Cultura

Staminali come stanno le cose

Intervista ad Angelo Vescovi,uno dei massimi biologi italiani. "Non dico che con le staminali embrionali non si possa fare niente dico che mancano i finanziamenti"

di Sara De Carli

Cureranno il Parkinson, l?Alzheimer e i tumori. Il verbo è coniugato al futuro, ma è solo una precauzione, proprio per essere puntigliosi, perché da loro ci si aspettano grandi cose. In realtà le speranze che ci hanno insegnato a riporre nelle cellule staminali embrionali forse un po? esagerate lo sono. Non per altro, ma perché ci sono delle staminali che quando parliamo di cure e terapie ci consentono già di usare i verbi al tempo presente. Le staminali somatiche tessuto specifiche e quelle fetali, prelevate dai feti abortiti spontaneamente, somigliano alle cugine povere delle staminali embrionali: non sono famose, eppure danno ottimi risultati. Le staminali adulte sono «la cura che viene da dentro», come suggerisce il titolo del bel libro che Angelo Vescovi ha pubblicato recentemente per Mondadori. Quarantatré anni, staminalista da una vita, Vescovi è codirettore dell?Istituto per la ricerca sulle cellule staminali al San Raffaele di Milano e membro della Commissione nazionale cellule staminali. Uno scienziato senza peli sulla lingua, che ci dice che far coincidere il progresso della ricerca con l?utilizzo delle staminali embrionali non è solo una mezza verità, ma una bugia. Vita: Professore, hanno appena trovato delle staminali nell?ovaio. Le staminali sono molte più di quelle che pensiamo? Angelo Vescovi: Certo, è quasi una tautologia. In linea di principio quasi tutti gli organi e i tessuti a gruppi contengono cellule staminali. Ci saranno eccezioni, ma non numerosissime. Vita: Dietro alle staminali adulte c?è molto: è con queste che la ricerca e la pratica terapeutica sono più avanti? Vescovi: Quando dici così ti prendono per uno che ha una posizione predefinita. Io non voglio fornire un appiglio a una posizione di parte: i fatti sono questi. Le terapie cliniche sui pazienti sono fatte con cellule staminali adulte. Non dico che con le staminali embrionali non si può fare niente, dico che lo stato dell?arte è questo, e che andare in giro a dire che si lasciano morire milioni di persone perché non si permette di usare gli embrioni è un?affermazione senza fondamento. Vita: Quali terapie utilizzano già staminali adulte? Vescovi: Mi sembra di essere un disco rotto! Le ho ripetute alla nausea, ma non mi pare che il messaggio sia arrivato. Le prime terapie sono state quelle per le malattie del sangue: leucemie, linfomi, più recentemente la talassemia e, in fase sperimentale, la osteogenesi imperfetta, che è una particolare fragilità ossea. Poi ci sono i trapianti di cornea fatti con le staminali epiteliali, quelli per i grandi ustionati e per le piaghe da diabete. Ci sono anche terapie sperimentali già arrivate al paziente: i trapianti per grandi lesioni ossee, per le cartilagini, e l?avvio della sperimentazione sul miocardio dopo un infarto. Tutto questo è già nella pratica clinica. Poi c?è la sperimentazione. Noi italiani siamo stati i primi a scoprire le staminali nel cervello, ma per passare alla pratica servono finanziamenti. Con i soldi che vengono buttati per questo referendum avremmo potuto passare alla sperimentazione clinica per alcune patologie cerebrali. Vita: Una questione politica? Vescovi: Tutto quello che c?era di brevettabile sulle staminali embrionali e su ciò che da esse deriva è già stato brevettato. Facciamo un discorso economico: ci dicono che senza la ricerca il Paese perde in competitività. Ma questo treno ormai l?abbiamo perso. Rischiamo di entrare in un settore in cui siamo ritardatari, e se anche diventassimo l?eccellenza, i brevetti già esistenti precludono uno sfruttamento economico cospicuo. Questo non vuol dire che la ricerca sulle staminali embrionali non s?ha da fare, ma che non si può basare su di essa il nostro sviluppo tecnologico ed economico. Vita: La colpa di chi è? Vescovi: Guardi che non siamo fuori perché ci hanno impedito di usare gli embrioni umani. Siamo fuori perché in Italia di ricerca sulle embrionali staminali se ne è sempre fatta poca. La ricerca potrebbe continuare sulle staminali embrionali delle scimmie: si potrebbero sviluppare tutte le tecniche, e quando le staminali embrionali umane saranno disponibili, basterebbe ripetere i protocolli. Conosce qualcuno in Italia che faccia ricerca sulle embrionali staminali delle scimmie? No. E poi, se anche liberalizzassimo questa ricerca, in Italia ci saranno due o tre ricercatori capaci di lavorare sulle staminali embrionali. Con la mia équipe stiamo