Non profit

Sos: subito la legge sull’immigrazione

La situazione è grave: auspichiamo che la legge sia cambiata nei tempi più rapidi possibili e che l’intervento delle forze dell’ordine sia mirato alla lotta alla criminalità vera ...

di Riccardo Bonacina

Siamo un?associazione di volontariato di Eboli, che da sei anni lavora per garantire e difendere i diritti umani fondamentali agli stranieri temporaneamente presenti sul nostro territorio: il diritto alla salute e quello all?istruzione. Con medici volontari abbiamo prestato gratuitamente e in collaborazione con l?Asl circa 10mila visite mediche e con insegnanti volontari abbiamo offerto corsi d?italiano a migliaia di stranieri. Nella nostra Valle del Sele ogni tanto arriva qualche giornalista televisivo a realizzare servizi sulle disumane condizioni di vita in cui tanti lavoratori stranieri sono costretti a vivere e i racconti del loro pesante sfruttamento da parte di caporali e di taluni imprenditori rimbombano nelle orecchie di tanti telespettatori. Periodicamente leggiamo dai giornali di grandi retate delle forze dell?ordine tra i ruderi ed i casolari abbandonati della fertile Piana del Sele. Obiettivo: la lotta al caporalato e al lavoro nero. A quasi nove mesi dall?insediamento del nuovo governo, con una nuova maggioranza politica che ha più volte espresso la volontà di modificare la legge Bossi-Fini, non sono cambiate le condizioni di vita dei lavoratori immigrati come pure le modalità d?intervento delle forze dell?ordine. Ancora retate indiscriminate, ancora espulsioni per lavoratori privi di documenti (che realisticamente non possono avere, se non viene modificata la legge sull?immigrazione). Già mesi fa fu annunciata la predisposizione a breve di un provvedimento di legge per far emergere dal lavoro nero i migranti privi di permesso di soggiorno che avessero denunciato il datore di lavoro. Nella nostra realtà locale è grande anche il disagio di molti imprenditori agricoli che, pur se volessero, non potrebbero regolarizzare lavoratori stranieri che sono giunti in zona dopo il settembre 2002 (quattro anni fa). Le norme sui flussi stagionali sono troppo farraginose e non rispondenti al mercato del lavoro in agricoltura. In questa situazione confusa crescono anche gli interessi di altri e numerosi imprenditori che agli stranieri irregolari offrono salari più bassi e non hanno necessità di versare contributi all?Inps. Resta la semplicità di trovare braccianti in nero rivolgendosi a caporali che, a loro volta, li sfruttano trattenendo una parte della paga giornaliera. La situazione è molto grave: auspichiamo, perciò, che l?attuale legge sull?immigrazione sia cambiata nei tempi più rapidi possibili e chiediamo, nelle more, che l?intervento delle forze dell?ordine sia mirato alla lotta alla criminalità vera: spaccio, furti, rapine, compreso il caporalato e lo sfruttamento del lavoro nero.
Adriano Naimoli, associazione L?Altraitalia – Eboli

Caro Naimoli, speriamo che il governo non si fermi alla parata della Reggia di Caserta ma cominci a dare risposte a problemi reali e urgenti. Come quello che lei richiama dalla frontiera di Eboli. Al vaglio del Parlamento tre disegni di legge legati all?immigrazione: quello sulla cittadinanza, quello contro lo sfruttamento dei clandestini – che istituisce il reato di caporalato – e quello sul diritto d?asilo. Speriamo che dalle parole si passi ai fatti.


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