Welfare

Sotto la Stazione centrale apre un centro diurno «per tornare a vivere»

Inaugurato dall'arcivescovo di Milano il Centro “Bassanini-Tremontani” - sorge accanto al Rifugio Caritas - l'obiettivo è quello di fornire un’oasi di serenità per chi vive in strada con docce, lavanderia, ma anche laboratori e una web-radio. Al taglio del nastro presenti il sindaco Sala, il diretto di Caritas Ambrosiana, il presidente di Enel Cuore e quello di Fondazione Cariplo

di Redazione

Fare colazione, la doccia, lavare i vestiti e stirarli. Ma anche l’opportunità di fermarsi a leggere il giornale, vedere un film, partecipare ad uno dei tanti laboratori che saranno proposti: teatro, ceramica, informatica. Insomma: prendersi cura di sé, della propria persona (dall’igiene, all’alimentazione) e riconquistare spazi di vita normale saranno gli obiettivi prioritari centro diurno polifunzionale “Antonio Bassanini e Alessandra Tremontani” inaugurato oggi, martedì 15 giugno, sotto i binari della Stazione centrale di Milano, in via Sammartini 116.

Il centro è stato reso possibile dalla collaborazione tra Caritas Ambrosiana, Rete Ferroviaria Italiana Gruppo FS Italiane, Fondazione Cariplo, Enel Cuore e la famiglia Bassanini, il nuovo servizio offrirà alle persone senza dimora l’occasione per prendersi una pausa dalla fatica della vita di strada.
Al nuovo centro potranno accedere gli ospiti del Rifugio Caritas, l’ostello per senza tetto che sorge proprio accanto, ma anche le persone gravemente emarginate senza distinzione di sesso o nazionalità che vivono in città e che vogliono trascorrere qualche ora della giornata in un ambiente confortevole e in un clima di serenità.

A disposizione della nuova struttura ci sono quasi 400 metri quadrati, il centro è stato realizzato all’interno di un tunnel ferroviario adibito a magazzino e poi dismesso. I lavori di ristrutturazione hanno reso possibile la creazione di ambienti destinati a diverse attività. Sotto il soffitto a volta della struttura originaria si sviluppano due grandi sale polifunzionali, una al piano terra e l’altra su di un soppalco, dalle quali si accede alla sala ristoro, alla lavanderia, agli uffici e ai bagni.

Tecnicamente il centro diurno “Bassanini-Tremontani” sarà un servizio “a bassa soglia”. Non sarà, quindi, previsto nessun filtro di accesso, se non quello dettato da comportamenti inadeguati. L’ingresso potrà avvenire spontaneamente o su indicazione dei vari servizi di Caritas, oppure su vero e proprio invio da parte di altri enti pubblici e privati. Insieme a questa prima accoglienza, il servizio offrirà ai frequentatori più assidui anche attività più strutturate volte alla promozione umana.

A gestire il servizio un’équipe di 5 operatori part time e un gruppo di volontari. Ma il centro sarà aperto alla città. Molte delle iniziative in programma si svolgeranno grazie alla collaborazione del quartiere. Saranno anche ospitate attività degli abitanti del quartiere in particolare per gli anziani.

Un primo segno di questa apertura, segnala una nota di Caritas Ambrosiana, è la decisione di trasferire nel nuovo centro la sede di Radio Piazzetta, la web-radio di chi vive in strada, diffusa sulla piattaforma shareradio. In un locale è già stato allestito lo studio di registrazione a disposizione dei redattori per il loro programma settimanale: uno spazio di autoespressione ma anche di servizio per le persone gravemente emarginate durante il quale gli stessi senza dimora si scambiano informazioni su mense, dormitori e opportunità offerta dalla città.

Con il centro diurno “Bassanini e Tremontani” (nell'immagine l'ingresso) si compie anche un percorso iniziato il 16 dicembre 2011 con l’inaugurazione del Rifugio Caritas, il dormitorio aperto proprio nello stesso luogo dove per decenni Fratel Ettore ha dato accoglienza ai diseredati, un simbolo della Milano solidale visitato da Madre Teresa di Calcutta quando nel 1979 venne in città che, in questi dieci anni ha offerto 130mila pernottamenti e colazioni a 1500 persone.