lavorando sulle staminali di topi e scimmie, ma i finanziamenti non ci sono. Quindi è inutile gridare allo scandalo. Vita: In quali settori della ricerca potremmo essere competitivi? Vescovi: Nelle staminali adulte e nelle terapie basate sulla mobilizzazione all?interno dell?organismo delle staminali somatiche tessuto specifiche, già residenti: è come sfruttare le forze che già abbiamo dentro. E poi la grande scommessa: ottenere cellule embrionali staminali senza produrre embrioni, cioè de-differenziando e svecchiando le cellule staminali adulte. Negli Usa e in Australia già avviene. Noi invece stiamo qui a fare una discussione ideologica. Capire perché ci si intestardisca su qualcosa che dal punto di vista pratico è suicida, dal punto di vista etico pone enormi problemi, e dal punto di vista scientifico è un discorso vecchio, lo lascio ai lettori. Si fidi: chi va a votare, non va a votare per la libertà di ricerca. Vita: E per che cosa vota allora? Vescovi: Ah, io non l?ho capito per che cosa vanno a votare, infatti non si deve andare a votare, io non ci vado. Chi va a votare, vota per chi vuole il liberismo più selvaggio: qualunque cosa è tecnicamente possibile, quindi deve essere resa possibile. Ma è pazzesco! Sa chi lo diceva questo? Mengele: la scienza non deve avere confini. Ma la scienza ha delle regole. Una regola etica ci vuole: una regola laica, io sono laico, basata sull?etica della specie, non su un?etica religiosa. E la regola è questa: la vita umana non può essere strumentalizzata né mercificata. Vita: Ne siamo un po? lontani, non trova? Vescovi: Siamo di fronte a un tentativo di cannibalismo della specie. Si sostiene che per curare delle malattie si possano usare solo determinate cellule – leggi embrionali – ed è falso. Poi su questa tesi falsa si cerca di far credere che non ci sono vincoli etici, e che se anche ci fossero vanno scavalcati perché è in gioco il bene dell?individuo. Scusate un attimo, ma se una vita deve essere spenta per supportare un?altra vita malata, questo va contro il principio fondamentale della scienza, che è la protezione della vita. È chiaro che bisogna trovare una soluzione per proteggere la vita malata, ma questo lo si fa sviluppando la scienza nel rispetto totale dell?etica. Vita: Come ricercatore come gestisce la speranza dei malati e delle loro famiglie? Vescovi: Malissimo. Ho fatto il ricercatore anche perché non sopporto il dolore, e mi ci trovo immerso fino al collo. Ma quel che è peggio è vedere che energie e denari vengono utilizzati non per il bene dei pazienti ma per difendere posizioni preconcette. Ciò che davvero limita la ricerca è l?assoluta mancanza di finanziamenti e di meritocrazia, il nepotismo, l?inefficienza burocratica, le parossistiche gestioni dei già limitati fondi. Io mi sento preso in giro, e sono anche preoccupato. Vita: In che senso? Vescovi: Negli Usa hanno costruito un istituto che riceverà 300 miliardi di dollari: che cosa pensa che farà la maggioranza dei ricercatori? Andrà dove ci sono i soldi. Così alle altre branche della ricerca verranno sottratti non solo soldi, ma anche intelligenze. Noi siamo pronti ad andare in sperimentazione clinica per alcune malattie, ma non lo possiamo fare perché non ci sono i fondi. Io non ho mai visto quelli che si battono per la libertà di ricerca strapparsi le vesti per questo. Forse si strappano le vesti per cose sbagliate. Vita: Lei ha parlato della possibilità di un compromesso per gli embrioni sovrannumerari crioconservati? Vescovi: Prima di questa legge non esisteva nulla che limitasse la produzione degli embrioni, quindi questa legge è sacrosanta. Purtroppo è arrivata tardi, e il problema ce l?abbiamo: 30mila embrioni in Italia e 300mila nel mondo. A questo punto io dico: come premessa ci deve essere la presa d?atto che la vita umana inizia con la fecondazione, e come tale tu non la manipoli. Cioè gli embrioni sono vita fin dalla fecondazione, punto. Una volta accettato questo nero su bianco, e quindi posto che non si possano produrre embrioni in sovrannumero, ci troviamo con questi embrioni già prodotti che vanno incontro alla morte. Non sappiamo qual è il momento in cui l?embrione come tutto organico è morto, mentre le sue cellule sono ancora vive: però c?