Sostenibilità

Spazi inutilizzati e Terzo settore al Sud

La gestione e riuso di luoghi abbandonati e beni confiscati nel Mezzogiorno sono stati al centro del seminario Vivaio Sud, l'incontro tra istituzioni e mondo associativo promosso da Mecenate 90 e Forum del Terzo Settore. Al centro degli interventi anche i nuovi strumenti legislativi messi in campo dalla Riforma del Terzo settore

di Redazione

Le opportunità e le problematiche per il Terzo settore nella gestione e nel riuso di spazi inutilizzati e beni confiscati nel Mezzogiorno sono state al centro della IV edizione di Vivaio Sud, l’incontro tra istituzioni e mondo associativo promosso da Mecenate 90 e Forum del Terzo Settore a Salerno martedì 19 settembre. L’incontro ha rappresentato una tappa fondamentale per fare il punto della situazione, insieme a rappresentanti del Governo, sulle norme che che disciplinano la gestione e il riuso di spazi inutilizzati e sui nuovi strumenti legislativi messi in campo dalla riforma del Terzo settore.

Diversi gli interventi registrati nel corso del seminario, tra i quali quelli di Filiberto Parente (portavoce del Forum Terzo Settore della Campania), Marco Imperiale (direttore della Fondazione Con il Sud), Alberto Improda (Studio Improda e Associati), Marco Vecchione (Agenzia del Demanio), Vincenzo Santoro (Anci), Vittorio Cogliati Dezza (Legambiente) e Concetta Granato (Invitalia).

«Vivaio Sud», ha dichiarato Ledo Prado, segretario generale di Mecenate 90, «è la rappresentazione di un Sud che non si arrende e che scommette sulla costruzione di un futuro valorizzando le risorse locali. Non è la collocazione geografica né la dimensione degli spazi a creare opportunità: sul nostro territorio le esperienze di valorizzazione di aree inutilizzate sono diffuse capillarmente. È necessario, però che l’autorità pubblica abbia il coraggio di non essere ostativa nei confronti delle iniziative del Terzo settore, e che non faccia prevalere il processo burocratico rispetto al merito».

Un tema molto importante è quello che riguarda i beni immobili confiscati alla mafia: in tutta Italia, ha ricordato il direttore del Forum Nazionale del Terzo Settore, Maurizio Mumolo, ce ne sono oltre 23mila, ma non tutti possono essere utilizzati facilmente, in primo luogo perché mancano le risorse per rimetterli in funzione.«Un altro problema è l’estrema differenza che si riscontra tra le modalità di affidamento dei beni da parte degli enti locali», ha continuato Mumolo. «La riforma del Terzo settore, da questo punto di vista, mette a disposizione dei nuovi strumenti legislativi, la cui efficacia dovrà essere testata sul campo».

Al seminario Vivaio Sud è intervenuto anche il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali Luigi Bobba, il quale ha tracciato le “tre linee prospettiche” della riforma: la prima che, tenendo conto delle piccole dimensioni della gran parte degli enti di Terzo settore, punta a valorizzare le reti associative; la seconda, che rafforza la “mano privata” come elemento di sviluppo dei progetti e delle iniziative del Terzo settore; la terza, che vuole favorire un ecosistema favorevole per far crescere l’impegno volontario dei cittadini nel promuovere l’interesse generale.

In apertura photo by Mariona Campmany on Unsplash

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