Volontariato

Stati Uniti: boom dei banchi di pegno

Si tratta di un termometro del dilagante stato di emarginazione che attanaglia gli americani

di Francesco Maggio

Sono ?anticiclici? per definizione: quando l?economia va male, i loro introiti aumentano, se va bene, si contraggono. E visto il boom che stanno vivendo negli ultimi mesi negli Stati Uniti, sembra proprio che la tanto auspicata ripresa americana stenti ad arrivare. Si tratta dei banchi dei pegni, mai come in questo periodo letteralmente presi d?assalto dai clienti. Per lo più emarginati, disposti ad accollarsi tassi di interesse mensili che oscillano intorno al 15% ma che, in Stati come la Florida, possono raggiungere anche il 25%, ossia il 300% annuo.
Lo rivela un?indagine de ?Il Sole 24 Ore?, da cui emerge che, per esempio, la catena Cash America International, una delle principali negli Usa, quotata anche al New York Stock Exchange, nei primi sei mesi del 2003 ha visto aumentare il reddito del 43% rispetto allo stesso periodo del 2002 e le entrate semestrali hanno, per la prima volta, superato i 200 milioni di dollari. Altrettanto ottimo lo stato di salute di First Cash Financial Services, altra catena quotata in Borsa, il cui reddito netto è aumentato nel primo semestre del 27% e il cui titolo ha visto il proprio valore dall?inizio dell?anno incrementarsi di oltre il 90%. Secondo una rilevazione della Federazione dei consumatori americani di Washington, nel Paese ci sono tra i 12 e i 15 milioni di nuclei familiari privi di conto in banca, che vivono alla giornata, senza alcun risparmio né fonte di credito.

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