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Spagna Italia AR: il movimento in difesa del diritto alla casa

di Emanuela Borzacchiello

Quando la senti parlare in assemblee o dibattitti ti vien voglia di abbracciarla e dirle grazie, quando la conosci la inviti a bere un caffè per scambiare con lei sguardi sulla città. Rosario conosce Madrid, i suoi antri, cosa c’era prima dell’ultimo ristorante aperto in quell’angolo di centro storico e da chi puoi andare per comprare uno di quelli scialli enormi con lunghe frange, che ti fanno volteggiare ballando il flamenco, ma che ti vestono della stessa sensazione di leggerezza anche se rimani ferma sul posto. Rosario Garcia conosce Madrid e le sue case, dal centro alla periferia. Conosce le case del suo territorio e le difende: è avvocata, una delle anime de la Plataforma de afectodos por la Hipoteca (PHA), organizzazione che riunisce tutti i gruppi spagnoli che lottano in difesa del diritto alla casa.

Rosario Garcia: “Fin dal nome la Plataforma de afectados por la hipoteca chiarisce il suo obiettivo: difendere chi ha perso o sta perdendo la casa a causa del peso eccessivo di un’ipoteca impossibile da pagare. Il suo sottotitolo- dalla bolla immobiliare al diritto alla casa –  traccia le coordinate di una storia che inizia dal 2007”

Emanuela Borzacchiello: “2007: erano gli anni del governo Zapatero e della speculazione immobiliaria. Si inizia a costruire più che in qualsiasi altro paese EU, ma all’incremento delle costruzioni non corrisponde un abbassamento dei prezzi sul mercato (secondo i dati dell’Instituto Nacional de Estadística (INE) y Ministerio de Vivienda dal 1997 se la media dell’aumento del reddito pro capite rimane invariata, i costi delle case aumentano: da 100,0 del 1997 si passa a 300,0 del 2008). La Spagna diventa il paese europeo dove si costruisce di più ma, paradossalmete, dove comprare una casa costa di più. Un paradosso semplice da spiegare. Due sono gli elementi che gonfiano la bolla immobiliare: bassi tassi d’interesse e liberalizzazione del credito, un mix che permette alle banche di emettere prestiti con facilità e con assoluta flessibilità di tempi. I costi, però, continuano a rimanere alti. In Spagna, la spesa principale di un nucleo familiare è quella per la casa. Con l’inizio della crisi economica e lo slittamento a livelli record dei tassi di disoccupazione, l’ipoteca si trasforma nella spada di Damocle che pende sulla testa delle famiglie. Quando la bolla esplode, emerge il dramma di 349.438 famiglie che – tra il 2007 e il 2011 – vivono sotto il tetto precario dello sfratto esecutivo. La sintesi è corretta?”

R.G. “Esatto. La priorità è stata quella di dare visibilità alla quantità enorme di pignoramenti e sfratti che vivono le famiglie spagnole. La Plataforma è formata da cittadinei che dedicano tempo a capire e analizzare leggi, dati e cifre. Dall’analisi emerge il centro del problema che abbiamo definito: anomalia giuridica spagnola. A differenza di qualsiasi altro paese EU, in Spagna riconsegnare la casa alla banca non è sufficiente per saldare il debito, in quanto il prestito ricade sulla persona e non sul bene ipotecato, considerato solo come garanzia che in caso di insolvenza non è sufficiente per estinguere il prestito. Quando si è in una condizione di insolvenza la casa viene messa all’asta. Se non viene venduta, come sta accadendo per il 90% delle volte in questa situazione di crisi, le entità finanziarie possono aggiudicarsi l’immobile per il 60% del valore della tassazione. La differenza del debito che non viene coperta da questo 60% ricadrà sulla persona exproprietaria. Un debito a cui devono aggiungersi i costi del processo e che genera nuovi tassi di interesse da pagare. Il risultato? una condanna a vita. Si viene catapultati nel girone dantesco della perdita del lavoro, perdita della casa, impossibilità di pagare un debito che invece di sgonfiarsi diventa sempre più grande. Girone in cui sono cadute già migliaia di persone e in cui hanno perso la vita  solo nella seconda settimana di febbraio quattro persone, morte per suicidio”

