Politica

Staminali embrionali: l’talia, l’Europa e il veto di Bush

Tutte le obiezioni e gli auspici sollevati dall'accrodo raggiunto nell'Unione sulle staminali embrionali. Intanto Bush annuncia il veto sulla legge approvata questa notte dal Congresso

di Sara De Carli

Al Question time di oggi, trasmesso in diretta televisiva dall’aula di Montecitorio, il vice presidente del Consiglio dei ministri, Massimo D’Alema rispondera’ – tra l’altro – alle interrogazioni sulle iniziative per promuovere in ambito comunitario la ricerca sulle cellule staminali adulte e sulla posizione del governo in merito al finanziamento di ricerche sulle cellule staminali embrionali. L’Ulivo ha raggiunto un accordo sulla vicenda delle staminali, che oggi sara’ all’esame del voto a palazzo Madama. Per Marco Cappato della Rosa nel Pugno “è un compromesso, non hanno coraggio. I Ds cercani di barcamenarsi tra Prc e Margherita. Sbagliano. Non hanno il coraggio di affrontare una battaglia pur sapendo che la stramaggioranza del popolo di sinistra sarebbe favorevole. Ma no, hanno paura di giocarsi il partito democratico”. Riccardo Pedrizzi, presidente nazionale della Consulta etico-religiosa di AN, chiede invece di “garantire, nell’ambito delle proprie prerogative e responsabilita’, il voto contrario dell’Italia al finanziamento, nell’ambito del VII programma quadro europeo, di ricerche che implichino la distruzione di embrioni umani, coerentemente con quanto stabilito dalla legge sulla procreazione medicalmente assistita e in ossequio alla volonta’ popolare espressa dal referendum del 12 e 13 giugno 2005”. Rispetto all’utilizzo delle staminali embrionali nella ricerca, i ricercatori oggi sfidano la legge 40 importando dall’estero linee di cellule staminali embrionali. La legge 40 lo consente, dicono, mentre Paola Binetti (Margherita) e il Centro di Bioetica dell’Università Cattolica bollano questo atteggiamento come un tentativo di aggirare la legge 40. Le embrionali usate nei laboratori italiani arrivano da ”Gran Bretagna, Australia, Svezia, Usa – spiega Elena Cattaneo, ricercatrice dell’universita’ di Milano – e stanno iniziando a produrne anche in Svizzera e Francia. Insomma, in tutti i Paesi che ci circondano tranne che nel nostro”. Spesso non vengono pagate grazie a progetti di collaborazione tra istituti di ricerca internazionale, ma c’e’ anche chi e’ costretto a sborsare ”fino a 5.000-10.000 euro – sottolinea Gianluigi Condorelli, dell’Irccs Multimedica di Milano – per ottenerne”. E spesso ad accollarsi i costi dell’operazione di ‘import’ sono le stesse associazioni di malati. Amedeo Santosuosso, giudice della Corte d’Appello di Milano, ha invitato invece a ripensare il destino degli embrioni crioconservati e abbandonati. ”L’articolo 1 della legge 40 riconosce pari dignita’ all’embrione rispetto agli altri soggetti coinvolti nella procreazione. Ma vi sono alcuni casi in cui casi in cui tale tutela giuridica potrebbe venir meno. Pensiamo, ad esempio, a un embrione crioconservato da una decina d’anni. Qualora la ‘madre’ decidesse di sottoporsi all’impianto, sarebbe imprudente il medico favorevole all’impianto di quell’embrione ‘vecchio’ di 10 anni. In casi come questo o in casi in cui l’embrione dovesse rivelarsi inidoneo all’impianto, la tutela dell’articolo 1 della legge 40 verrebbe a mancare e, a questo punto, la ricerca in tal senso andrebbe favorita senza dover ricorrere all’importazione di staminali embrionali prodotte all’estero”. Questa stessa scelta – già proposta fra l’atro da Aneglo Vescovi l’anno scorso, in pieno dibattito referendrio – è stata fatta propria dal Congresso statunitense, che questa notte ha approvato una legge che mette gli embrioni criocnservati (400mila negli Usa) a disposizione della scienza. Il presidente Bush, contrario per motivi ideologici, ha già annunciato il veto.


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