Sos Villaggi dei Bambini: l’Ebola colpisce anche il futuro

Sos Villaggi dei Bambini lancia l'allarme sull'impatto che l'epidemia di Ebola ha in Africa occidentale: devastante sui bambin. Quelli resi ordani dalla malattia vengono stigmatizzati. Le testimonianze dagli operatori in Guinea, Libera e Sierra Leone

di Redazione

Arriva da Sos Villaggi dei Bambini un allarme per le conseguenze che l’Ebola sta avendo in Africa occidentale, non solo sul fronte sanitario, ma anche su quello sociale con migliaia di orfani. Come spiega il Ceo di Sos Villaggi dei Bambini internazionale, Richard Pichler «L’Ebola continua a devastare l'Africa occidentale. Abbiamo lanciato l’allarme per l'impatto devastante che il virus ha e avrà sui bambini, su un’intera generazione di questi Paesi. Sono migliaia gli orfani e molti altri sono a rischio di perdere le cure familiari. A peggiorare le cose, la stigmatizzazione di cui sono vittime. Nessuno li vuole! Noi abbiamo lanciato un Programma di Emergenza per sostenerli e proteggerli. Forniremo il supporto psicologico, mapperemo i loro legami familiari, nella speranza di trovare parenti disponibili ad occuparsene e, quando questo non sarà possibile, forniremo il nostro supporto a lungo termine. Tutti i bambini hanno bisogno di una casa amorevole per crescere. Anche la chiusura a tempo indeterminato delle scuole sta avendo un impatto drammatico sull’istruzione. Una generazione a rischio analfabetismo».

Sos Villaggi dei Bambini Italia ha diffuso in un comunicato stampa gli aggiornamenti sulla situazione di Sierra Leone, Liberia e Guinea.  
In Sierra Leone si contano 3.499 sono i casi di infezione. 1.012 i morti. L'Ebola sta ora colpendo le zone occidentali del paese (Freetown). Ogni giorno vengono segnalati 20 nuovi decessi. La mancata rimozione dei cadaveri è un problema dalle implicazioni terribili. Le persone stanno violando la quarantena aumentando la diffusione del virus. Molti residenti fanno notare che l’Ebola stia “seguendo la stessa strada” che fecero i ribelli nel 1991. Giunsero a Freetown dove, 10 anni più tardi, fu combattuta la battaglia finale. Ora il nemico è la malattia e il presidente Koroma sta mettendo in atto una risposta in stile militare. Ha infatti nominato, la scorsa settimana, il ministro della Difesa come Capo del Centro Nazionale Anti Ebola. La diffusione rapida e incontrollabile dell'epidemia ha messo in luce che le strutture mediche presenti sono inadatte ad affrontare l’emergenza.

L’epidemia sta mettendo in ginocchio un Paese, già ridotto allo stremo. I settori agricolo e industriale sono ormai paralizzati, 20mila sono stati i tagli di personale effettuati, il cibo scarseggia. «L’Ebola non è solo un problema che riguarda la salute delle persone: disfa un intero Paese. 2.220 sono i bambini vittime dell'epidemia. Le scuole sono ancora chiuse e la riapertura è stata rinviata a tempo indeterminato. L’Ebola minaccia di creare una nuova generazione di analfabeti», racconta il Direttore di Sos Villaggi dei Bambini in Sierra Leone. «I problemi contro cui dobbiamo combattere sono sempre gli stessi: la resistenza delle persone nell’accettazione della malattia, la mancanza di coordinamento tra ong, governo e altri gruppi di sostegno, la stigmatizzazione dei pazienti dimessi, soprattutto dei bambini, la mancanza di posti letto negli ospedali, la mancanza di professionalità specifica di medici e infermieri, i ritardi delle “squadre” di sepoltura nella rimozione dei cadaveri. Mancano fondi ed esperti. I bambini orfani rimangono nei centri temporanei di accoglienza. Hanno bisogno urgente di cure e intervento. Occorre un adeguato sostegno psicologico e un programma alimentare appropriato. Alcuni di loro presentano una sintomatologia riconducibile ad altre malattie (malaria e tifo). I ritardi dei pochi centri medici disponibili continuerà a mettere in pericolo la vita dei bambini e ad aumentare i casi di morte».
Tutti i Programmi Sos sono sospesi a parte la fornitura di pacchi alimentari e di medicinali. «I prezzi sono aumentati più del 100% e questo sta impoverendo le già vulnerabili famiglie, beneficiarie dei nostri programmi. Nessuno può uscire dai Villaggi Sos, né entrare. Le scuole sono chiuse ma noi abbiamo messo insieme una squadra di insegnanti per fare lezione dal 3 novembre», conclude.
 
Anche in Liberia «Nessuno può uscire dai Villaggi Sos, né i bambini, né i ragazzi, né le mamme Sos. Per i visitatori le porte sono chiuse ormai da tempo. Distribuiamo sacchi di riso ai dipendenti e ai beneficiari dei nostri Programmi».
Il quotidiano Daily Observer ha scritto qualche giorno fa: “Prendersi cura di Ebola orfani è un'altra emergenza nazionale”.
Il direttore del Centro medico Sos racconta come il centro sia sempre attivo «ma urgono attrezzature di Terapia Intensiva. Inoltre la struttura sorge su una zona paludosa. Dobbiamo riuscire a contenere le vie fognarie e i lavori di pulizia e manutenzione costano migliaia di euro. Abbiamo bisogno di pannelli solari».
Da aprile, sono stati 22 i pazienti entrati nel Centro Medico Sos cui è stata diagnosticata l’Ebola. «Il nostro personale è molto attento ai sintomi e quando il rischio è alto viene chiamata una squadra del ministero. Procediamo quindi alla completa disinfestazione e tutto quello che è entrato in contatto con il paziente viene incenerito. Avete idea di cosa significhi? Costi incredibili!», conclude.

Infine, sono 1600 i casi di infezione in Guinea. L’epidemia si allarga a macchia d’olio, colpendo ora Beyla, l’area meridionale del Paese. Le autorità della Guinea hanno intensificato gli sforzi nella lotta contro l'epidemia, concentrandosi sulla comunicazione.
«Occorre modificare la percezione che la comunità ha della malattia. Il non accettare la malattia, il nascondere i potenziali casi di Ebola nelle case, la stigmatizzazione di chi esce dall’ospedale aggravano l’emergenza. È un inferno», racconta il direttore di Sos Villaggi dei Bambini in Guinea che sottolinea: «Non abbiamo fortunatamente casi di infezione o casi sospetti tra i nostri bambini, né collaboratori. Continuiamo a far applicare in modo rigoroso tutte le misure di prevenzione (uso di sapone e disinfettante per il lavaggio delle mani). Abbiamo bisogno di avere strumenti come il Thermoflash, un termometro capace di rilevare temperature anomale, oltre ai materiali di prevenzione».
 


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