Cultura

Spese militari, un libro-inchiesta fa il punto

23.500 milioni di euro: nel 2010 le spese militari peseranno sui conti pubblici per questa cifra, rivela un libro in uscita per Altreconomia Edizioni

di Redazione

L’Italia, com’è tradizione, gioca in difesa: nel 2010 le spese militari lasceranno sul terreno dei conti pubblici oltre 23.500 milioni di euro. Il nostro Paese, oggi all’8° posto al mondo per spese militari, ha più di 30 missioni internazionali in corso e nei prossimi anni ha in programma di acquistare, per citare solo uno dei progetti sui cosiddetti “sistemi d’arma”, 131 caccia per 13 miliardi di euro.

Sono alcuni dei dati che sciorina “IL CARO ARMATO. Spese, affari e sprechi delle Forze Armate italiane” (Massimo Paolicelli e Francesco Vignarca, 132 pagine, 13 euro – Altreconomia Edizioni), una puntigliosa ricognizione sulle spese militari del nostro Paese. Somme non sempre facili da tirare perché comprendono il bilancio della Difesa, i fondi per le missioni internazionali e quelli assegnati dal ministero dello Sviluppo economico.

La struttura delle Forze Armate è cambiata: il “Nuovo Modello di Difesa” ha spostato la linea del fronte dai confini geografici a quelli dei nostri interessi economici, ovunque siano ritenuti a rischio. La leva obbligatoria è stata sospesa. Ma scopriamo che, nonostante le “riforme”, l’esercito professionale conta oggi 190mila uomini, tra i quali il numero dei comandanti -600 generali e ammiragli, 2.660 colonnelli e decine di migliaia di altri ufficiali- supera quello dei comandati.

Tra le righe scopriamo che gli arsenali sono pieni nonostante la crisi: nei prossimi anni è previsto l’acquisto di faraonici “sistemi d’arma” dalla portaerei Cavour (1.390 milioni di euro), alle fregate FREMM (5.680 milioni) al cacciabombardiere Joint Srike Fighter (13 miliardi di euro): il “mercato” delle armi, con i Governi come principali committenti, è fiorente ma tutt’altro che “libero”, come indica la contiguità dei decisori: politici, vertici delle Forze Armate, industria bellica.

Il libro affronta alcune delle scelte più controverse in tema di Forze Armate e relativi “costi”: le missioni internazionali, la presenza dei militari in città, le servitù militari, il destino degli immobili della Difesa, l’abbandono del servizio civile; per arrivare agli “scandali” veri e propri, tra cui sprechi e inefficienze clamorose, e la triste vicenda dell’uranio impoverito. In appendice il punto sulle spese militari in Europa e nel mondo. “Il caro armato”, in conclusione, con la forza dei numeri, passa come un cingolato sulla “casta” militare e i suoi privilegi e indica con chiarezza quale sia la strada per riforme e cambiamenti puntuali e strutturali, in un’ottica di efficienza e soprattutto di pace.

Gli autori: Massimo Paolicelli, giornalista, scrive di pace e obiezione di coscienza ed è presidente di Associazione Obiettori  Nonviolenti. Francesco Vignarca è coordinatore di Rete Italiana per il Disarmo e già autore di “Mercenari Spa” (Bur-Rizzoli). 

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