E' un vero e proprio caso quello che sta montando attorno a una puntata di
SOS Tata, il programma di La7 prodotto da Magnolia che presenta famiglie con bambini da "rimettere in riga" e nelle quali viene inviata una tata (ma c'è anche un tato maschio, Martino) per sistemare le cose, aiutando i genitori stremati ad avere ragione delle piccole pesti. Dopo alcune scene della puntata in questione, andata in onda il 14 settembre, in cui un bimbo di un anno veniva lasciato piangere solo nel suo lettino, chiuso in camera, perché si addormentasse (secondo il discusso "metodo Estivill", di cui parla anche
la nostra blogger Benedetta Verrini),
un pool di associazioni tra cui l'Associazione Culturale Pediatri e Un Pediatra Per Amico si sono rivolte Autorità Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza, Vincenzo Spadafora, chiedendo un suo autorevole intervento contro le presunte violazioni dei diritti dei minori perpetrate dalla trasmissione.
La risposta del Garante non si è fatta attendere, e non ha risparmiato i toni duri e ha definito le scene di SOS Tata "l’ennesimo episodio di un modo di fare televisione spesso poco attento al rispetto dei principi sanciti dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia" e dalla "Carta di Treviso e il Codice di autoregolamentazione tv e minori". Spadafora ha poi invitato i responsabili di LA7 e di Magnolia, produttori della trasmissione, ma "più in generale tutto il mondo dell’informazione e dell’intrattenimento, al rispetto dei principi che loro stessi hanno sottoscritto, primo fra tutti quello che vincola la partecipazione dei minorenni alle trasmissioni televisive al massimo rispetto della loro persona, evitando che siano coinvolti in forme di comunicazione lesive dello sviluppo armonico della loro personalità".
"Quando si ha a che fare con i bambini e gli adolescenti, soprattutto in contesti così delicati, non ci si può permettere leggerezza e superficialità", ha sottolineato il Garante. "Il coinvolgimento di professionalità specifiche che di volta in volta supervisionino il contenuto delle trasmissioni prima che queste vadano in onda, in questo senso, è fondamentale". Spadafora, che ha inviato una segnazione sul caso al Comitato media e minori, auspica "un’azione congiunta volta a sensibilizzare quanto più possibile il mondo dei media per evitare episodi del genere" ma tende comunque una mano a SOS Tata, dicendosi "pronto ad aprire tavoli di dialogo e di confronto, a ricevere suggerimenti e ad ascoltare, perché soltanto lavorando in rete riusciremo ad ottenere risultati concreti".
Non sappiamo se il confronto si aprirà, ma sembra che almeno la produzione non abbia la volontà di tornare sull'argomento: interpellata da vita.it, Magnolia ha infatti dichiarato di non aver intenzione di intervenire nella polemica che considera "anacronistica" sia perché "la trasmissione è andata in onda per otto edizioni senza nessuna protesta", sia perché la puntata "incriminata" era "una replica andata in onda diverse volte senza che nessuno se ne fosse mai accorto; inoltre il programma attualmente non è in produzione", quindi evidentemente per Magnolia non rappresenta l'attualità. Quanto alle tate, siamo riusciti a contattare l'addetta stampa (!) di tata Adriana, una collega di tata Lucia, che ha sottolineato come la puntata al centro delle polemiche non la vedesse protagonista ("c'era tata Lucia") e che comunque "ognuno ha il proprio metodo educativo".
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