Sostenibilità

Stop al carbone a Porto Tolle, esultano gli ambientalisti

La Commissione di Via chiede ulteriori accertamenti. Comunicatao congiunto di Greenpeace, WWF e Legambiente: riconosciute le nostre preoccupazioni

di Redazione

?Non passa il progetto di riconvertire a carbone la centrale di Porto Tolle?. All?indomani della riunione della commissione per la valutazione di impatto ambientale, Greenpeace, WWF e Legambiente sottolineano la vittoria delle associazioni ambientaliste nel bloccare il tentativo di aprire in Italia un?ennesima centrale altamente inquinante. Chiedendo ulteriori integrazioni al progetto presentato da Enel, la commissione VIA del Ministero dell?Ambiente ha riconosciuto la fondatezza delle preoccupazioni sollevate da ambientalisti e cittadinanza sulle pesanti conseguenze che avrebbe la conversione a carbone della centrale.

Il carbone pulito non esiste; al contrario, il carbone è il primo nemico del riscaldamento globale, con le più alte emissioni specifiche di gas serra tra i combustibili fossili. Le centrali a carbone emettono il doppio della CO2 rispetto a quelle a gas – l?impianto di Porto Tolle una volta riconvertito produrrà circa 11 milioni di tonnellate di CO2 all?anno. La centrale di Porto Tolle, peraltro, si colloca in un?area estremamente sensibile quale il Delta del Po, all?interno di un Parco Regionale che dovrebbe servire a tutelare uno degli ecosistemi umidi di più alto valore per la biodiversità.

Le Associazioni ambientaliste auspicano che alla fine la Commissione VIA, nella propria piena indipendenza, arrivi a pronunciarsi negativamente sulla riconversione a carbone riconoscendo l?insostenibilità ambientale di un simile progetto che, non solo ci allontanerebbe ulteriormente dagli obiettivi di Kyoto, riversandone i pesanti costi sulla collettività, ma metterebbe a rischio gravissimo un?area naturale di inestimabile valore. Greenpeace, Legambiente e WWF sottolineano che le istituzioni devono agire con coerenza per avviare una rivoluzione energetica pulita e abbattere le emissioni di gas serra del 30% nei prossimi 15 anni. La nuova politica dell?efficienza e delle rinnovabili garantirà di gran lunga più posti di lavoro di quanto non facciano e non possano fare le centrali di tipo tradizionale.


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