello presente a firma del presidente Luciano Zanin.
Un fundraiser sa che:
1) l’efficacia dell’attività non dipende unicamente dal proprio operato, bensì da una pluralità di fattori;
2) guadagnare a percentuale può indurre a scelte e comportamenti più mirati al guadagno personale che all’interesse dell’ente per cui opera;
3) il proprio operato è frutto di relazioni, reciproca fiducia, consenso e adesione con il donatore. Tali valori devono essere mantenuti e rispettati;
4) il reale valore della prestazione fornita tiene conto anche dei risultati intangibili che la sua attività genera con passione, etica e competenze.
Da donna con un passato in pubblicità, aggiungo un solo aspetto che mi sta a cuore: nessuno si senta giustificato, solo perché opera con organizzazioni nonprofit, ad accettare (o proporre) compensi a percentuale. Se così fosse, è giusto che sia consapevole della propria responsabilità nello svilimento della professione e del proprio contributo nel mettere a dura prova la bontà del lavoro dei propri colleghi.
Da fundraiser, dirò di più: l’educazione alla buona gestione della ONP parte da noi. In termini puramente microeconomici, nel momento in cui cesserà l’offerta, anche la domanda tenderà ineluttabilmente allo zero.
Parafrasando un payoff ben noto sui comportamenti lesivi delle cattive pratiche: la percentuale sul fundraising nuoce anche te, digli di smettere! Come in ogni categoria, c’è un codice di condotta e regole non scritte che sanciscono una professione. Un fundraiser è fundraiser dentro. E questo lo sa.
Se ci fosse ancora bisogno di dirlo, questa è la mia posizione e ne parlo diffusamente anche qui. Per il resto, se condividi la posizione assunta dall’Assif, questo è il mio invito: aderisci, comunica, promuovi. Senza esitazione alcuna.
Diversamente, racconta qui le ragioni che ti spingono a dire (o fare) il contrario. Parlarne è l’unico modo per comprendere. Grazie!
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.