In genere l’informazione in Italia fa molta fatica a fare spazio alle buone notizie. Una che riguarda la scuola è stata completamente silenziata. È il recente rapporto NESSE il Network europeo esperti in scienze sociali ed educazione (una struttura che lavora a supporto della Commissione europea) intitoltao Education and disability / Special needs. Il rapporto analizza il percorso scolastico dei ragazzi con disabilità in ciascun paese dei 27 UE. Il risultato è che l’Italia è l’unico paese che ha sostanzialmente azzerato le scuole speciali e ha quindi proceduto con più coraggio verso una vera integrazione. Dall’indagine emerge che mentre sono circa 45 milioni i cittadini europei con diabilità in età lavorativa, sono invece 15 milioni i bambini che hanno bisogni educativi speciali. Mentre nelle Fiandre o in Germania la percentuale degli alunni che si trovano a frequentare scuole “segregate” sono il 5%, l’Italia è scesa allo 0,01%. Sono numeri, quelli cresi noti dalla ricerca di NESSE che hanno allarmato il commissario europeo per l’Istruzione Androulla Vassiliou. «In Europa molti bambini di ritrovano in istituzione segregate e quelli che sono inseriti nell’istruzione normale spesso ricevono un sostegno inadeguato». Di qui l’invito perché l’Europa «intensifichi gli sforzi per porre in atto politiche d’istruzione inclusiva adeguatamente finanziata se vogliamo migliorare la voita dei bambini con bisogni educativi specifici. È ora di trasformare in realtà gli impegni presi in passato. L’isatruzione inclusiva non è un optional».
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