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Stato palestinese: arriva l’ok di Londra

Un via libera non vincolante per il governo inglese ma che ha un immenso valore simbolico e storico. La mozione era stata proposta dal deputato laburista Graham Morris ed il dibattito scaturito in aula è durato alcune ore

di Marco Marcocci

Anche se privo di qualsiasi contenuto giuridico, poiché non vincolante per il governo britannico, la mozione approvata dalla Camera dei Comuni che chiede all’esecutivo il riconoscimento della Palestina come Stato racchiude in se un immenso valore simbolico e soprattutto storico.

Schiacciante, poi, è stato l’esito della votazione: i voti a favore sono stati 274, quelli contrari 12 e nella mozione si chiede testualmente a Cameron di “riconoscere lo Stato palestinese insieme a quello di Israele” così da dare un “contributo per assicurare una soluzione negoziata dei due Stati”.

La mozione era stata proposta dal deputato laburista Graham Morris ed il dibattito scaturito in aula è durato alcune ore. Al fine di evitare ulteriori polemiche, si sono astenuti dalla votazione il primo ministro Cameron e l’intera compagine governativa.

Secondo l’ambasciatore britannico in Israele Matthew Gould, la mozione è stata approvata perché si registra in Inghilterra “uno spostamento dell'opinione pubblica contro lo stato ebraico” che a suo giusto dire “ha perso sostegno a causa della guerra e per gli annunci sugli insediamenti” ed ha aggiunto che “il vento sta soffiando e continuerà a soffiare se non ci saranno progressi verso la pace”.

Lapidario è stato il commento del governo israeliano che per bocca del ministro degli esteri ha fatto sapere che si tratta di “un’iniziativa prematura” che rischia di compromettere il processo di pace in corso.

Di avviso completamente opposto l’Olp, che con Hanan Ashrawi ha dichiarato che “questo voto manda un chiaro messaggio al governo britannico, darà forza a chi in Europa chiede il riconoscimento della Palestina e creerà le basi per la comunità internazionale per consentire al popolo palestinese parità legale e diritti”. Ed ha tenuto poi a specificare che “il riconoscimento della Palestina non è contingente ai negoziati con Israele, e non è certamente qualcosa su cui siamo disposti a trattare".

Così la decisione britannica segue quella svedese, primo Paese occidentale ad annunciare di aver intrapreso la strada verso il riconoscimento della Palestina, suscitando le proteste di Israele.

Intanto in Inghilterra il dibattito sulla vicenda aumenta, si levano le proteste delle organizzazioni ebraiche ed anche in seno agli stessi laburisti, promotori dell’iniziativa, non sono tutti d’accordo. Tuttavia c’è anche chi tra gli ebrei è favorevole al riconoscimento dello stato palestinese. In una lettera firmata da circa 300 israeliani ed indirizzata ai deputati britannici veniva chiesto di votare a favore della mozione: “noi sottoscritti israeliani, che hanno a cuore il benessere di Israele, crediamo che l'esistenza e la sicurezza di Israele dipenda dall'esistenza e dalla sicurezza di uno stato palestinese”. Questo recitava la missiva sottoscritta dai trecento.
Anche se per ora il governo britannico non seguirà quanto deciso dalla Camera dei Comuni, per il futuro della Palestina si tratta comunque di un bel risultato.
 


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