Non profit

SOS Villaggi dei Bambini: aiutate le scuole!

Su Vita in edicola la situazione dei minori a più di 6 mesi dal terremoto. Intervista a Celigny Darius, direttore di SOS Villaggi dei Bambini sull'isola

di Benedetta Verrini

Un’ “emergenza senza precedenti per l’infanzia”, dice Unicef. A più di 6 mesi dal terremoto di Haiti, la situazione è ancora molto lontana da uno standard di normalità. Tutte le agenzie internazionali e le ong stanno fronteggiando le esigenze immediate della popolazione, ma i numeri e la condizione della popolazione sono ancora schiaccianti.

Sono circa 1,6 milioni gli sfollati nella capitale Port Au Prince e nelle zone circostanti, sistemati in 1.342 insediamenti spontanei. Tra i rifugiati, la popolazione infantile o comunque minorenne risulta quasi la metà, pari a 800mila bambini e ragazzi in estrema difficoltà.

Per 500mila di loro, si parla di condizione “ad alto rischio” di sopravvivenza, tratta, violenza, denutrizione.

Nel numero doppio estivo di Vita in edicola in questi giorni troverete un’inchiesta sulla situazione dei minori ad Haiti e sul dibattito che dall’Italia si è sviluppato in tutti i paesi occidentali a proposito dell’adozione e dell’accoglienza temporanea di questi minori. Gran parte delle agenzie internazionali combattono perché i bambini di Haiti possano avere un’opportunità di vita degna nella loro terra.

Per comprendere la loro situazione, abbiamo ascoltato la voce di Celigny Darius, direttore di SOS Villaggi dei Bambini ad Haiti.

Qual è la condizione dei bambini ospiti di SOS Villaggi dei Bambini ad Haiti? Sono orfani o hanno parenti sopravvissuti?

Nel villaggio ci sono tre categorie di bambini: orfani, bambini con uno o entrambi i genitori viventi, o con una famiglia allargata che potenzialmente potrebbe prenderseli in carico. Accogliamo principalmente bambini rimasti orfani e abbandonati in seguito al terremoto. Ci sono poi bambini che giungono al villaggio e per i quali siamo in cerca della famiglia d’origine: fino ad ora abbiamo già fatto 165 ricongiungimenti.

Il governo haitiano è riuscito a ristabilire un minimo di servizio sociale in grado di coordinare la supervisione sui bambini sfollati? O tutto resta in mano alle grandi agenzie internazionali?

C’è un organismo del governo che supervisiona la protezione dei minori, ma non è davvero attivo o in grado di giocare un ruolo nella guida dei bambini di Haiti. In ogni caso, le associazioni straniere sono presenti e garantiscono molti aiuti ogni giorno.

Ad oggi, qual è la principale emergenza per i bambini? Assistenza medica, cibo, istruzione?

Dal mio punto di vista è l’istruzione, perché mentre sono a scuola i bambini possono ricevere anche il cibo e l’assistenza medica. Ed è ciò che SOS Villaggi dei Bambini sta facendo in questo momento. Ogni bambino a scuola o in un centro comunitario riceve almeno un pasto caldo al giorno e viene visitato.

Avete notizia della sorte dei piccoli restavek, ceduti in servitù ad altre famiglie dai loro stessi parenti?

Ci sono bambini in queste condizioni, per questi casi SOS presenta un rapporto e cerca una soluzione.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.