è. È il concetto di embrione cadavere. A questo punto si istruisce una commissione seria che comprenda filosofi, bioeticisti, biologi, medici, e stabilisca qual è il momento in cui l?organismo è morto e quindi è possibile usare le sue cellule. È già stato fatto per la morte clinica. Vita: Sarebbe una buona soluzione? Vescovi: Questi 300mila embrioni bastano e avanzano per i prossimi 5mila anni di ricerca: non sto scherzando. Quindi non si vede la necessità di produrre nuovi embrioni sovrannumerari. Questa è la soluzione. Non mi piace, anzi mi irrita, però bisogna essere pratici: questi embrioni comunque moriranno. Questa sarebbe una legislazione all?avanguardia in tutto il pianeta, però ripeto, deve avere una premessa imprescindibile: l?embrione è vita e non si tocca. E se il problema è che tecnicamente non ci sono soluzioni, si trovino le soluzioni. Che cosa dice il quesito che troveremo sulla scheda Scheda colore celeste Nel quesito che troviamo sulla scheda celeste, si chiede l?abrogazione di quattro brevi commi, agli articoli 12, 13, 14, e riguarda la ricerca scientifica sulle cellule staminali di origine embrionale. Il quesito Volete voi che sia abrogata la legge 19 febbraio 2004, n. 40, avente ad oggetto «Norme in materia di procreazione medicalmente assistita», limitatamente alle seguenti parti: Articolo 12, comma 7, limitatamente alle parole: «discendente da un?unica cellula di partenza, eventualmente»; Articolo 13, comma 2, limitatamente alle parole: «ad essa collegate volte alla tutela della salute e allo sviluppo dell?embrione stesso, e qualora non siano disponibili metodologie alternative»; Articolo 13, comma 3, lettera c), limitatamente alle parole: «di clonazione mediante trasferimento di nucleo o»; Articolo 14, comma 1, limitatamente alle parole: «la crioconservazione e». Cosa prevede la legge 40 La legge, coerentemente col principio espresso all?articolo 1 di tutela dei diritti del concepito, vieta, agli articoli 13 e 14, la sperimentazione sugli embrioni che non sia volta a «finalità terapeutiche e diagnostiche volte alla tutela della salute e allo sviluppo dell?embrione stesso». Quindi viene vietata la produzione di embrioni umani a fini di ricerca, così come ogni forma di selezione eugenetica o manipolazione per alterarne il patrimonio genetico, ogni intervento di clonazione, nonché la produzione di ibridi tra gameti umani e gameti di specie diverse. Per cercare di garantire il diritto alla vita dei concepiti, ne viene vietata la crioconservazione, che mette gli embrioni in condizione di essere considerati ?a disposizione?, non solo per future gravidanze, ma anche dei ricercatori. Cosa vuole cambiare il quesito Questo referendum, il numero 3, si propone di abolire ogni divieto alla sperimentazione sugli embrioni. In particolare viene negata la necessità di effettuare ricerche solo a beneficio dell?embrione su cui si opera. Viene consentita la crioconservazione degli embrioni e, soprattutto, viene permessa la clonazione «mediante trasferimento di nucleo». Lo scopo dichiarato è quello di permettere di effettuare ricerche con le cellule staminali embrionali, attraverso la cosiddetta ?clonazione terapeutica?. Con questa tecnica, alcuni sperano di trovare terapie per gravi malattie producendo cellule sane con lo stesso patrimonio genetico del malato da curare: ma il prezzo da pagare è la distruzione di embrioni. Cosa sostiene chi si astiene o vota no L?embrione viene trasformato in un essere umano privo di diritti. Questo fatto, insieme all?abolizione di ogni limite nell?accesso alle tecniche di fecondazione artificiale, si traduce nel favorire solo i desideri degli adulti, trasformati in ?diritti?. Come quello, inesistente, ad avere un figlio sano. Infatti il quesito – come il precedente – abolisce il vincolo che si punti a correggere situazioni di sterilità. In tal modo si dà possibilità di utilizzare la fecondazione artificiale per una selezione eugenetica di figli privi di malattie genetiche. Non richiedere una gradualità nell?utilizzo delle tecniche significa trascurare una seria ricerca scientifica delle cause della sterilità e favorire chi propone subito alle coppie l?accesso alle tecniche – più costose – di fecondazione artificiale. Cosa sostiene chi vota sì Per consentire nuove cure per malattie come l?Alzheimer, il Parkinson, le sclerosi, il diabete, le cardiopatie, i tumori. La legge 40 attualmente vieta ai ricercatori di utilizzare cellule staminali prelevate da embrioni non utilizzati. Le cellule staminali sono cellule che, debitamente orientate, sono capaci di moltiplicarsi, consentendo la cura di una serie di organi vitali. Modificando alcuni articoli della legge, si vuole permettere la clonazione a fini terapeutici, la ricerca clinica sugli embrioni a fini terapeutici e diagnostici e il loro congelamento. La ricerca sulle staminali è considerata fondamentale per combattere malattie come il cancro, la sclerosi, l?Alzheimer, il Parkinson, il diabete e molte altre ancora.


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