Cultura

Sos Kosovo, per non stare a guardare

Un appello in difesa del Kosovo

di Redazione

«Qui senza un?iniziativa politica immediata che porti al cessate il fuoco, sarà difficile evitare una catastrofe umanitaria». L?allarme accorato viene dalla commissaria dell?Unione Europea Emma Bonino in visita ai profughi vittime della guerra in Kosovo. Ma la situazione disperata delle oltre 200 mila persone che hanno abbandonato le loro case e ora vagano fra le montagne di Kosovo, Montenegro e Albania non è una novità. Come non è di oggi l?opera del Consorzio Italiano di Solidarietà (Ics) che finora ha speso più di 300 milioni di lire per aiutare la popolazione del Kosovo. Ma gli aiuti non bastano mai. Dall?ufficio dell?Ics di Pristina, aperto lo scorso maggio, giungono ancora una volta richieste precise. Perché circa 1000 bambini riescano a superare l?inverno servono 80 milioni. Bisogna infatti acquistare pannolini, detergenti e omogeneizzati da distribuire alle centinaia di famiglie che volontariamente stanno ospitando nelle loro case mamme e bambini che fuggono dalla guerra. Ma purtroppo non ci sono fondi disponibili. L?Ics lancia dunque una nuova campagna di solidarietà per rafforzare l?azione umanitaria in Kosovo. Un?azione analoga nelle zone ?calde? del conflitto è poi quella svolta dall?associazione Giovanni XXIII, presente a Pristina dal 3 agosto scorso con l?operazione ?Colomba?: anche a loro è possibile rivolgersi per conoscere le necessità più urgenti e farsi indicare il modo più utile per dare una mano. Per contribuire: ccp n° 10234169 intestato a Ics- Consorzio Italiano di Solidarietà, Via San Luca 15, Genova. Per informazioni, 010/2468099. Operazione ?Colomba?, tel. 00381/38/ 532752.


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