A cominciare è stato il patron del calcio Napoli, il presidente De Laurentiis, uomo esuberante e sempre più a proprio agio nelle vesti di padre-padrone della società e per certi versi dei calciatori azzurri. Nel corso di un acceso dialogo con i tifosi partenopei, durante il ritiro pre-campionato di Dimaro, il presidente si è lasciato andare su diversi argomenti, prendendo più di uno scivolone, soprattutto a causa di un linguaggio non proprio elegante. Ha parlato del mercato, delle ambizioni economiche e dei pochi scrupoli morali dei calciatori, del futuro della squadra, ed è andato avanti a ruota libera per un bel po’.
La dichiarazione più interessante, però, si è rivelata questa: «Il sindaco, ‘sto gran paraculo, ha capito che il Napoli è una cosa importante ma ha sbagliato a fare i conti. […] In base al disegno di legge può fare lo stadio solo il club, perchè i soldi servono per finanziare il club, che ha la possibilità di fare altre costruzioni collaterali commerciali, investendo i ricavati nel club stesso. Il nostro sindaco non la conosce questa legge e poiché lui ha avuto i voti della Mennella, che è una torrese, la quale ha da farsi uno sviluppo a Ponticelli. Lei mi è venuta a trovare tre anni fa ed io le ho detto che a noi lo stadio serve per fare fatturato e non possiamo farlo fare ad un altro, altrimenti paghiamo pure il fitto. Lei se ne è fregata di questa chiarificazione ed ha fatto lo sponsor del sindaco, il quale deve adesso restituirle il favore. Ma io per adesso considero solo il San Paolo come la nostra casa» .
Il succo, per coloro che non abbiano troppa dimestichezza con le faccende politiche partenopee, è questo: il sindaco de Magistris insiste da un po’ di tempo a questa parte, per legare il proprio nome alla costruzione di un nuovo mega impianto calcistico a Napoli; la zona prescelta sarebbe quella di Ponticelli, periferia est della città, area caratterizzata da progetti di ricostruzione ad ampio raggio, promossi dall’imprenditrice Faraone Mennella, moglie dell’ex presidente di Confindustria, Antonio D’Amato. Il Napoli, e De Laurentiis, però, hanno più volte detto di non volerne sapere di allontanarsi dal San Paolo, e soprattutto di voler prendere nelle proprie mani l’onore ed onere della costruzione del nuovo stadio. Finora, però, non si era mai giunti apertamente allo scontro.
Sembra esserci, insomma, un intreccio che riconduce a un triangolo abbastanza ambiguo, tantopiù che le dichiarazioni di De Laurentiis potrebbero avere anche risvolti politicamente rilevanti. Se è davanti agli occhi di tutti, il fatto che nel corso dell’ultima campagna elettorale il candidato poi sconfitto Lettieri fu destinatario di parole ben poco gradevoli, in più occasioni, da parte dello stesso D’Amato, è anche vero che eventuali scambi di favori sullo stadio, sembrano essere tutt’altro che dimostrabili.
Così, mentre De Laurentiis si affretta a ricucire a mezzo stampa il rapporto con il primo cittadino, mentre (giurano i bene informati) quest’ultimo sarebbe rimasto deluso e infuriato per l’accaduto, e mentre l’opposizione in consiglio comunale ne approfitta per chiedere chiarimenti, in città si discute su quanto (poco) siano state opportune le dichiarazioni del presidente del Napoli.
È giusto rilasciare dichiarazioni così rumorose e delicate, alzando polveroni relegabili facilmente come “illazioni” dalla parte offesa? Oppure è lecita spavalderia dire qualcosa che tutti in città sussurrano da tempo, senza però mai alzare troppo il volume della voce, magari per paura di beccarsi una querela?
Questioni ancora più delicate: è vero che la costruzione di un nuovo stadio a Ponticelli sarebbe una sorta di risarcimento ai costruttori partenopei per l’appoggio ricevuto dal sindaco in campagna elettorale? E già che ci siamo, perchè qualcuno non ci spiega (dopo aver, va detto, sventato il rischio termovalorizzatore) quali sono, concretamente, i piani per il rilancio della zona est della città?
In mezzo a tutta questa fuffa restano le parole del protagonista assoluto della querelle, l’incontenibile De Laurentiis. Che ormai, forte del credito acquisito in città per i risultati raggiunti dalla squadra, sembra potersi permettere il lusso di fare e dire tutto. A cominciare da conferenze stampa, interviste, chiacchierate sotto gli occhi di telecamere e cellulari, in cui il numero delle parolacce e delle espressioni di indubbio cattivo gusto, supera di gran lunga quello degli articoli determinativi.
Ascolta l’audio integrale dal sito www.ilnapolista.it
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