Nel 2013 sono nate nel mondo ben 140mila start up, ovvero nuove imprese tecnologiche nate da idee brillanti, tipicamente di giovani tra i 20 e i 30 anni. Un vero boom globale (più della metà delle 140mila aziende innovative dell’anno scorso sono sorte fuori dagli USA, con Berlino, Londra e Singapore ai primi posti per “nuove nate”) che ha contagiato anche l’Italia.
Da noi il fenomeno è in netta crescita, come dimostrato da un’analisi del Ministero dello sviluppo economico i cui dati sono stati dal
Registro imprese di Unioncamere.
Il nostro paese si è dotato dal 2012 di una nuova normativa, il decreto “Restart, Italia!”, che ha fissato i criteri per definirsi start up (obbligatoria la creazione o l’introduzione di tecnologie innovative) e predisposto alcuni vantaggi, come l’agilità nelle procedure burocratiche e la semplificazione delle pratiche fiscali per chi rientra nel registro start-up. A oggi, l’unica forma giuridica ammessa è quella della società a capitale (finora le Srl sono l’82%).
Ebbene, nonostante l’applicazione della legge sia effettiva da pochissimi mesi, i numeri sono già importanti: quasi 1.800 start up innovative iscritte al registro imprese, e nuove iscrizioni al ritmo di 30-40 la settimana; a livello geografico, le nuove imprese sono concentrate soprattutto al Nord, lungo l’asse Torino-Milano-Bologna, anche se Campania e Puglia con 83 e 72 imprese si collocano rispettivamente in settima e decima posizione. Il 60% delle 550 imprese per le quali è disponibile il dato arriva a fatturare fino a 100 mila euro.
Tutte ditte individuali? Assolutamente no. Il numero medio degli addetti è 2,6, mentre soltanto nel 3,5% dei casi le start-up italiane impiegano almeno 10 lavoratori. E proprio per dare una spinta all’occupazione, per le start up sono disponibili contributi sotto forma di credito di imposta per l’assunzione di personale altamente qualificato. Flessibilità nei contratti a tempo determinato e indeterminato, stock option e work for equity semplificati sono gli altri provvedimenti messi a disposizione di queste aziende, che oltretutto godono di vantaggi anche di natura fiscale e creditizia.
Un esempio? Possono accedere al Fondo Centrale di Garanzia con criteri semplificati, e lo stesso Fondo copre l’80% del rischio della operazione finanziaria, un forte incentivo alla concessione del finanziamento. Finora sono state presentate 40 domande di intervento del Fondo a favore di start up innovative, che hanno a loro volta attivato circa 6,2 milioni di credito a favore di queste aziende. I finanziamenti erogati sono soprattutto a medio-lungo termine (oltre i 18 mesi) e ammontano a 206 mila euro per ogni impresa contro i 70 mila dei finanziamenti a breve termine.
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