Volontariato
Stop al decentramento troppo spinto
Comune di Bologna Amelia Frascaroli, neoassessore ai Servizi sociali
L’hanno definita “la cattolica rossa”, è stata considerata un esperimento dell’inedito ticket Romano Prodi – Nichi Vendola. Lei, Amelia Frascaroli, non ci fa caso più di tanto. Pesano di più i vent’anni di esperienza in Caritas e le migliaia di preferenze prese alle ultime elezioni, che ne hanno fatto la donna più votata di tutta Italia. Ora, dopo aver gareggiato alle primarie contro il sindaco Pd Virginio Merola, fa parte della sua squadra in un ruolo chiave: a lei sono state affidate le deleghe ai servizi sociali, volontariato, associazionismo e partecipazione.
Si era parlato di lei anche per l’incarico di vicesindaco e per altre cariche. Alla fine si occuperà di servizi sociali e volontariato, è un caso?
Un assessorato non vale l’altro. Ho sempre detto che mi sarei occupata di quello che so e che so fare. Quindi la mia disponibilità era esclusivamente relativa al settore del sociale.
Da dove è partito il suo lavoro?
Sto guardando alle fragilità di questa città. Qui c’è la tradizione di un grande patrimonio di servizi attorno alle persone, è da lì che bisogna ripartire. Sto lavorando per rimettere in moto questa macchina affaticata.
A cosa si deve questa fatica?
Stiamo pagando le scelte degli ultimi anni di gestione. Le amministrazioni precedenti, a partire da quella Cofferati, hanno scelto di decentrare molti servizi. Da un lato questo è stato utile per avvicinare l’amministrazione anche alle periferie, dall’altro si sono lasciati scoperti dei temi che hanno bisogno di un punto di sintesi e che non possono essere frammentati. Mi riferisco in particolare alla tutela di categorie come i minori e gli immigrati. In questi casi il decentramento ha moltiplicato il peso dei problemi, ora dobbiamo ritrovare l’integrità di questa rete di servizi.
La vostra giunta eredita la gestione del commissario Anna Maria Cancellieri. In che modo ha pesato il commissariamento sul suo settore?
L’assenza di una guida politica ha fatto sì che il massimo cui si potesse aspirare fosse il mantenimento dell’esistente. Ma sono state fatte anche scelte difficili. Ad esempio sono state aumentate le tariffe degli asili nido. Sacrifici come questo erano però inevitabili: se non fossero stati fatti prima, avremmo dovuto farli noi adesso.
Se dovesse indicare un obiettivo da raggiungere per la fine del suo mandato, quale sarebbe?
Nessuno resti solo. Nessuno dorma per strada. Per fare questo sarà importante coinvolgere tutto il mondo dell’associazionismo o del volontariato. Non abbiamo molta scelta: o facciamo così o nessuno ne esce vivo, neanche chi adesso si sente più tutelato.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.