Salute

Sos psicologo cercasi

La fondatrice di Aids-Aiuto spiega: «Un supporto di questo tipo aiuta la terapia. Ma a Milano non siamo pronti»

di Redazione

Per tenere sotto controllo l?Hiv, i farmaci da soli non bastano. Serve anche un supporto psicologico. Lo dicono i numeri forniti dalla Società di psicoinfettivologia: un sieropositivo su cinque, in Italia, scivola nella depressione a causa delle sue condizioni di salute e il 50% delle persone infettate dal virus soffre di disturbi ansiosi a rischio di malattia psichica. Lo conferma la quotidiana esperienza di lotta all?Aids di Antonietta Cargnel, primario della II divisione Malattie infettive del Sacco e fondatrice della Fondazione Aids-Aiuto. Vita: Perché è così importante la presenza di psicologi? Antonietta Cargnel: Il supporto psicologico migliora l?aderenza alle terapie. Aderenza che è del 100% alle prime somministrazioni ma che arriva anche a dimezzarsi in un anno perché prendere molte medicine al giorno è pesante e perché i pazienti si scoraggiano. Ma a queste percentuali bisogna fare molta attenzione: un?aderenza alle terapie pari anche all?80%, non è sufficiente. Bisogna rimanere almeno sul 95% perché i farmaci facciano effetto. Vita: La terapia once a day, che consente di assumere farmaci solo una volta al giorno, facilita l?aderenza alle cure? Cargnel: Sì, ma il numero di compresse da ingerire, in molti casi, resta alto. Una volta che il regime fallisce, bisogna passare a un altro e i farmaci che abbiamo a disposizione sono pochi. Inoltre bisogna tenere in conto le situazioni difficili che, sul lavoro e in famiglia, si trovano ad affrontare molti sieropositivi. Alcuni non hanno un buon rapporto con la famiglia, altri si trovano con un marito o una moglie contagiati dal virus, altri ancora con bambini malati. Ma il supporto psicologico diventa fondamentale nei casi di Aids psichiatrico, e cioè di malati psichiatrici che contraggono il virus o di persone che sviluppano alterazioni psichiche a causa della malattia. Aiutare queste persone oggi è molto difficile. Vita: Per quale motivo? Cargnel: Le residenze pischiatriche non li accolgono perché sono malati, le comunità per malati di Aids spesso non hanno gli strumenti per gestire anche il disagio psichico. Vita: Quali sono le priorità per combattere la malattia? Cargnel: L?informazione, soprattutto tra i giovani che spesso abbassano la soglia di attenzione anche grazie all?effetto combinato di droghe e alcool. Una sfida che va condotta anche in famiglia.


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