Politica

Stop ai seggi nelle scuole, il Viminale apre un tavolo di lavoro

Nelle votazioni del 20-21 settembre si è votato in seggi fuori degli edifici scolastici in 465 comuni italiani su circa 8mila, fanno sapere dal Viminale. La ministra Lamorgese accelera in vista delle elezioni di primavera: «obiettivo principale è di non aggravare l'ordinaria programmazione delle attività scolastiche»

di Redazione

La farsa di settembre ha messo a nudo il re. È apparso folle agli occhi di tutti chiudere le scuole tre giorni dopo averle riaperte, dopo una chiusura di sette mesi. Pochissimi però i virtuosi che sono riusciti a trovare sedi alternative al voto, per gli altri braccia allargate, sospiri dispiaciuti e “impossibile cambiare le cose”. Con le Poste che hanno gentilmente respinto l’invito perché sarebbe stato interruzione di pubblico servizio: perché, quello delle scuole cos’è? Evidentemente è un pubblico servizio di serie B (e cominciano ad essere francamente troppi i campanelli d’allarme che dicono che per tanti, troppi, il diritto all’istruzione per i nostri figli, parole a parte, è concretamente un diritto di serie b). Ora orse si è deciso di cambiare.

Nelle votazioni del 20-21 settembre sono state 1.453 le sezioni elettorali collocate al di fuori degli edifici scolastici, fanno sapere dal Viminale, in 465 comuni italiani su circa 8mila.

Smetteremo di votare nelle scuole? Speriamo. Il Viminale ha inviato una circolare il 2 ottobre scorso a firma del capo Dipartimento per gli Affari interni e territoriali Claudio Sgaraglia, che invita le prefetture a proseguire nella ricerca di immobili alternativi agli edifici scolastici da destinare ai seggi elettorali. «Un'attività già avviata dal ministero dell'Interno, d'intesa con l'Anci, nel corso delle ultime elezioni, da svolgere in collaborazione con le amministrazioni locali. Obiettivo principale è di non aggravare l'ordinaria programmazione delle attività scolastiche in previsione del turno elettorale del prossimo anno».

«Avviene già da decenni in molti altri Paesi europei. Sin da su subito abbiamo chiesto che si superasse questa pratica irrispettosa e incivile che perdura da troppo tempo nel nostro Paese e che lede il diritto costituzionale allo studio interrompendo, ad ogni tornata elettorale, l'erogazione di un servizio pubblico cruciale quale è quello della scuola. Tanto più che, in questo periodo di emergenza, non si può pensare di sottrarre ulteriori spazi alle scuole né di privare i ragazzi di un solo giorno in aula», afferma Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva. «Apprezziamo vivamente e condividiamo la decisione del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese di proseguire l’interlocuzione con l’Anci, attraverso l’istituzione di un gruppo di lavoro per individuare immobili alternativi agli edifici scolastici, d'intesa con le Prefetture, da utilizzare come seggi elettorali. Cittadinanzattiva è disponibile attraverso i propri rappresentanti territoriali ad interloquire con i Sindaci e a collaborare al fine di trovare soluzioni alternative. Occorre impegnarsi da subito perché già in occasione delle elezioni di primavera si possano utilizzare i nuovi seggi, evitando così ulteriori perdite di giorni di scuola in presenza ai nostri studenti già fortemente penalizzati».

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