Famiglia

Spadafora: troppa disinformazione sui minori

Per il Garante non è tutta colpa della crisi economica, ma anche dell'arretramento culturale sui diritti dell'infanzia. Troppe “squallide operazioni di disinformazione”. Tra i prossimi impegni l'attenzione agli adolescenti fuori famiglia e la legge sulla cittadinanza

di Antonietta Nembri

Bambini, comunità di accoglienza, adolescenti. Universi complessi al centro di un convegno questa mattina a Milano. Nella suggestiva cornice della Sala Alessi di Palazzo Marino si è tenuta infatti la tavola rotonda “L’accoglienza dei  bambini al tempo della crisi”. A prendere la parola accanto agli esperti anche dei ragazzi che l’esperienza di essere accolti in comunità fuori dalla famiglia d’origine l’hanno vissuta o la vivono. Testimonianze che non lasciano indifferenti, come le immagini che scorrono sullo schermo realizzate da un giovane ospite del Villaggio Sos di Vicenza (Sos Villaggi dei Bambini, Agevolando, Cismai, Cnca e Cncm sono le realtà che hanno promosso l’evento).
A parlare è anche Vincenzo Spadafora, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza e il suo intervento è una denuncia di una situazione che, complice anche la crisi, si è fatta pesante. Ma la crisi economica non è l’unica sul banco degli imputati perché Spadafora parla chiaramente della mortificazione che vivono tutti i servizi complice «l’arretramento culturale sui diritti all’infanzia e l’adolescenza che non è un’ipotesi, ma una certezza».

Arretramento rispetto agli anni novanta «anni in cui il nostro Paese è riuscito a essere protagonista di battaglie importanti che hanno consentito la ratifica della Convenzione internazionale per i diritti dell’infanzia e la nascita di leggi importanti» ha ricordato Spadafora.
Per il Garante per l’Infanzia e l’adolescenza il clima che si respira oggi in Italia su questi temi nasce da un pregiudizio, da «una cultura ideologica e stereotipata anche nei confronti delle comunità che possono non godere in questo momento storico di un’empatia sociale perché tutto questo è anche alimentato da una disinformazione che è davvero disastrosa. Non è grave solo perché è scorretta ma è grave per quello che può produrre in termini culturali e i cui danni li pagheremo negli anni. Cioè dire una stupidaggine non è solo un fatto negativo di per sé, ma perché dirla tutti i giorni e continuativamente significa anche incidere sul pensiero di tantissime famiglie e persone che ahimé guardano un certo tipo di trasmissioni e non si rendono conto che la realtà è estremamente diversa».
Spadafora ha annunciato di essere in procinto di incontrare i vertici di Mediaset «perché ci sono trasmissioni che da alcuni mesi e anni hanno come ingaggiato un squallida azione di disinformazione».

E sulla crisi, sul fatto che nella stessa giornata del convegno di Milano a Napoli il coordinamento della Comunità di accoglienza si trovasse sotto Palazzo San Giacomo, sede del Comune perché da oltre 36 mesi le comunità non ricevono un soldo e sono sull’orlo della chiusura, Spadafora ha osservato come il vero problema sia la mancanza di una strategia «manca una visione complessiva che non permette di stabilire delle priorità. Perché se ci sono pochi soldi questi vanno spesi in modo giusto, monitorando la spesa». Quello che manca è anche «uno scatto da parte della classi dirigente, perché gli effetti dei mancati investimenti del passato sono sotto gli occhi di tutti» dice con forza il Garante che ricorda come in altri Paesi europei, come Francia e Germania «che non sono isole felici fuori dalla crisi», gli investimenti realizzati negli anni passati hanno reso il welfare, sopratutto sui temi di infanzia e adolescenza più forte per resistere agli effetti di una crisi economica mondiale.

Vincenzo Spadafora, ha chiuso il suo intervento prendendo degli impegni come Autorithy. Il primo è rispetto alla comunicazione e al mondo dell’informazione denunciando le strumentalizzazione e favorendo il racconto delle cose che il mondo delle comunità realizza «l’Autorithy sarà al vostro fianco – ha detto ai presenti – se può servire per fare da cassa di risonanza e per veicolare progetti, informazioni, notizie e aiutare l’opinione pubblica a comprendere quale ruolo strategico possono avere in molti casi le comunità». Un altro campo di impegno sarà nei confronti di parlamento e governo, con l’auspicio di «avere finalmente un ministro del Welfare contento di esserlo. Ho un sogno in questo strano Paese dove sembra che il ministero delle Politiche sociali sia un ministero di serie B, di leggere di un vertice improvviso tra Bersani e Berlusconi sui temi dell’infanzia per rendersi conto della gravità in cui ci muoviamo. Purtroppo questo non avverrà».
Due i campi in cui l’Autorità garante porterà avanti un impegno forte: l’adolescenza e la legge sulla cittadinanza.
 


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