Allora, settembre è il mese del delirio, lo sappiamo. Oltre agli inserimenti al nido o alle materne, oltre al fatidico avvio delle elementari – che già basterebbero – un altro enorme fardello sulle spalle delle mamme è quello dei Corsi Sportivi.
E un annesso non indifferente, nella trafila delle iscrizioni, è il famoso certificato medico di idoneità per attività sportiva non agonistica. Costo sulla piazza di Milano: 40-45 euro a bambino. Se di figli ne hai due, o tre (non vado oltre, immagino che dopo non sia più sostenibile), quel pezzetto di carta arriva a costare 120-130 euro.
Sommata alle quote d’iscrizione ai corsi e all’equipaggiamento sportivo, questa voce si rivela decisamente pesante sul bilancio di ogni famiglia. Ma a cosa serve questo certificato? Chi determina il costo? Palestre e piscine lo esigono oppure no?
Ho rivolto queste domande al dottor Attilio Turchetta, responsabile di Medicina dello Sport all’ospedale pediatrico Bambino Gesù, che ha appena pubblicato un vademecum sulle età dello sport.
Dottore, per le attività non agonistiche dei bambini il certificato medico sportivo è sempre obbligatorio o no?
Negli ultimi 15 mesi sull’argomento c’è stata una grande confusione perché due decreti legge che si sono succeduti nell’aprile e nel novembre del 2013 avevano regolamentato il campo e si erano un po’ contraddetti. Ad agosto di quest’anno il ministro della Salute Lorenzin ha emesso un decreto che ha fatto finalmente chiarezza.
E cosa ha stabilito?
Per sommi capi: il certificato medico NON serve quando si fa semplicemente movimento nell’ambito di un’attività ludico-ricreativa. Ad esempio, vado a correre al parco per conto mio, oppure il bambino gioca e corre all’oratorio.
Il certificato medico per attività sportiva non agonistica serve invece: per le attività sportive organizzate dalle scuole dopo l’orario di lezione e per tutti gli sport che si svolgono nelle palestre e nelle piscine delle società sportive legate al Coni.
Chi può scrivere il certificato e perché ha un costo?
Può essere preparato dal medico dello sport o dal pediatra di famiglia (esclusivamente per i bambini assistiti). Il certificato ha un costo perché non si trova tra quelli previsti nel contratto di lavoro dei medici (come invece, ad esempio, il certificato di riammissione a scuola dopo una malattia infettiva).
Essendo un’attività extracontrattuale, sta al medico singolo fissarne il costo e questo è commisurato alla responsabilità che si assume comprovando lo stato di buona salute del bambino. Il certificato inoltre deve, ripeto deve, essere rilasciato solo sulla base di un’effettiva e accurata visita medica con un controllo della pressione arteriosa.
Se questa è un’attività diciamo privata, è anche negoziabile? Soprattutto sul costo?
Dovrebbe esserlo, soprattutto se ci sono più figli che necessitano del certificato. Penso che stia alla coscienza di ciascun medico stabilire un costo inferiore per i certificati dei secondi e successivi figli, andando incontro alle esigenze della famiglia.
Altro argomento: il certificato medico per attività agonistica. E’ vero che in alcune regioni questo è invece gratuito?
E’ così. Molte regioni come Lazio, Lombardia e Veneto considerano l’approfondita visita e il pacchetto di esami che viene fatto per i ragazzi che fanno agonismo come un importante fattore di medicina preventiva. Pertanto, sulla base della richiesta della società sportiva e con l’impegnativa del medico, il ragazzo potrà fare visita ed esami gratuitamente.
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