Centrali operative informatizzate, un servizio di teleassistenza. Ma la Regione pensa solo ai posti letto…Non è facile fare innovazione in una Regione sfiancata dal piano di rientro da deficit. Per il consorzio siciliano Sisifo, affiliato a Legacoopsociali, l’esperienza di integrazione socio-sanitaria è sempre stata un terno al lotto. «Nella nostra regione c’è una netta separazione tra la parte sanitaria e quella sociale nel pensare il servizio alla persona», spiega il presidente del consorzio, Salvo Calì. Così l’attività del consorzio si è potuta concentrare principalmente sull’assistenza domiciliare a carattere sanitario e sulla gestione di alcune residenze assistite. «Il rientro del debito è stato prettamente impostato sulla deospedalizzazione, senza una reale programmazione dei servizi», precisa Calì. Ma le cooperative del consorzio non hanno mollato la presa e negli anni hanno sperimentato alcune proposte innovative. Come un complesso sistema informatico di centrali operative per la rilevazione della domanda e il relativo orientamento e coordinamento del sistema dei servizi socio-sanitari. Al momento però l’esperienza si è fermata al solo mondo della cooperazione. «Le Asl non sembrano interessate», spiega Calì. «Eppure stiamo parlando di un sistema che ci ha permesso di gestire più di 1.500 pazienti e agevola il monitoraggio della domanda e la stessa valutazione dei servizi». E non finisce qui. Il consorzio ha anche aperto un hospice e sperimentato un servizio di teleassistenza, ma tutto è ancora fermo in attesa dell’accreditamento. «D’altronde la sanità siciliana non si basa sulla prestazione, ma sul numero di posti letto. Poi ci lamentiamo che la gente non ha alternative al ricovero…».
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