Famiglia

Spadafora: «Una follia tagliare la spesa sociale»

La prima intervista al nuovo garante nazionale

di Antonietta Nembri

Vincenzo Spadafora, neo Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza si è messo subito al lavoro, in quello che è ormai il suo ex ufficio all’Unicef Italia. «Credo che sia l’ultimo giorno qui» ammette insieme al fatto che a poche ore di distanza dalla sua nomina all’autorità di garanzia per i minori gli suoni strano l’essere definito ex presidente di Unicef, carica che del resto ha già formalmente lasciato nell’immediato.

E ora? «Aprirò una stagione dell’ascolto. Nell’arco dei prossimi dieci giorni incontrerò tutte le associazioni di volontariato che a vario titolo sui territori si occupano di infanzia. Vorrei anche incontrare i responsabili delle comunità, dei centri di accoglienza, delle principali strutture che in Italia si occupano di minori sia italiani sia stranieri». Un periodo “itinerante” quello che si apre, perché Spadafora andrà «direttamente sui territori, per visitare anche le strutture, i centri dove vengono accolti o comunque dove vengono realizzate attività a favore dell’infanzia. Credo che al di là dei dati Istat che sono sempre molto chiari, la fotografia vera della situazione dell’infanzia oggi, sia molto più complessa, non voglio dire grave, ma sicuramente più complessa di quello che appare e quindi la prima cosa che come Garante ho il dovere e l’obbligo di fare è di capire bene quale è la situazione». L’obiettivo che si pone è riuscire a terminare questo particolare giro d’Italia entro la fine dell’anno.

Si può dire che i primi verbi che coniugherà il Garante saranno vedere e ascoltare, «non dimentichiamolo» ribadisce, «il Garante tra le cose che la legge prevede faccia vi è quella di ascoltare proprio i bambini e gli adolescenti e quindi questo sicuramente a campione, in giro per l’Italia si farà e sarà per me di grande aiuto».

All’appello mancano però molti garanti regionali, compreso quello della provincia autonoma di Bolzano al momento sono solamente sette su tutta Italia «la cosa paradossale è che nelle regioni non manca la legge regionale di istituzione del garante, manca solo la nomina e questa è sicuramente una situazione che va sanata. Mi rivolgerò in maniera molto forte alle regioni che ancora non hanno adempiuto a questo compito per fare in modo non solo che questo avvenga. Mi auguro che il ritardo non dipenda da un non trovato compromesso tra le forze politiche, ma che la scelta ricada su persone che in quella regione hanno tutte le competenze e l’autorevolezza per portare avanti questo compito perché tra l’altro io con i garanti intendo ed è giusto che sia così lavorare a stretto contatto».

In un periodo di crisi economica il rischio è che i minori siano tra le prime vittime dei tagli, «purtroppo non è un rischio teorico» ammette Vincenzo Spadafora. «Si ritiene che quando si devono recuperare risorse  il taglio ai servizi sociali, alle politiche sociali sia la cosa più semplice da fare. Io credo che questo sia una follia innanzitutto in termini strategici».
Cioè? «Non è solo il problema di tutelare i bambini, il problema è che i tagli degli investimenti sui servizi all’infanzia, compromettono oggettivamente lo sviluppo delle nuove generazioni. I dati dell’Istat, da questo punto di vista, sono molto chiari: se noi oggi lasciamo i bambini crescere in famiglie povere o in famiglie dove non hanno la possibilità di accedere ai servizi saranno necessariamente adulti e famiglie altrettanto povere perché poi non c’è un trend diverso che migliora negli anni. Quindi tagliare oggi i servizi sociali per la crescita e il benessere dei bambini e delle famiglie nel loro insieme significa veramente compromettere il livello di benessere delle nuove generazioni. Non chiediamo di fare miracoli però per lo meno che i livelli essenziali di assistenza e l’accesso proprio ai servizi essenziali possa essere veramente garantito a tutti».

Il Garante non potrà dimenticare inoltre, i tanti minori stranieri che si trovano sul nostro territorio, molti non accompagnati. E su questo fronte Vincenzo Spadafora ha le idee molto chiare: «Se pensiamo che dall’inizio dell’anno solo a Lampedusa sono arrivati oltre 2700 bambini, sicuramente una delle prime cose che dovrò fare sarà proprio quella di andare a Lampedusa e questa è una cosa vorrò fare. Però non è una situazione che riguarda solo Lampedusa, ma coinvolge moltissime regioni del nostro Paese. Anche qui il ruolo del Garante può essere molto concreto, non solo nel far emergere le situazioni che oggi ci sono che non vanno bene, non funzionano e denunciarle anche alle autorità competenti. Credo che il garante possa essere anche un grande mediatore proprio nel operativo del termine, cioè possa mettere insieme le varie componenti e le varie istituzioni che devono occuparsi di infanzia e mediare affinché le cose che devono essere fatte nell’interesse dei bambini vengano realmente realizzate».

Infine uno sguardo al mondo del volontariato, delle associazioni, un mondo che Spadafora conosce molto bene, dal momento che solo fino a 24 ore fa ne era un esponente «Il rapporto con questo mondo deve essere costante ed è fondamentale. In Italia le associazioni di volontariato sono presenti sul territorio e riescono con pochi mezzi a fare tanto. Credo che non solo questo lavoro vada aiutato a supportato credo anche che mettendo insieme e favorendo un coordinamento anche del lavoro delle associazioni questo stesso lavoro che ciascuno fa molto bene possa essere ottimizzato».


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