Volontariato

Special Cook al Centro NeMO, la finale gourmet

Il talent della cucina di qualità negli ospedali ha festeggiato la quinta edizione con un evento speciale a Milano: la sfida tra chef vinta da Andrea Pantaleo. Tra i presenti anche i pazienti del centro clinico specializzato nella cura delle persone con malattie neuromuscolari come la Sla, la Sma e le distrofie muscolari. Un progetto ideato da Officine Buone che permette ai giovani professionisti di donare il proprio talento

di Redazione

Quando il talento incontra il desiderio di mettersi al servizio degli altri diventa opportunità per creare un dono speciale. Che può prendere la forma di un piatto cucinato con maestria e soprattutto alla portata di tutti anche di chi per motivi clinici fatica a mangiare perché soffre di disfagia come alcuni dei pazienti del Centro Clinico NeMO di Milano che è stato la location della sfida finale di Special Cook, un progetto che è anche un talent ideato e realizzato dall’associazione Officine Buone per portare la cucina di qualità negli ospedali italiani. Un nuovo modo di fare volontariato e che permette ai giovani professionisti di donare il proprio talento nei reparti ospedalieri e nei luoghi di fragilità, diventando protagonisti della comunità.
La sfida finale della quinta edizione, Special Cook Fest 2021, si è giocata venerdì 22 ottobre al Centro clinico NeMO specializzato nella cura delle persone con malattie neuromuscolari, come la Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla), le Distrofie Muscolari e l’Atrofia Muscolare Spinale (Sma).

A vincere la sfida 2021 è Carlo Andrea Pantaleo (nella foto), con il suo “Risotto riserva San Massimo”, con cicoria, gel di pomodoro, olive disidratate in pezzi e aglio nero, che ha vinto contro il “Carpaccio di barbabietola e arancia rossa aromatizzato” di Nicol Cuocartigiana. A valutare i piatti, una giuria di esperti composta da Mario Calabresi, direttore Chora e già direttore di Repubblica fino al 2019; Stefano Callegaro, chef vincitore della quarta edizione di Masterchef; Ennio Caiolo, direttore generale di Galbani; Jacopo Fontaneto, giornalista e critico gastronomico; Alberto Fontana, presidente Centri Clinici NeMO; Valeria Sansone, direttore clinico e scientifico del Centro Clinico NeMO di Milano. Immancabili i pazienti del Centro NeMO con i loro accompagnatori: tra gli ospiti selezionati per la giuria di questa edizione i signori Ermanno e Nicoletta Caragiola e Roberto e Marina Crippa.

«Special Cook è il progetto che rappresenta al meglio la missione di Officine Buone: donare il talento», dichiara Ugo Vivone, presidente di Officine Buone. «Gli chef che si sfidano nelle corsie ospedaliere sono protagonisti di un volontariato emozionante, formativo. È una piccola magia che si rinnova ogni volta e siamo felici di partire da subito con la nuova edizione che speriamo possa essere per la maggior parte composta da date in presenza nei reparti ospedalieri».


Protagonisti della finale, condotta da Marisa Passera (Radio Deejay), sono stati gli chef Carlo Andrea Pantaleo – patron del Ristorante “Milano37” di Gorgonzola – e Nicol Cuocartigiana, docente alla “Scuola della Cucina Italiana”, che si sono cimentati con ricette a doppia consistenza – solida e cremosa – per poter permettere la degustazione del piatto anche a persone che presentano difficoltà di deglutizione.
La possibilità di continuare a guastare il piacere di stare a tavola anche a chi soffre di disfagia, è il messaggio di Special Cook Fest, che pone l’attenzione ad ogni aspetto funzionale della qualità di vita di chi vive l’esperienza di una malattia neuromuscolare è il fondamento del modello di cura. «Special Cook ci ricorda che NeMO è casa per i nostri pazienti», dichiara Alberto Fontana (nella foto), presidente dei Centri Clinici NeMO. «E il profumo dei piatti cucinati dagli chef nella nostra palestra ha celebrato in modo simbolico il nostro ritrovarci tutti intorno alla tavola, come si fa quando si è in famiglia. Ecco perché insieme ad Officine Buone e ai partner di progetto continuiamo a lavorare per dare valore al talento donato, segno di una società che vuole investire nella persona come risorsa, a prescindere dalle abilità o disabilità di ciascuno di noi».

«Questo bellissimo progetto si pone l'obiettivo di portare la cucina di qualità nei reparti ospedalieri, grazie al talento di giovani chef volontari che realizzano show cooking per i pazienti», dichiara l’assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità di Regione Lombardia, Alessandra Locatelli, presente all’evento. «Per il Centro NeMO, l'attenzione degli chef si è orientata a declinare le preparazioni con consistenze modificate, offrendo così la possibilità di degustare i piatti anche a coloro che, a causa della malattia, hanno difficoltà di deglutizione. Sono orgogliosa che anche grazie al contributo di Regione Lombardia possano essere realizzati eventi così coinvolgenti e di qualità». Presente all’evento anche Marco Bosio, Dg dell’Asst Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, presso il quale si trova il Centro Clinico NeMO.

Gli chef hanno cucinato su speciali cucine mobili donate da Officine Buone a tanti ospedali italiani (Milano, Roma, Torino, Lecce, Verona, Catanzaro). Il progetto Special Cook non si è fermato neanche durante la pandemia ed ha realizzato ben 32 date nella stagione 2020/2021. Con il format "Special Cook Delivery" i volontari di Officine Buone si sono trasformati in “special riders" e consegnato pasti sani e gustosi ai pazienti. Un gesto particolarmente apprezzato anche dagli operatori sanitari, che, nonostante la grande difficoltà dettata dall’emergenza sanitaria hanno ricevuto la carezza del calore umano, oltre che la sorpresa buona dai cuochi donatori di talento.

Special Cook è reso possibile dalla collaborazione di Officine Buone con Regione Lombardia, Galbani, Gruppo Callipo, All4Labels e Fondazione Terzo Pilastro.

Immagini dell'evento da Ufficio stampa

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.