Non profit

Stefano Malfatti, fundraiser dell’anno

Domani apre la VII edizione del Festival del Fundraising, in cui sarà presentato anche il primo censimento dei professionisti in materia. Intervista al direttore della raccolta fondi della Fondazione Don Carlo Gnocchi, che mercoledì ritirerà il riconoscimento

di Sara De Carli

Laurea in Economia e commercio, piemontese di nascita ma milanese fin dai tempi dell’Università, 46 anni, Stefano Malfatti (direttore della raccolta fondi della Fondazione Don Carlo Gnocchi) è il vincitore dell’Italian Fundraising Award 2014, che riceverà mercoledì alla VII Festival del Fundraising che si apre domani. Giovedì 15 invece Valerio Melandri presenterà i dati del primo censimento dei fundaraiser italiani, che ha individuato oltre 6mila professionisti.  

Chi è il Stefano Malfatti, fundraiser dell’anno?
Sono in Don Gnocchi da 21 anni e lì ho avuto occasione di fare cose diverse: ho iniziato come controller, poi ho lavorato gomito a gomito con il presidente. Così ho preso dimestichezza con i due ingredienti indispensabili per fare il fundraiser: i numeri e le relazioni con le persone.

In Don Gnocchi è stato lei a creare la raccolta fondi, meno di dieci anni fa, e nel 2012 ha portato a casa 8 milioni di euro: come si fa?
Le donazioni arrivavano già prima, a un certo punto ci è sembrato naturale rendere strutturale la raccolta fondi, per implementarla. E fin dall’inizio è stato chiaro che per i lasciti testamentari dovevamo avere un’attenzione particolare, perché ti consentono di avere le risorse per fare investimenti. La prima campagna l’abbiamo fatta cinque anni fa e i lasciti sono già passati da 15 a 25 l’anno, rappresentando oggi il 50-60% delle donazioni.

È il principale merito che le viene riconosciuto, anche nella motivazione del premio…
È anche l’ambito che mi piace di più, perché lì si realizza la vera essenza della raccolta fondi, che è il rapporto con il donatore. Nessun rapporto è tanto stretto e nessuna emozione che possiamo suscitare nel donatore è tanto forte come quando una persona si siede alla tua scrivania a parlarti di cose intime come il suo patrimonio e la sua famiglia, e tu lo accompagni a visitare un Centro…
 

Il resto del'intervista sul numero di Vita in edicola


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