Formazione

Squid Game, una lezione per noi adulti (prima che per i ragazzi)

La pandemia si è di fatto trasformata in un grande gioco di sopravvivenza in cui i fattori sanitari sono solo una parte della difesa collettiva, mentre le condizioni di partecipazione e di coesione nei territori costituiscono la vera soglia di umanità condivisa tra i partecipanti al gioco della vita. Prima di interrogarci sull'opportunità di far vedere la serie coreana ai ragazzi dobbiamo chiederci se noi adulti abbiamo davvero compreso la portata di questa sfida?

di Angelo Moretti

Se Giovanni Verga o Emile Zola avessero scritto una sceneggiatura nel 2021 avrebbero certamente firmato “Squid Game”. La serie Tv vista da milioni di ragazzini in lingua originale coreana è la perfetta trasposizione del “ciclo dei vinti”, del racconto tragico ed eroico degli ultimi che lottano per esistere. La violenza delle immagini è certamente ben lontana dai romanzi veristi, ma l’essenza ed il carattere dei protagonisti ricorda esattamente quella volontà stoica di non tradire la propria umanità nonostante tutte le ingiustizie subite dalla disumanità altrui o dalla crudeltà del destino. Le luci, le ambientazioni e le musiche della serie costituiscono gli elementi di un quadro realista straordinario.

Nel 2021 appena concluso questo capolavoro filmico ha fatto molto parlare di sè, ma in una direzione soltanto : è lecito che i ragazzini guardino un film del genere? E dietro questa domanda, più che lecita, è scomparsa la critica complessiva ad un film che invece dovrebbe scuotere le coscienze.

La saga dell’eroe debole Seong Gi-Hun mette in risalto plastico tutte le bestialità di un sistema economico che non è mai stato così predatorio verso i più deboli come nel 2021, se Padron ‘Ntoni e Bastianazzo sono gli anelli deboli schiacciati nei cambiamenti epocali di una Sicilia che diventa Stato Italiano e sottoposta a nuove leggi, di cui i protagonisti non ne comprendono il meccanismo sociale che le sorregge , se il desiderio spasmodico di “Denaro” dell’omonimo libro di Zola è il protagonista assoluto dell’opera sulla borghesia finanziaria speculativa parigina ai tempi dell’Esposizione universale della fine dell’800, la Corea di Squid Game è quel luogo invisibile del mondo in cui tutti gli ultimi, tutti gli scartati, diventano “materiale ludico” per i miliardari sempre più ricchi ed annoiati del terzo millennio.

Nella voce lamentosa e scanzonata di Seong Gi-Hun si avvertono in lingua originale gli echi dei lamenti e delle piccole gioie di una umanità ferita che un abitante del Nord del mondo non sempre riesce a riconoscere dietro le insegne scintillanti di un’economia globale di cui siamo parte anche noi.

Il rapporto OXFAM del 2020 ci restituisce dei dati drammatici sulla disuguaglianza di redditi nel mondo ma anche delle evidenti soluzioni basate solo sulla solidarietà possibile tra le persone. Basta evidenziare tre dati estrapolati dal rapporto per capire ciò che sta succedendo:

  • -I patrimoni miliardari sono tornati agli astronomici livelli prepandemici in soli nove mesi, mentre per le persone più povere del mondo la ripresa potrebbe richiedere oltre un decennio.
  • -Negli Stati Uniti, quasi 22 mila cittadini latino americani e neri sarebbero stati ancora vivi a dicembre 2020 se il loro tasso di mortalità per COVID-19 fosse uguale a quello dei bianchi
  • -La Banca Mondiale ha calcolato che se i Paesi prendessero subito provvedimenti per ridurre la disuguaglianza, la povertà potrebbe tornare ai livelli pre-crisi in soli tre anni anziché in più di dieci

La pandemia si è di fatto trasformata in un grande gioco di sopravvivenza, uno Squid Game , in cui i fattori sanitari sono solo una parte della difesa collettiva, mentre le condizioni di partecipazione e di coesione nei territori costituiscono la vera soglia di umanità condivisa tra i partecipanti al gioco della vita.

La domanda non è tanto se i ragazzini sono abilitati a vedere un film del genere, come a leggere l’intero Ciclo dei Vinti del Verga o un romanzo di Zola, ma se gli adulti hanno visto e compreso un film che doveva scuotere le coscienze ed anche infonderci una giusta speranza su una umanità che resta fedele a se stessa. Senza questa riflessione il film rischia di cadere nel baratro del merchandising dei successi Netflix del 2021 e schiacciato nell’attesa dell’ inevitabile sequel. Come se solo i Malavoglia non bastassero a se stessi nel consumismo post moderno se non si promette al pubblico anche l’uscita dei “Malavoglia2”.

La domanda dovrebbe essere capovolta, dobbiamo chiederci se gli adulti hanno spiegato quel film ai ragazzini colpiti nel loro immaginario dal sangue e dai colori forti, che magari hanno pianto, si sono emozionati per i sentimenti di amicizia di Gi-hun, di Kang , di Alì, magari hanno ripreso a giocare ad Un, Due, Tre Stella, ma non hanno compreso che quella montagna di soldi che pende sulla testa dei partecipanti e che li spinge fino all’autodistruzione è la stessa che spesso attrae e dirige anche i consumi frenetici del mondo.

Più che chiudere le scuole per Covid , il 2022 potrebbe spingere le comunità degli adulti a far diventare “scuola” tutta la realtà, trasformare la società in una grande aula di apprendimento in cui il gioco, il gaming, torna ad essere un’occasione di nuova umanità.

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