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Spegnete le tv: appello di Silvia Tortora a Ciampi

Si rivolge al presidente della Repubblica, Silvia Tortora, per chiedere ''da cittadina e da madre'', il rispetto per il piccolo Samuele.

di Riccardo Bonacina

Si rivolge al presidente della Repubblica, Silvia Tortora, per chiedere ”da cittadina e da madre”, il rispetto per il piccolo Samuele. A Ciampi ricorda ”il caso tristemente famoso” di suo padre, Enzo Tortora, e chiede che almeno il funerale del piccolo ”non venga illuminato dai riflettori” non certo per fare censure, assicura, ma per il desiderio di rispettare il dolore delle persone. ”Da ex protagonista, mio malgrado, di un caso tristemente famoso in Italia, come quello di mio padre Enzo Tortora – scrive, nella lettera indirizzata al Capo dello Stato -, voglio appellarmi proprio alla sua sensibilita’ istituzionale e umana per tentare di ridimensionare i danni che l’attenzione spasmodica dei mezzi di comunicazione possono produrre, ancora una volta, sugli uomini, le donne e persino i bambini”. La figlia di Tortora ricorda che, nel suo caso, ”l’attenzione fu tanto pressante quanto era pubblica l’immagine di nostro padre. Gli effetti pero’, senza prescindere dalla sua innocenza, furono devastanti per tutti noi”. Per la vicenda di Cogne il caso in parte e’ diverso, spiega Silvia Tortora: ”Il dramma colpisce una normale famiglia italiana della quale, ora, ci pare di conoscere tutto e tutti. E in primo luogo ci sentiamo tanto partecipi quanto autorizzati a giudicare vite e comportamenti altrui. Non e’ cosi’. Non sta a noi trovare il colpevole o la colpevole, non sta a noi processarlo o processarla”. Per questo chiede che vengano spenti i riflettori, ricordando che vittime del circo mediatico creato attorno alla vicenda sono ”non solo il bimbo ucciso, ma la sua famiglia, in particolare la sua mamma”. E aggiunge, rivolta al presidente della Repubblica: ”Nessuna intenzione di invocare censure o bavagli per chi fa informazione, ma il desiderio di ricordare alcuni principi fondamentali dei quali lei é sincero garante. Il rispetto per le persone, il loro diritto a non essere perseguitate, additate o addirittura giudicate, prima che a farlo vi sia l’autorita’ competente”. ”Basterebbe forse un po’ di sensibilita’ e di coscienza – prosegue Silvia Tortora – per far si’ che il diritto di cronaca non tracimasse in un vero e proprio delitto. Ma lo spettacolo offerto in questi giorni legittima a sospettare l’assenza di tali qualita’ in gran parte degli organi di informazione. Non ultimo si unisce il caso di quella povera giovane siciliana, ammalata della forma umana della Bse, della quale e’ stato riferito nome, cognome e persino i voti universitari”. A Ciampi, la figlia di Tortora chiede quindi ”dall’alto della sua carica e dal piu’ profondo della sua umanita”’ di farsi interprete ”di questo mio disagio” e ricorda che sabato forse si celebreranno i funerali del piccolo: ”sarebbe importante – conclude – se almeno questo momento non venisse illuminato dai riflettori, se solo gli uomini e le donne che fanno informazione facessero un piccolo gesto di compassione e di vera pieta’, spegnendoli”.


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