Cultura

Stanca: “Legge toscana sull’open source poco chiara”

Il Ministro dell'Innovazione attacca la Legge regionale toscana, nota per essere fra le regioni più sensibili al problema dell'informatica libera

di Giulio Leben

La legge della Regione Toscana, che favorisce l?adozione di prodotti informatici a codice sorgente aperto (open source), ?ha una valenza normativa che appare poco chiara e, ove non rettamente interpretata, potrebbe incidere sulla par condicio dei mercati, violando così la normativa in materia di concorrenza a danno di soluzioni di altro genere, quali quelle dei sistemi proprietari acquisibili mediante licenze?.

Lo ha sostenuto Lucio Stanca, ministro per l?Innovazione e le Tecnologie, rispondendo alla Camera ad una interrogazione dell?on. Renzo Lusetti (Margherita, Dl-L’ulivo) che, tra l?altro, contestava l?efficacia della direttiva sull?open source, emanata dallo stesso ministro nei mesi scorsi.

A tale proposito Stanca ha detto di ?non ritenere necessario adottare atti integrativi ed esplicativi? della iniziativa del Governo, in quanto ?la direttiva intende favorire l?utilizzo di prodotti informatici che promuovano il pluralismo del software nella Pubblica amministrazione e, quindi, la possibilità di scegliere soluzioni convenienti, non solo in termini economici, sia a software proprietario che a software aperto?.

In particolare, la direttiva ?non fa una scelta prescrittiva, per certi versi ideologica, per di più imbalsamata in una norma che sarebbe, con la sua aprioristica rigidità, in contraddizione con la dinamica tipica delle nuove tecnologie, oltre che con la libertà del mercato e della concorrenza. Ma prospetta l?inserimento di una nuova tipologia di offerta all?interno delle soluzioni tecniche tra cui le Pubbliche amministrazioni possono scegliere, ampliando la gamma delle opportunità e delle possibilità in un quadro di economicità, equilibrio, pluralismo e aperta competizione?, ha precisato Stanca.

Il ministro ha inoltre ricordato che ?nella direttiva si stabilisce che le Pubbliche amministrazioni, nelle loro scelte, ?devono tenere conto? dell?offerta del mercato di programmi a codice sorgente aperto; si tratta, quindi, dell?introduzione dell?obbligo di considerare sempre questa nuova opzione. Obbligo garantito dal ruolo che ha il CNIPA-Centro Nazionale per l?Informatica nella P.A. nell?esaminare ed esprimere un parere su tutti i contratti della stessa P.A. centrale per la migliore scelta di tipo tecnico ed economico, tenendo conto che quando si usa denaro pubblico per acquistare beni e servizi bisogna perseguire l?obiettivo della massima efficienza?.

Dopo aver rilevato che ?è necessario che la Pubblica amministrazione, chiamata a svolgere anche un ruolo ?sociale? nel Sistema Paese, si apra ad innovazioni come quella rappresentata dal software a sorgente aperto?, il ministro Stanca ha concluso sottolineando che ?è proprio questo che sta avvenendo: negli ultimi due anni nella Pubblica amministrazione i tassi di crescita di questo software sono notevolmente alti, come conferma il fatto che l?Italia è al quarto posto nel mondo per percentuale di sviluppatori open source”.

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