Formazione

Spunta l’asse Bossi-Franceschini

La nuova proposta di legge del Pd ricalca in larga parte quella del Carroccio

di Stefano Arduini

Il democratico Farinone ha depositato un disegno
di legge che assegna alle Regioni la gestione
dei progetti (anche quelli nazionali). La Lega applaude: «Ora Giovanardi non potrà più far finta di niente».
Così gli uomini del senatur puntano a bloccare la riforma del settosegretario
Difficile mettere d’accordo Lega Nord e Partito democratico? Sulla carta, quasi impossibile. A meno di non parlare di servizio civile.
Segnatevi questi due numeri: 2641 e 2683. Sono le cifre di riconoscimento di due leggi: la prima battezzata «Nuove norme in materia di servizio civile nazionale» è già stata assegnata alla prima commissione Affari costituzionali della Camera. La seconda, «Nuova disciplina del servizio civile nazionale», da pochi giorni (precisamente l’8 settembre) è stata depositata a Montecitorio. I due progetti si assomigliano davvero molto. E questo è già sorprendente visto che provengono da due formazioni che nell’ultimo periodo non se le sono certo mandate a dire. Ma non solo di questo si tratta. Perché a ben guardare il tandem 2641-2683 rischia di lasciare senza benzina la macchina della riforma del servizio civile targata Carlo Giovanardi, che a inizio mese aveva ricevuto il via libera (provvisorio) da parte del Consiglio dei ministri.
A sostenere il primo disegno di legge, il 2641, ci sono le truppe dei deputati della Lega capitanati da Erica Rivolta. Con loro, sostengono i ben informati, è pronto a scendere in campo perfino anche un big come il ministro Roberto Calderoli. Insomma, per portare a casa il “servizio civile federale” il Carroccio si accinge a giocare un carico da novanta. E, a sorpresa, in Parlamento potrebbe presto contare sull’appoggio del maggior partito di opposizione.
«Ora Giovanardi non potrà più far finta di nulla», si compiace la Rivolta. «E in effetti la mia proposta», gli fa eco il democratico (mozione Franceschini) Enrico Farinone, «per certi versi va nella stessa direzione di quella della Lega: credo che una sintesi si possa trovare». L’asse Lega-Pd poggia su fondamenta molto solide che di fatto si possono riassumere in un principio: i progetti vanno gestiti direttamente sui territori. Per dirla col testo Farinone: «Alle Regioni e alle Province autonome di Trento e Bolzano è riconosciuta la competenza esclusiva per ciò che riguarda: la valutazione, il controllo e il monitoraggio dei progetti di servizio civile da realizzare sui territori di competenza e presentati dagli enti iscritti agli albo nazionale e a quelli regionali e delle Province autonome». Musica per le orecchie di Alberto da Giussano.
Il testo Giovanardi al contrario, come spiega lo stesso sottosegretario, poiché «il servizio civile nazionale è difesa della patria e ha una sua identità unitaria», prevede che «i soldi che lo Stato dà siano spesi in maniera tale che i progetti siano omogenei su tutto il territorio nazionale». Ne consegue dunque che «se, per ipotesi, una Regione mette 4 milioni di euro al Fondo nazionale, i progetti fino a 4 milioni presentati su quel territorio verranno scelti dalla Regione, senza, però, come capita oggi, che – e qui sta il punto- un progetto nazionale con un punteggio maggiore possa rimanere senza finanziamento». Una posizione, questa, condivisa da molti enti nazionali, che implicitamente consegna nella mani dell’Ufficio nazionale le chiavi dell’intero Fondo (sempre più esiguo, a dire il vero) per il servizio civile. Ma su questo versante il Carroccio proprio non ci sente. «Ribadisco: la Lega pone una questione, così com’è il sistema discrimina alcune aree del Paese. In qualche modo occorre intervenire». «Anche noi siamo per il decentramento. Se ci ci imbarazza l’apparentamento con la Lega? Assolutamente no, su questo tema non ci sono barriere ideologiche: anzi, intorno alla nostra proposta contiamo di raccogliere il consenso anche di molti parlamentari del Pdl», chiude Farinone.


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