Mondo

Sri Lanka: le tigri tornano a far paura

La nuova offensiva dei Tamil mette a rischio la solidarietà italiana e il lavoro di ricostruzione di chi opera nelle zone settentrionali del paese. Mine, attentati, scontri...

di Paolo Manzo

«Dall?inizio dell?anno le difficoltà sono aumentate a Trincomalee. Soprattutto per le mine. La conseguenza è che si lavora a ?basso ritmo? a causa di quello che loro chiamano ?sciopero?, che blocca le strade e fa chiudere i negozi dopo ogni attentato ». Loro sono i Tamil che, nel nord dello Sri Lanka, sono nettamente la maggioranza, chi racconta invece è Renato Corrado, direttore dell?Aispo – Associazione italiana per la solidarietà tra i popoli del San Raffaele, una delle tante ong italiane che operano nella provincia di Trincomalee, sotto il coordinamento della Protezione civile italiana. Insomma, nonostante le rassicurazioni del numero due della Protezione civile, Vincenzo Spaziante, secondo il quale «tutto procede come previsto, nonostante gli scontri delle ultime settimane», è indubbio che il principale nodo dell?intervento italiano post tsunami stia venendo al pettine: il 2006, che doveva essere per lo Sri Lanka l?anno della riconciliazione tra il governo di Colombo e le Tigri Tamil che chiedono l?indipendenza della zona nord-orientale dell?isola, rischia di essere un annus horribilis. 2006: le speranze tradite Di speranze ce n?erano molte dopo il terribile 26 dicembre 2004, e per queste l?Italia scelse di aiutare proprio lo Sri Lanka: dal 2002 era in vigore una tregua, lo tsunami che sconvolse l?area aveva ulteriormente spinto le due parti, in guerra dal 1983, a fermarsi per ricostruire assieme, le pressioni della comunità internazionale e la pioggia di aiuti che stavano arrivando nel paese facevano pensare a una ?spartizione? pacificatoria. In tutto oltre 3 miliardi di dollari, un importo che se usato bene avrebbe garantito benessere sia a Colombo che a Trincomalee e Jaffna, le due roccaforti delle Tigri. Del resto, dopo oltre 65mila vittime a causa della guerra tra ribelli e governo centrale, i colloqui di pace voluti fortemente dai copresidenti della Conferenza dei donatori di Tokyo (Giappone, Norvegia, Stati Uniti e Unione europea) sembravano destinati al successo, anche se l?uccisione del ministro degli Esteri, Lakshman Kadirgamar, lo scorso agosto, aveva gettato più di un?ombra sulle reali possibilità di pace. Ma che il 2006 fosse iniziato nel peggiore dei modi lo si era visto già il 7 gennaio scorso, quando il governo centrale impose il coprifuoco notturno ai pescatori del Nord-Est, dopo che una serie di attacchi Tamil contro imbarcazioni della marina avevano ucciso in un mese oltre trenta militari cingalesi. «Questa misura ha scatenato le proteste dei residenti che accusano le autorità di voler ancora di più esasperare gli animi, impedendo alla maggioranza della popolazione tamil di svolgere il proprio lavoro, basato soprattutto sulla pesca notturna», spiega un tecnico della Fao che chiede di mantenere l?anonimato. Del resto, se si pensa che gran parte dei progetti dell?agenzia delle Nazioni unite nell?area riguardavano la ricostruzione di barche per la pesca, è chiaro che impedire di gettare le reti nel periodo in cui questa è più favorevole (ovvero la notte), rischia di vanificare gran parte degli sforzi della Fao. Violenza etnica nel Nord «Ad aggravare la situazione per la prima volta sono scoppiati dei veri e propri moti popolari nei pressi di Trincomalee, con cingalesi che hanno bruciato case tamil e viceversa», spiega a VitaRodolfo Pistoni, logista di Intersos di stanza a Mutur, a pochi chilometri dalla zona più calda che rischia di esplodere da quando, venerdì 7 aprile, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco da attivisti filogovernativi Vanniasingham Vigneswaran, capo del District Tamil People?s Forum nonché ispiratore del Movimento del Risorgimento Tamil. Gli scenari possibili, adesso, sono due. Il più accreditato è che la guerra, fermatasi formalmente con la tregua del 2002, possa riprendere tra qualche mese. L?altro è che i colloqui di pace programmati per il 19 aprile e rinviati sine die per l?abbandono delle Tigri, possano riprendere al più presto. Per seguire i progetti in Sri Lanka: www.protezionecivile.it www.intersos.org


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