Sostenibilità

Spread, tasso Bce, Euribor Guida al risparmio nella giungla dei mutui

Casa dolce casa

di Redazione

Entrano in vigore le misure del governo per frenare la corsa degli interessi. Ma intanto la Bce taglia i tassi. Senza che questo, in molti casi, si traduca in un vantaggio per i consumatori. Come è possibile?di Piero Pacchioli
Meccanismo complesso quello dei mutui. Ancora più complesso oggi che a regolare il settore sono intervenute le norme contenute nel “decreto anti crisi” emanato dal governo. In sintesi, le nuove previsioni che dovrebbero andare a vantaggio dei consumatori sono due. In primo luogo il governo ha deciso di intervenire sulle singole rate dei mutui prevedendo che , nel 2009, se il tasso supera il 4%, lo Stato si farà carico della differenza. La seconda previsione riguarda, invece, l’offerta delle banche e, nello specifico prevede che «a partire dal 1° gennaio 2009, le banche che offrono alla clientela mutui garantiti da ipoteca per l’acquisto dell’abitazione principale devono assicurare ai medesimi clienti la possibilità di stipulare tali contratti a tasso variabile indicizzato al tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale della Banca centrale europea».
Entrambi gli interventi agiscono sul tasso d’interesse come leva per agevolare i consumatori nel contesto della crisi che stiamo vivendo. «Sono provvedimenti che lasciano un po’ perplessi», commenta Paolo Fiorio, responsabile dell’Osservatorio credito e risparmio di MC. «Il primo non inciderà per nulla sulla spesa dei consumatori perché nel corso del 2009 difficilmente il tasso d’interesse potrà essere superiore al 4% se si considera che ad oggi è al 2% e si prevede che scenderà ancora. Potrebbe essere più interessante invece la seconda previsione. Obbligare le banche a offrire mutui ancorati al tasso Bce significa fornire una scelta in più ai consumatori».
La determinazione degli interessi, però, è una materia davvero complicata. Sappiamo che, attraverso il contratto di mutuo, le banche prestano ai consumatori una determinata somma di denaro che il consumatore dovrà restituire a rate, maggiorata degli interessi. Al momento della stipula del mutuo, banche e clienti concordano il tasso sul quale verranno calcolati gli interessi. Per fissare questo tasso si prendono in considerazione due parametri: da un lato, il tasso al quale la banca prende a sua volta in prestito il denaro e, dall’altro, lo spread, vale a dire il compenso della banca. Tasso più spread uguale, quindi, tasso al consumatore finale. Il punto è, quindi, a che condizioni le banche reperiscono i fondi e quale percentuale decidono di destinare al proprio utile.

I tassi
I tassi a cui possono essere agganciati i mutui sono principalmente 2: tasso Bce o Euribor. Il primo è il tasso fissato dalla Banca centrale europea e varia a seconda delle decisioni che vengono prese dalla banca stessa in base alle condizioni economiche. L’Euribor (tasso interbancario di offerta in euro), invece, è calcolato giornalmente e indica il tasso di interesse medio delle transazioni finanziarie in euro tra le principali banche europee. I due tassi differiscono per due ragioni. Per prima cosa, il tasso Bce è stabilito dalla Banca centrale in funzione della politica monetaria mentre l’Euribor è definito dal comportamento delle banche. Inoltre, il tasso Bce varia poche volte l’anno mentre l’Euribor è aggiornato quotidianamente. Fino a prima dell’intervento del governo, era difficile, se non impossibile, trovare offerte delle banche parametrate al tasso Bce. Tutte erano fissate in base all’Euribor, perché più immediato, variando giornalmente, e rispecchia maggiormente le variazioni del mercato.Dal primo di gennaio, invece, è obbligatorio per le banche offrire questa tipologia di prodotto. Questo non significa che sicuramente si avrà una rata più bassa, anzi, la Banca d’Italia ha chiarito con una circolare che le offerte legate al tasso Bce dovranno essere in linea con le altre. Accendere un mutuo a queste condizioni, quindi, non consentirà nell’immediato di risparmiare ma significa ancorare le proprie future rate ad un tasso con caratteristiche diverse. È una scelta in più per consumatori.

Spread
Come detto, oltre al tasso, l’altra componente è rappresentata dallo spread. «Qui vengono fuori i veri problemi», spiega Paolo Fiorio, «perché le banche attraverso lo spread stanno cercando di annullare tutti i vantaggi per i consumatori». In pratica, la banca aumenta lo spread (per i nuovi mutui) e compensa in questo modo l’abbassamento dei tassi. «Come abbiamo visto anche in occasione dei decreti Bersani, le buone norme, da sole, non bastano. Serve un controllo della loro applicazione. Siamo contenti che l’Antitrust capisca questo problema e stia tenendo sotto controllo da subito la situazione».

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