L’ultima decisione è di ieri, quando il Comitato governativo incaricato di tagliare le risorse ai Fratelli Musulmani ha commissariato 22 ong. Ma in Egitto dall’inizio di quest’anno è in atto una vera e propria offensiva contro il gruppo islamista, che ha portato alla chiusura di 1075 organizzazioni non governative, che il governo sospetta essere in realtà basi logistiche ed economiche dei terroristi.
Il ministero della Giustizia, da cui dipendono materialmente i sequestri, e quello della Solidarietà, chiamato a gestire i patrimoni confiscati, hanno assicurato che non si tratta di un’azione volta a colpire le attività umanitarie delle ong, ma a controllare da vicino che esse siano reali e si svolgano nell’ambito della legge.
La norma a cui si fa riferimento è datata settembre 2013, e prevede il bando di tutte le attività dei Fratelli Musulmani, l’organizzazione islamista che appoggiava l’ex presidente egiziano Mohamed Morsi, e la confisca da parte dello Stato di tutti i beni a essa riconducibili. A dicembre la Fratellanza è stata dichiarata ufficialmente “gruppo terroristico”.
A gennaio è iniziato così un programma di sequestri di beni intestati a singoli e associazioni, che ha fatto affluire nelle casse pubbliche denaro e immobili, terreni e automobili e perfino partecipazioni in aziende quotate. Anche decine di scuole di cui è stato provato il legame con i Fratelli Musulmani sono state chiuse, mentre centinaia di attivisti sono stati arrestati.
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