E.B. “Un’esclusione sociale che viaggia su un doppio binario. Da un lato si sente che la società cosiddetta civile, normale, ti espelle, in quanto le persone insolventi sono inscritte e segnalate come morose nei registri nazionali, iscrizione che nella vita quotidiana si traduce nella difficoltà a essere contrattualizzato, aprire un conto in banca o intestarsi una semplice bolletta telefonica. In più perdendo la casa, si perde il proprio contesto sociale di riferimento, come il quartiere dove c’è la scuola di tua figlia”

R.G. “Cambia, soprattutto, la visione che amici, vicini, familiari hanno di te. Prima hai una casa, un lavoro, oggi sei una vittima, un moroso. Strette nella morsa del disastro finanziario e dell’esclusione sociale molte persone non sono più capaci di vedere la possibilità di poter ancora avere una possibilità. Si trasformano in soggetti vulnerabili e il loro diritto alla salute è in serio pericolo. La Plataforma prima di tutto è servita a collettivizzare le esperienze. La PHA ha ridato dignità alle persone perchè è riuscita a far passare il messaggio che non siamo responsabili della crisi, della perdita del lavoro eo della casa. Si è cercato di trasformare il sentimento di impotenza e di isolamento sociale in capacità di organizzazione collettiva

E.B. “In molti affermano, e la Società di medici spagnoli ve ne riconosce il merito, che proprio la capacità di creare organizzazione collettiva ha evitato l’aumento di depressionistati d’ansia e altri suicidi. Avete raccontato le storie delle persone rimaste per strada, “normalizzato” la loro situazione, inserendole nel contesto complesso della crisi economica. Avete analizzato le cause e, soprattutto, inventato strumenti adeguati per riaffermare il diritto alla casa come diritto fondamentale. Avete deciso in primo luogo di giocare nel loro stesso campo, quello delle leggi dello Stato, ma di riapproparivi del senso di queste leggi facendone emergere il valore fondante: la difesa delle persone”

R.G. “Uno Stato di dirittto deve difendere, tutelare, contribuire a creare un tessuto sociale sano. Se non avviene è perchè le istituzioni stesse sono malate, infette. E allora cosa fare? come cittadina hai l’obbligo di prenderti cura delle tue istituzioni. Abbiamo puntato su la ILP, iniziativa di legislazione popolare, e raccolto tutte le firme necesarie per proporre al governo una soluzione al problema casa, una soluzione che nasce dalla necessità di persone implicate in prima persona nel problema. Tre le proposte principali su cui si basa la Ilp: dación en pago retroactiva, affitto sociale e fermo immediato degli sfratti esecutivi. Dación en pago significa estinsione del debito con la consegna delle chiavi della casa alla banca. Ilp a parte, con le occupazioni e le tecniche di fermo degli sfratti esecutivi abbiamo evitato circa 500 sfratti al giorno in tutta Spagna. Questo per dare un’idea delle dimensioni del probema sociale degli sfratti e dell’importanza del lavoro in comune”

E.B. “Referendum o Iniziative legislative popolari sono strumenti legislativi presenti nella carta costituzionale spagnola post franchista, ma che non erano mai stati proposti o usati dalla cittadinanza. Per la prima volta, grazie la Plataforma questi stessi strumenti legislativi vengono ripresi, rivitalizzati e usati come meccanismi di vera democrazia partecipativa”

R.G.Riconoscere e risignificare gli strumenti che possano garantire meccanismi di democrazia partecipativa è un nodo centrale. Non è più sufficiente solo andare a votare. Bisogna avere cura delle istituzioni che sono casa nostra”

 

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