Mondo
Spagna. Dopo la strage di agenti in Iraq. Ong contro Aznar, soldi solo alla guerra
A Madrid Intermón-Oxfam punta il dito: gli aiuti allo sviluppo: meno dello 0,3% del pil (di Michele Novaga).
di Redazione
Pochi fondi, e maldistribuiti. Scarso impegno nella cooperazione allo sviluppo. E uno sbilanciamento finanziario preoccupante a favore delle operazioni militari a scapito dei progetti di solidarietà. Non si placano neppure dopo la morte degli agenti segreti spagnoli in Iraq le polemiche madrilene sui finanziamenti alle ong, suscitate da un documento di Intermón-Oxfam, la ong spagnola più importante con oltre 600 progetti in 49 Paesi e 7 sedi nel Paese. La realidad de la ayuda 2003-2004 (La realtà dell?aiuto), questo il titolo del dossier, parte dall?analisi delle cifre stanziate per la cooperazione internazionale negli ultimi anni, e denuncia le gravi mancanze e le inadempienze dell?Aod-Ayuda oficial al desarrollo verso l?aiuto umanitario, la cooperazione e lo sviluppo.
La Spagna, infatti, nel 2003, destinerà solo lo 0,28% del pil a questo scopo, percentuale lontana dallo 0,33% che, insieme ad altri Paesi Ue tra i quali l?Italia, che quest?anno raggiungerà a mala pena lo 0,2%, e gli Stati Uniti, fanalino di coda con lo 0,12%, si è impegnata a mantenere nella conferenza di Monterrey dello scorso anno e molto lontana dallo 0,7% che l?Onu chiede ai Paesi sviluppati entro il 2015. Di questo passo, tale valore verrà raggiunto solo fra alcuni decenni, come confermano 95 ong (tra esse Medicos Sin Fronteras, Acsur-Las Segovias, la stessa Intermón-Oxfam, Medicos Mundi, Caritas) riunite nella Congde-Coordinadora de ong para el desarrollo de España, che lancia una campagna di sensibilizzazione su questo tema: ?0,7 reclámalo?.
L?accusa più grave, tuttavia, viene mossa sulla qualità dei progetti e sull?efficacia degli stessi: dei 2.078 milioni di euro previsti nel budget del 2003 si evince che meno del 20% sono destinati a interventi sanitari o di educazione primaria e che l?aiuto si preferisce destinarlo a Paesi considerati a reddito medio (come l?Argentina o il Pakistan) piuttosto che ai Paesi dell?Africa subsahariana, realmente bisognosi. A questi ultimi, nel 2001, sono stati destinati meno della metà dei fondi previsti nel Plan director del governo, mentre i Paesi appartenenti all?Asia centrale, all?Estremo Oriente e all?Europa orientale, anche se non considerati prioritari, si sono convertiti in maggiori beneficiari dell?aiuto spagnolo a causa della lotta contro il terrorismo internazionale.
Accuse e perplessità le ong spagnole le sollevano riguardo al Fad-Fondo de ayuda al desarrollo che quest?anno ha assegnato i circa 247 milioni di euro a sua disposizione ai Paesi in via di sviluppo con la clausola di restituirli in tempi brevi e acquistando beni e servizi solo in Spagna. Paradosso dei paradossi: tre fra gli stati più poveri del mondo (Etiopia, Uganda e Lesotho) hanno restituito negli ultimi anni alla Spagna più di quanto questa non gliene abbia devoluti in beneficenza. Come dire che la bilancia dei crediti spagnola è in attivo.
Secondo Intermòn-Oxfam l?esempio più evidente dell?inconsistenza della Spagna nella lotta alla povertà, è rappresentato dalla politica di aiuto umanitario nei confronti dell?Iraq: dei 65,52 milioni di euro stanziati, solo 10 sono andati in progetti di emergenza e soltanto 5 alle ong e alla Croce Rossa. Il resto? Prestati all?Iraq attraverso il fondo Fad, che entro breve li rivorrà indietro, oppure destinati al ministero della Difesa e ai 3mila militari stanziati nel Paese.
Come uscirne? Le ong chiedono che si crei un ministero della Cooperazione, che si aumentino i fondi verso i Paesi realmente bisognosi e che si presti attenzione alle emergenze dimenticate. Ma soprattutto che l?aiuto spagnolo allo sviluppo sia esente da interessi economici, commerciali e strategici.
Michele Novaga
Info:
fondo etico
Intermón Oxfam e Banco Sabadell hanno lanciato il primo fondo pensioni etico e solidale sul mercato iberico. Il nome? BS Plan Etico y Solidario. Il fondo investirà in aziende che rispettino l?ambiente e i diritti umani e siano socialmente responsabili. Saranno escluse tutte le società connesse alla produzione del tabacco, a chi fabbrica e commercializza armi e le imprese collegate al nucleare. Una commissione etica si riunirà due volte l?anno per supervisionare i criteri etici alla base del fondo.
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