Cultura

Stefanini ha ragione. l’Italia è chiusa al nuovo.

«Ci sono poteri che impediscono l’ingresso di altri soggetti nei salotti della finanza». Parla il numero uno delle banche cooperative.

di Francesco Maggio

Con la consueta pacatezza e l?altrettanta fermezza che lo contraddistinguono,
Alessandro Azzi, presidente di Federcasse, la scorsa estate aveva espresso dalle colonne di Vita molti dubbi sull?Opa Unipol-Bnl. «La finanziarizzazione dell?economia», aveva detto, «non mi piace e non mi pare che abbia molto a che spartire con la solidarietà. E dato che qui si tratta di un?operazione finanziaria, la solidarietà per me non c?entra più». Sappiamo tutti poi come è andata. E adesso che al vertice di Unipol è salito Pierluigi Stefanini, Azzi guarda favorevolmente ai cambiamenti intervenuti e, prendendo spunto proprio dall?intervista al nuovo numero uno della compagnia bolognese pubblicata sullo scorso numero in Etica&Finanza, spiega come, a suo avviso, debbano oggi caratterizzarsi i rapporti tra finanza e coop.

Vita: Presidente, dopo l?epilogo dell?Opa ha tirato un sospiro di sollievo?
Alessandro Azzi: Io non ho tifato né pro né contro l?operazione di Unipol e quindi non ho sentimenti di sollievo né di rammarico per quanto è avvenuto. Ritengo invece che quanto si è verificato abbia arrecato pregiudizi alla cooperazione italiana. E abbia anche fatto constatare che a volte ci sono dei poteri, che poi intervengono efficacemente sul fronte della comunicazione, che impediscono l?ingresso di nuovi soggetti nei cosiddetti salotti della finanza. Ha ragione Stefanini quando afferma che l?Italia lascia poco spazio a nuovi protagonisti. Confido, quindi, che gli eventi recenti spronino il mondo cooperativo che fa riferimento alla Lega cooperative a portare avanti in maniera ancora più concreta e coerente l?impegno nella cooperazione.
Vita: Unipol esce comunque da questa esperienza con le casse piene di liquidità. Se dovesse gestirla lei, quali errori eviterebbe in tutti i modi di commettere?
Azzi: Io credo che il mondo Unipol-Lega cooperative debba riuscire a misurarsi su grandi sfide in termini di operatività di grandi strutture cooperative che hanno caratteristiche e problematiche peculiari ma senza rinunciare alla concreta pratica di una cooperazione che deve essere soprattutto mutualistica. È indispensabile fare concretamente pratica di attività cooperativa nell?ambito della cooperativa stessa. Non è sufficiente che dietro ci sia una cooperativa che governa. Occorre che anche l?attività imprenditoriale venga svolta in forma cooperativa e, possibilmente, anche in forma mutualistica. Noi abbiamo fatto questa scelta evitando un percorso di aggregazione e di fusioni indiscriminate tra Bcc per consentire che meglio venisse sviluppata la logica e la prassi cooperativa e mutualistica della singole Bcc. Un simile approccio non consente scorciatoie, rende più complesso il raggiungimento delle economie di scala ma ci consente di essere davvero alternativi a un?attività bancaria ?tradizionale?. Gestire 100 miliardi di euro con un soggetto solo piuttosto che con 400 non è la stessa cosa in termini di risparmi di costi però, di fatto, ci fa fare attività cooperativa e mutualistica e alla fine ci premia comunque visto che i nostri ritmi di crescita sono superiori a quelli del resto del sistema bancario.
Vita: È ripartito il risiko bancario, si parla di aggregazione tra Capitalia e Banca Intesa. Che ne pensa, anche alla luce della strategia che vi siete dati al recente convegno di Parma di andare avanti con autonomia ma strettamente ?in rete??
Azzi:Non sono per niente affascinato da certi rumors. Ma non ne sono nemmeno preoccupato, consapevole che il tema fusioni di grandi dimensione che sembra oggi dominante, non ci deve riguardare direttamente. La nostra strada, però, non è nemmeno quella di restare immobili e pensare che tutto ciò che ci capita intorno non è affar nostro. Noi dobbiamo salvaguardare l?autonomia delle Bcc portandole però a vincoli contrattuali tra di loro sempre più forti per sviluppare quel processo strategico di garanzie incrociate che permette di ?riconoscere? dietro a una Bcc tutto il sistema del credito cooperativo. In proposito, la commissione che predispose i lavori di Parma si è appena riunita per ripartire con un percorso che diventerà presto operativo.
Vita: Siamo alla vigilia delle elezioni. Che attenzione chiede alla politica verso il vostro mondo?
Azzi: Io sono convinto che un sistema economico avanzato non possa fare a meno di banche di grandi e medie dimensioni e di banche locali. Io chiedo alle forze politiche di non penalizzare le banche locali per il fatto che non ritengono di seguire la scorciatoia delle concentrazioni per diventare ?grandi?. Non penalizzare significa consentire che ci sia una normativa primaria e secondaria che renda praticabile l?operatività delle piccole banche coordinate tra di loro, non aggravandola con lacci e lacciuoli di varia natura.

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