«Questo centro non è un luogo per accamparsi, ma uno spazio per ritrovare la voglia di tornare a vivere», ha detto l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini intervenuto all'inaugurazione con il sindaco Giuseppe Sala, il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti, Michele Crisostomo, presidente di Enel ed Enel Cuore e Giovanni Fosti, presidente di Fondazione Cariplo.

L'auspicio dell’arcivescovo è che «qui nasca quell'interazione tra chi offre e riceve sostegno che è fondamentale perché non solo nessuno si salva da solo, ma nessuno è necessariamente solo un salvato: ciascuno con quel poco o tanto che ha, deve salvarsi in maniera attiva. La logica della Caritas è sempre stata questa: rispondere a un bisogno, ma con una reciprocità che non lascia passivo chi riceve un aiuto».

«Questo nuovo spazio di accoglienza della Caritas aperto in via Sammartini 116, proprio accanto al nostro Centro Aiuto Stazione Centrale al 120 è un ulteriore segnale di solidarietà e concretezza rivolta a poveri e senzatetto e contribuisce alla costruzione di una rete di assistenza e di accompagnamento ad una nuova possibilità, a ricevere ascolto e vicinanza. Ringrazio Caritas Ambrosiana per questa nuova importante iniziativa che dopo la storica esperienza di Fratel Ettore e del suo rifugio, rinnova la propria presenza in questa zona» ha detto il primo cittadino Sala.

«Abbiamo voluto dare continuità all’opera di Fratel Ettore nei suoi spazi perché pensiamo, come lui, che le persone senza dimora sono nostri compagni di viaggio con cui condividiamo lo stesso destino» ha spiegato Luciano Gualzetti. «Da un punto di vista laico, i clochard andrebbero considerati per quello che sono, cittadini: creare oasi di solidarietà e accoglierli è un dovere per una città. Questo luogo offrirà servizi essenziali ai senza tetto, la cui necessità è emersa con grande evidenza proprio durante i mesi della pandemia di Covid, quando nelle strade desertificate dal lockdown erano rimasti solo loro perché non avevano una casa dove stare. Ma questo posto si prefigge anche un obiettivo più ambizioso: contribuire ad eliminare lo stigma che colpisce i gravemente emarginati. Questa sfida per esser affrontata ha bisogno però della collaborazione di tutte le forze sane della città, a cominciare da quelle del quartiere. Per questo oggi con questa inaugurazione chiudiamo un capitolo e ne apriamo un altro».

«La realizzazione del nuovo centro diurno della Caritas Ambrosiana è un esempio concreto di cosa sia possibile fare quando Terzo settore, istituzioni pubbliche e aziende private uniscono le forze per dare una risposta efficace ed innovativa alle fragilità sociali», ha dichiarato Michele Crisostomo, presidente di Enel ed Enel Cuore. «Il nuovo Centro è pensato non solo per dare sostegno materiale a chi è in difficoltà, ma per rompere l’isolamento, in modo che, attraverso l’inclusione e la partecipazione, si riaccenda la dignità della persona. Enel Cuore è impegnata per far sì che iniziative come questa siano sempre più diffuse sul territorio. Nel ripartire, non possiamo perdere di vista la centralità delle persone, di tutte le persone, consapevoli che la ripartenza sarà piena solo se saremo capaci di riallacciare i fili spezzati della socialità proprio dove il disagio economico e sociale colpisce di più».

«Quello che inauguriamo oggi è un luogo in cui la parola comunità trova una sua declinazione reale, fatta di persone, di spazi e di relazioni. Il centro si inserisce tra i punti di accoglienza nati dall’intuizione di Fratel Ettore, che ha dedicato la propria vita ai più fragili, ed è frutto di un’alleanza speciale tra pubblico, privato e privato sociale che ha permesso di aggregare risorse ed energie attorno a questo progetto. Attraverso servizi essenziali e relazioni con operatori e volontari, qui le persone che vivono la quotidianità della strada avranno la possibilità di riconquistare fiducia e spazi di vita normali, tornando a sentirsi parte della comunità», ha detto Giovanni Fosti, presidente Fondazione Cariplo.

Tutte le foto sono da Ufficio Stampa Caritas Ambrosiana

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.