Welfare

Stati Uniti: gli open data che cambiano le città

Dalla condivisione dei dati sui lobbisti, all’app che permette di raggiungere il più velocemente il punto opposto della città, fino a quella che aiuta a ritrovare il cane smarrito, collegandosi in tempo reale al database aggiornato dei canili della città, sono sempre di più le amministrazioni locali che promuovono gli open data

di Ottavia Spaggiari

Sono alimentate da migliaia di utenti, Ie centinaia di piattaforme online, che stanno cambiando le città e i rapporti tra i cittadini negli Stati Uniti.

Ad affermarlo, il sito di Fastcompany, con una lista delle città in cui la condivisione di stati sta davvero iniziando a cambiare la vita alla gente.

Solo a Chicago, i siti web di raccolta e condivisione dati, a fini civici, di informazione e sociali, sono 600 e proprio qui, a spingere il più possibile gli open data, è l’amministrazione locale che cerca il più possibile di promuoverne l’utilizzo. Il Chicago’s Data Portal, il sito web di condivisione data della città ha registrato 2.9 milioni di visualizzazioni, negli ultimi 2 anni. Tra le piattaforme più popolari in città vi è Chicagolobbyists.org, il sito web, di open data, open source e open government, che tiene monitorato il rapporto tra l’amministrazione locale e le lobby, raccogliendo informazioni su chi sono i lobbisti in città, su quanto spendono e con chi parlano, per promuovere la trasparenza.

A Austin, in Texas, invece un gruppo di cittadini ha dato vita a Open Austin, un’associazione che si batte proprio per difendere gli open data e aprire il più al pubblico l’accesso ai dati delle amministrazioni locali. Open Austin organizza hackatons, cioè maratone di sviluppo codici e offre supporto allo sviluppo di nuove piattaforme per la condivisione delle informazioni tra i cittadini. Tra i siti web più popolari in città, StrayMapper.com, un’app che aiuta i padroni di cani e gatti a ritrovare il proprio animale domestico, in caso di smarrimento. Il funzionamento è molto semplice, basta inserire i dati del cane smarrito, la data e la zona e il sistema si connette ad una banca dati sempre aggiornata sullo stato degli animali trovati per strada senza padrone.

Nasce invece a Washington, Ridescout, l’app che, grazie a open data aggiornati in tempo reale, provenienti sia dai cittadini che dal Dipartimento dei Trasporti, informa gli utenti sui percorsi più veloci, per arrivaredal punto A al punto B, sia che ci si trovi i auto, in bici, o che si utilizzino i mezzi pubblici.

Secondo la National League of Cities, l’organizzazione delle città americane, questo però sarebbe solo l’inizio. Le amministrazioni locali infatti stanno potenziando sempre di più la condivisione di dati, assumendo uno staff dedicato proprio alla promozione di progetti di open data.

L’accesso e la condivisione delle informazioni è infatti in grado di rendere i servizi più efficienti, risparmiare tempo e, sul lungo periodo, anche di abbattere i costi, basti pensare che grazie al progetto di Open Data di Chicago, l’amministrazione ha registrato un calo del 50% delle richieste di accesso agli atti, alleviando notevolmente l’impegno del personale e i costi della burocrazia.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.