Sostenibilità

Specie speciali 16milioni di pezzi Unici

Anche se sembrano tante, ogni anno almeno 100 specie scompaiono, e non esistono rincalzi. Solo altre 5 volte in 500 milioni di anni la Terra ha visto estinzioni di massa di questo tipo.

di Redazione

Gorilla e scimpanzé sono i ?nostri cugini?. Lo scimpanzé ha in comune con noi più del 98% del patrimonio genetico. Drammaticamente, però, la crescita della popolazione umana, l?avanzata della deforestazione, la crescita della caccia commerciale e, persino, la diffusione del virus della febbre emorragica Ebola stanno dando il colpo di grazia a questi meravigliosi animali. Nel Gabon e nel Congo, dove si ritiene vi sia l?80% della popolazione mondiale di queste specie, negli ultimi vent?anni vi è stato un dimezzamento delle stesse. Nel numero dello scorso 10 aprile di Nature, infatti, sono stati pubblicati i risultati delle indagini che 25 studiosi di biologia della conservazione (coordinati da Peter Walsh della Princeton University) hanno svolto sulla drammatica riduzione delle popolazioni di gorilla e scimpanzé nell?Africa equatoriale. Il gruppo di studiosi chiede che lo status di queste due specie, presente nei ben noti ?Libri Rossi? dell?estinzione (cioè le liste che la Iucn- World Conservation Union tiene aggiornate delle specie minacciate di estinzione nel mondo) passi da endangered(in pericolo) a critically endangered(gravemente in pericolo). La punta dell?iceberg Il dramma di scimpanzé e gorilla costituisce la punta dell?iceberg della continua erosione della biodiversità, della ricchezza della vita, rappresentata sul nostro pianeta dai geni, dalle specie e dagli ecosistemi. Gli studiosi hanno documentato, negli ultimi due secoli, un grave ed esteso fenomeno di estinzione della biodiversità che, secondo esperti del calibro di Edward Wilson, Paul Ehrlich, Michael Soulè e Norman Myers, per citarne solo alcuni, ha le caratteristiche di una vera e propria estinzione di massa, come se ne sono verificate in altre cinque occasioni negli ultimi 500 milioni di anni. Solo che è la prima volta che ciò ha luogo a causa di un?altra specie vivente: la nostra. Sotto la punta dell?iceberg, vi è la scomparsa di migliaia di specie che, in numerosi casi, non conosciamo e delle quali ovviamente ignoriamo quello che potrebbero offrire alla vita umana, ad esempio in campo industriale, agricolo, farmaceutico. Le foreste tropicali costituiscono uno scrigno di diversità biologica che è oggetto di importantissime ricerche anche per rintracciarvi sostanze che possano curare i tumori. Ma tutta la natura, se mantenuta in grado di seguire le proprie dinamiche evolutive, ci offre una straordinaria serie di ?servizi? che nessuna contabilità economica di nessun Paese al mondo tiene in conto: dalla mitigazione climatica alla composizione chimica dell?atmosfera, dalla rigenerazione del suolo al mantenimento del ciclo idrico, agli straordinari meccanismi di impollinazione delle piante alle forme di vita, base della nostra alimentazione. Obiettivo primario, dunque, delle attività per tutelare i sistemi naturali e la loro biodiversità è proprio quella di mantenere queste loro capacità e di evitare l?accrescersi della loro vulnerabilità. Un serbatoio infinito? Disponiamo di diversi assessment sullo stato della biodiversità nel mondo, l?ultimo dei quali a cura di Brian Groombridge e Martin Jenkins per conto del World conservation monitoring centre dell?Unep, il programma Ambiente delle Nazioni Unite, dal titolo World Atlas of Biodiversity, pubblicato dall?University of California Press prima del Summit di Johannesburg dello scorso anno, ci ha fornito numerose informazioni sulle conoscenze acquisite, anche se non esiste un inventario completo delle forme di vita che esistono sul pianeta. Questo rapporto informa che il numero di specie a oggi descritte è di 1.750.000 mentre quelle ritenute esistenti, ma che non sarebbero ancora conosciute alla scienza, sono 14 milioni. Delle specie conosciute, quasi un milione è costituito da insetti (963mila),quasi 400mila dei quali coleotteri. Di questi, un 40% è conosciuto da un solo sito in cui la specie è stata collezionata e, talvolta, da un solo individuo. Ogni anno si aggiungono circa 13mila specie all?elenco, ma tenendo conto dei problemi relativi alla sinonimia potrebbero essere 10mila. Ovviamente, dei gruppi di forme di vita sono più conosciuti di altri, anche perché più facili ad essere individuati e con un maggior numero di ricercatori che se ne occupano (vedi gli animali vertebrati e, in particolare, i mammiferi e gli uccelli). Un cambio di rotta Normalmente la durata media della vita di una specie, rispetto ai dati sin qui raccolti dai paleontologi, va da un milione a 11 milioni di anni. Seguendo le nostre conoscenze fossili relative alle specie estintesi nell?arco degli ultimi 4 milioni di anni e ritenendo valida la presenza di 10 milioni di specie, il tasso di estinzione può essere indicato da 1 a 2,5 specie all?anno, anche se sappiamo che la presenza dei fossili non ci fornisce un quadro esaustivo del tasso di estinzione (molte specie hanno avuto e hanno distribuzioni ristrette e di molte non conosciamo reperti fossili e non sappiamo neanche se sono esistite). Nel secolo passato le ricerche sulle estinzioni documentate nei gruppi ben studiati, quali mammiferi e uccelli, ci indicano un tasso di estinzione di una specie l?anno, anche se la consapevolezza di carenze di dati ci fa pensare che questo tasso possa essere stato più alto. L?analisi dei tassi attuali di estinzione in gruppi conosciuti fa ritenere che il tasso di estinzione sia da 100 a mille volte superiore, cioè che scompaiano almeno 100 specie all?anno. L?estinzione è per sempre. In un mondo in cui la popolazione umana continua a crescere, e la situazione complessiva della gestione delle risorse dimostra palesemente profonde ingiustizie sociali ed economiche, è evidente a tutti l?urgenza di un cambio deciso di rotta. È necessario agire subito. Attendere ancora non risolve nulla, anzi rende più ardua la soluzione dei problemi.

Gianfranco Bologna

INSETTIMOLTO SINGLE 1,7 milioni sono le specie viventi oggi descritte, secondo il World Atlas of Biodiversity pubblicato dall?università della California. Quelle ritenute esistenti, ma non ancora note alla scienza, sarebbero 14 milioni. Delle specie conosciute, quasi un milione sono costituite da insetti, e di queste 400mila da coleotteri; il 40% delle specie di coleotteri è conosciuta da un solo sito e talvolta da un solo individuo. 13mila sono le specie che ogni anno si aggiungono all?elenco di quelle conosciute, anche se secondo altre stime sarebbero solo 10mila (per problemi di somiglianza). 2,5 specie l?anno: questo il tasso di estinzione massimo calcolato dagli scienziati e relativo agli ultimi 4 milioni di anni. Nel secolo scorso, le ricerche sulle estinzioni documentate nei gruppi più conosciuti (quali mammiferi e uccelli) indicano l?estinzione di una specie all?anno anche se la carenza di dati ci fa pensare che il tasso di estinzione sia stato molto più alto. L?analisi dei tassi attuali di estinzione, infine, ci fa ritenere che il tasso di estinzione sia da 100 a mille volte superiore.

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