Formazione

Spagna, clandestini trattati come bestie

Un centinaio di immigrati, nel sud dell'Andalusia, trovati a lavorare come braccianti senza acqua potabile né bagni né letti

di Redazione

Immigrati clandestini in condizioni disumani, come se fossimo ancora nel 1800. E’ stata questa la scoperta degli ispettori del lavoro spagnoli nella zona di Al monte, nel sud dell’Andalusia, dove un centinaio di immigrati che lavoravano come braccianti agricoli “vivevano come animali”, secondo la definizione degli stessi ispettori raccolta dal quotidiano El Paìs.
Si tratta di marocchini, lituani e romeni che non disponevano di acqua potabile né di toilette, e neppure di un locale dove mangiare. Dormivano ammassati in moduli di lamiera di sei metri quadrati, in mezzo a odori nauseabondi che attiravano multitudini di insetti.
L’ispezione ha provocato una denuncia da parte della Guardia civile contro Mireia Giorgi, proprietaria di una zona di produzione di fragole e colpevole dello sfruttamento. Secondo i dati di organizzazioni non governative spagnole, in tutto il Paese vivono circa 200 mila immigrati clandestini.

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