Formazione

Stangata per gli studenti fuori sede

Secondo una ricerca curata da Federconsumatori è l’affitto la voce più costosa sul caro-studi

di Redazione

Cara, anzi, carissima università. Soprattutto per gli studenti fuori sede, che oltre alle tasse universitarie devono pagare il costo aggiuntivo dell’affitto per l’abitazione. Dal 1° Rapporto nazionale sul costo degli atenei curato da Federconsumatori isulta infatti che studiare fuori sede costa fino a sette volte in più rispetto a chi studia nella propria città, dove si arrivano a spendere oltre 8.000 euro per studiare e mantenersi fra tasse universitarie, libri, trasporti, spese per la casa, spese alimentari e naturalmente l’affitto se si sta in una singola, mentre se si ripiega sulla doppia la spesa arriva a oltre 6.800 euro. Il tutto, ogni anno. Con il risultato che sulla scelta dell’università, sulla facoltà, sulla sua collocazione, pesa in modo non indifferente il reddito delle famiglie. Sono i dati resi noti dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori sulle spese sostenute dagli studenti universitari, la seconda parte dello studio realizzato dall’associazione sul costo degli atenei italiani.

Si parte dalla considerazione che «uno studente italiano “fuori sede” spende fino a 6.958 euro annui in più rispetto ad uno che studia in sede», che fra tasse, libri e trasporti spende in media poco meno di 1.200 euro l’anno. Sono circa il 20% gli studenti che studiano al di fuori della propria regione di appartenenza, più quelli che si spostano all’interno della propria regione.Secondo lo studio Federconsumatori è l’affitto la voce più costosa per uno studente “fuori sede”, che, insieme alle spese accessorie (riscaldamento, condominio, energia, ecc.), raggiunge mediamente 4.982 euro annui se sceglie di vivere in singola, e 3.756 euro annui se, invece, sceglie di condividere una stanza con altri studenti. Dividendo l’Italia in macro-regioni si scopre che è il Centro ad avere le spese per la casa (affitto+mantenimento) più alte, pari a 5.544 euro annui per una stanza singola e 4.194 euro annui per una stanza condivisa. Più economico, invece, risulta il Sud con una spesa pari al 31% in meno rispetto al Centro, per quanto riguarda la stanza doppia e del 34% in meno relativamente alla singola.

Inumeri indicano quanto pesa il reddito della famiglia nel sostenere una scelta costosa. Commenta Rosario Trefiletti, presidente Federconsumatori: «A potersi permettere di studiare fuori sede, quindi, è o il figlio del solito gioielliere/albergatore/notaio/ecc. o un qualsiasi studente che, tuttavia, pur di frequentare la facoltà desiderata, è costretto a lavorare per mantenersi, allungando, così, nella maggior parte dei casi, i tempi necessari per laurearsi».

Per Federconsumatori la situazione mina fortemente il diritto allo studio per molti studenti e pone l’attenzione, ancora una volta, sulla necessità di un’edilizia scolastica adeguata, anzi, rivendichiamo un provvedimento che vieti la costruzione di nuovi atenei senza la contestuale costruzione di alloggi. I posti disponibili nelle residenze universitarie, infatti, sono scarsissimi: possono ospitare solo il 2,7% degli studenti universitari, appena 48.000 a fronte di un totale di iscritti nelle università italiane pari a circa 1.800.000 studenti (dati relativi all’anno accademico 2008-2009).

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