Formazione

Sostegno, Fish e Fand al Ministero

Al centro dell'incontro il problema del sovraffollamento delle classi con alunni disabili

di Redazione

FAND e FISH – le due Federazioni delle persone con disabilità – negli ultimi mesi hanno espresso ripetutamente il loro disappunto per il sovraffollamento delle classi in presenza di alunni con disabilità e per il numero di disabili per classe superiore a quello previsto dalle norme vigenti. Altrettanta preoccupazione per il diritto ad un sostegno scolastico certo e di qualità: le restrizioni di bilancio, la mancanza di formazione adeguata di tutti gli insegnati preposti al sostegno, i tagli di personale trasformano spesso l’inclusione scolastica in un umiliante percorso ad ostacoli.

 E le due Federazioni toccano con mano, quotidianamente, un disagio di migliaia di famiglie che si trasforma sempre più spesso in contenzioso, in ricorsi, in azioni legali per ottenere – ad esempio – le ore di sostegno sufficienti per i propri figli. La stessa Corte Costituzionale (Sentenza 80/2010) ha dichiarato illegittime le norme che proibivano l’assunzione di insegnanti di sostegno in deroga alle norme approvate per limitare nuove assunzioni. Grazie a quella Sentenza ci sono stati 3.000 posti in deroga che si aggiungono agli altri già disponibili (circa 90.000).

 È in questo clima che FAND e FISH hanno incontrato ieri i massimi funzionari del Ministero della Pubblica Istruzione. Il primo e il più importante impegno assunto è di natura pratica: onde evitare i ricorsi al giudice delle famiglie, al Ministero si impegnano ad accogliere le segnalazioni su casi specifici di sovraffollamento ed intervenire presso gli uffici scolastici regionali eventualmente autorizzando deroghe.

 Un impegno anche sulla qualità del sostegno: per la prima volta i docenti (tutti, non solo quelli di sostegno) verranno obbligati ad acquisire un certo numero di crediti di formazione iniziale sulla disabilità. Ora il confronto – anche con i sindacati – si sposta sui contenuti dei crediti e sull’aggiornamento dei docenti in ruolo.

 Ancora insoddisfacenti, invece, le risposte sui dati effettivi relativi alla disabilità nella scuola e sulla qualità dell’inclusione scolastica. Utile sarebbe il ripristino dello specifico Osservatorio sull’inclusione scolastica su cui il Ministero ancora sembra titubante.

 E infine la garanzia della continuità didattica per gli studenti con disabilità: delle regole e delle soluzioni per garantirla se ne parlerà – forse – il prossimo anno. Con la riduzione del personale e la “ristrutturazione” del sistema scolastico in atto, sembra che questa legittima aspirazione debba rimanere ancora per un po’ “lettera morta”.

 Luci ed ombre, quindi, al termine dell’incontro, ma almeno si rileva la soddisfazione per un confronto che sembra essere ripreso dopo mesi di stagnazione.

 

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