Non profit

Sostegno senza sostegno

Parla un'insegnante in prima linea da oltre 20 anni

di Redazione

«Manca un’adeguata formazione dei docenti che accolgono i ragazzi disabili in classe.
E il risultato è che tutta la responsabilità ricade su di noi»La sua prima specializzazione Elena Duccillo (44 anni, insegnante di sostegno a Roma, in ruolo dal 1° settembre 1987) l’ha ottenuta quando ancora non aveva compiuto vent’anni. Una nota dolente, quella della formazione, visto che i docenti, una volta entrati in ruolo, non hanno più alcun obbligo di formazione. «Quello che esiste per i medici, gli psicologi, cioè i crediti per cui sono obbligati ad aggiornarsi, nella scuola da anni che non esiste più», afferma, «e questa è una delle note dolenti che poi fa in modo che la delega dell’integrazione dell’alunno con disabilità sia affidata molto spesso soltanto all’insegnante di sostegno».
Vita: Come spiega l’aumento abnorme degli insegnanti di sostegno sottolineato da un recente dossier di Tuttoscuola?
Elena Duccillo: Penso che se noi continuiamo sulla strada dell’integrazione che abbiamo intrapreso negli anni 70, dobbiamo anche mettere in conto che man mano che andiamo avanti le famiglie sono più disposte ad aiutare i propri figli e ad intervenire quando ci sono problemi di apprendimento. E poi bisogna tener conto anche del fatto che ci sono tanti disturbi che una volta non venivano diagnosticati, soprattutto non venivano diagnosticati precocemente e che riguardano alunni che hanno tutto il diritto di avere una programmazione educativa individualizzata e di avere riconosciuto il diritto allo studio come tutti gli altri alunni. Un aumento è giustificato sia da questo aspetto sia dalla maggiore possibilità che hanno gli alunni di proseguire gli studi almeno fino alla scuola superiore.
Vita: Che fare, allora?
Duccillo: A me ha fatto veramente molto male leggere l’inchiesta sui “furbetti del sostegnino”. Non è giusto che sia generalizzato il lavoro delle tante persone che vanno oltre, molto al di là dei loro doveri e dei loro obblighi di servizio. Questo modo poi di presentare all’opinione pubblica la nostra figura danneggia tutti, anche chi veramente cerca, nonostante tutti i tagli, di fare l’impossibile, oltre al possibile. Molti dei problemi sono legati anche alla mancanza di formazione in servizio dei docenti che accolgono nelle loro classi gli studenti con disabilità.

Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?

Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it